Ciao Alessandra, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Oltre alla scrittura hai la passione della cucina e del fai-da-te, ma non solo. Parlacene.
Mi piace dare sfogo alla mia fantasia in vari modi e in varie forme (chi mi conosce sostiene che sono una "creativa" a 360°): perciò, oltre alla scrittura, ho sempre amato molto anche il disegno e tutto ciò che posso creare (o colorare) da sola. Il punto è che un po' adoro l'atto in sé del creare e lavorare qualcosa con le mani (mi rilassa tanto!) e un po' mi piace l'idea di dare vita a qualcosa di personalizzato e unico. Qualche esempio? Di recente ho ridipinto alcuni mobili della dispensa e quando mi sono sposata ho fatto da sola le partecipazioni, gli inviti, il tableau e i segnaposti. Del resto, con tutti i tutorial che ci sono sul web, è diventato molto più facile lanciarsi in determinati esperimenti! Per quanto riguarda la cucina, invece, posso dire che mi piace molto trafficare davanti ai fornelli e che anche in questo caso la fantasia aiuta molto. La fantasia unita, ovviamente, al piacere di mangiare, che non mi è mai mancato!
Hai collaborato in qualità di articolista con i magazine Glamour, Cosmopolitan, sul portale Style e, dal 2013, collabori per il web-site Vanity Fair. Quali di queste esperienze ti stimola maggiormente?
Fatico a sceglierne una in particolare perché, se mi volto indietro e penso al mio percorso professionale, posso dire di aver sempre scritto di argomenti per me interessanti e di aver trovato, strada facendo, molte persone in grado di insegnarmi qualcosa. Al limite, posso dire che trovo un pizzico più stimolante scrivere per il web perché, fra i commenti dei lettori che si possono leggere in calce al proprio pezzo e la quantità di condivisioni che possono generarsi sui social, è più facile capire se il proprio lavoro è andato a buon fine. È più facile capire se quel dato argomento ha riscosso o no l'interesse preventivato.
Nel 2014 esordisci con il romanzo "Tanto è solo per adesso". Cosa troveranno i lettori al suo interno?
La storia di Martina, una giovane donna alle prese con un lavoro precario che piano piano andrà a infrangere tutte le sue piccole e grandi aspettative.
Ciao, Linda! Che dire... Ho 36 anni, vivo a Roma e lavoro come giornalista freelance e (da un po' di tempo a questa parte) anche come addetta alla comunicazione. Sono sposata e con me e mio marito vivono anche un micione molto ma molto pigro, una gattina sempre affamata e un cane. Quest'ultimo, che è un cucciolo di otto mesi, è entrato a far parte della nostra famiglia all'inizio di giugno: è stato trovato per la strada dai nostri vicini di casa e io e mio marito, appena lo abbiamo visto, ce ne siamo subito innamorati. Per il resto posso dirti, di positivo, che sono una persona estroversa, solare e creativa e di negativo, invece, che sono totalmente sprovvista di senso pratico e che, se esistesse un corso che insegna a ottimizzare gli spazi dentro i cassetti e gli armadi della casa, così come in valigia, lo farei di corsa perché ho un cattivissimo rapporto con l'ordine e le cose da sistemare secondo un criterio funzionale.
La laurea in Lettere, il corso di perfezionamento in Editoria, Giornalismo e Comunicazione, l'impiego nel campo dell'editoria e l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti. Quando si accende in te la scintilla della scrittura e dove trovi il tempo per dedicarti a essa?
Si è accesa fin da quando ero bambina: direi fin dai tempi delle elementari e dei "pensierini" da scrivere a casa. Nel tempo, poi - sempre durante l'infanzia - sono arrivati i racconti (mi piaceva molto scrivere storie di genere fantastico) e in più ho sempre amato trascrivere in maniera ironica quello che di buffo accadeva nella mia famiglia (e di cose buffe, perlomeno ai miei occhi di bambina, ne capitavano sempre molte), così come inventare didascalie e commenti per le fotografie raccolte negli album. Poi, manco a dirlo, da adolescente ho tenuto il classico diario segreto e quando ho iniziato a lavorare (mi riferisco per lo più ai lavori saltuari che ho fatto durante l'università e al primo stage dopo la laurea) mi è capitato spesso di raccogliere tutte le avventure e disavventure quotidiane mie e delle mie colleghe in una sorta di "diario di bordo". Insomma, ho sempre avuto la necessità - si, direi proprio la "necessità" - di annotare da qualche parte le mie emozioni e raccontare tutto ciò che, secondo me, meritava di essere fermato da qualche parte e condiviso.
Per quanto riguarda la narrativa - quindi ciò che scrivo solo per passione e nei ritagli di tempo da ciò che invece scrivo per lavoro - confesso che non ho momenti standard in cui mi siedo e mi metto a digitare al pc. Ad ogni modo, tendo a scrivere con più facilità la mattina presto, a mente fresca e non ancora schiacciata dalla "to do list" del giorno, e poi nel fine settimana. Le idee flash, invece, tendono a sbocciare nella mia testa all'improvviso (possono arrivare mentre mi lavo i denti, così come mentre aspetto l'autobus o calo la pasta) e in quel caso, nei limiti del possibile, corro ad appuntarmele. In genere lo faccio sul cellulare.
Daccene un assaggio.
Piacere mio di essere stata ospitata e... crepi il lupo!
Sì. È una sorta di "favola contemporanea" nella quale ho voluto raccontare la magia insita nei dettagli e negli scenari più semplici e quotidiani. La magia che spesso, obiettivi e preoccupazioni percepiti come prioritari, non consentono di vedere e apprezzare in tutta la sua bellezza. Protagonista della mia storia è Berto, giovane e ambizioso piccione che, grazie a un'idea di sua nonna Allegra, si ritroverà a fare un'esperienza inaspettata e a guardare il mondo attorno a sé con altri occhi.
Ecco l'incipit del racconto:
[...] Se sua nonna fosse stata un po' meno sconclusionata, non avrebbe abbandonato la magia di punto in bianco per dedicarsi al crochet. E a quel punto, oltre a lasciargli in eredità una macchina fotografica speciale, lo avrebbe ragguagliato sul suo funzionamento e su un paio di altre questioncine. [...]
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Sì. E di certo, il giorno in cui avrò qualcosa di più concreto e definito da poter annunciare, ti contatterò con piacere!
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo! EWWA (European Writing Women Association) è un'associazione di autrici e professioniste del mondo della comunicazione nata con lo scopo di sostenere la formazione e crescita creativa delle sue socie attraverso incontri, eventi e workshop. Se mi sento di consigliare l'iscrizione all'associazione EWWA anche alle mie colghe? Assolutamente sì, perché il confronto, la condivisione di esperienze e lo scambio di informazioni che viene a crearsi fra tutte le autrici e le varie professioniste della scrittura è, a mio parere, assai utile e arricchente.
Partecipi all'antologia EWWA dal titolo "Italia: terra d'amori, arte e sapori" con il racconto "Il piccione Berto e la magia di Roma". Come nasce l'idea per questo libro?
Nasce dalla mia voglia di trasformare un momento di rabbia e di sconforto in qualcosa di positivo. In pratica è andata così: nel 2012, proprio un mese dopo aver fissato la data delle nozze, mi sono trovata all'improvviso ad avere meno pezzi da scrivere e, come potrai immaginare, sono andata in crisi. Poi però mi sono imposta di trovare qualcosa di positivo in quello che stavo vivendo - ho sempre creduto e continuo a credere nel principio delle opportunità nascoste nei momenti di crisi - e alla fine mi è venuta un'idea: prendere ispirazione dalla mia storia e costruirci sopra un romanzo. Quindi, in sostanza, prendere spunto dall'impatto che il lavoro precario aveva avuto sulla mia vita e immaginare la storia di una giovane una donna per certi versi simile a me e per altri no.
Quali tematiche affronti al suo interno e quale messaggio vuoi trasmettere?
Affronto, appunto, la tematica del lavoro precario e di come, l'assenza di stabilità economica possa incidere sulle piccole e grandi aspettative di una trentenne. Lo faccio, però, con uno stile narrativo frizzante, quello tipico del genere chick lit e quindi il risultato complessivo è quello di una storia che porta ora a sorridere e ora a riflettere.
Sei membro dell'associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?