Ciao Linda, grazie per l’opportunità che mi dai di parlarvi di quello che faccio. Io sono insegnante di scuola dell’infanzia e ho una laurea in Lingue e Letterature Straniere. Vivo a Montorio al Vomano (TE) in Abruzzo, ma sono originaria di Giulianova e per metà Lucana di Matera. Sono sposata da poco più di sei anni, mi diletto a dipingere, a giocare ai video giochi e anche nel canto polifonico quando la voce me lo permette, perché il lavoro che faccio esige una gran quantità di voce. Ho una grande passione per la fantascienza, per tutto ciò che è tecnologico e che riguarda lo spazio sin da quando ero una bambina. Sono cresciuta a pane e cartoni animati sui Robot e sulle astronavi spaziali. Questione di DNA mi dico sempre… Ho iniziato a scrivere fantascienza quasi per gioco, dopo essermi innamorata dei romanzi di Isaac Asimov. Ho continuato a scrivere fantascienza in maniera più matura fino a quando non sono arrivata a questo nuovo genere che è la fantascienza cristiana. La mia scrittura nasce dall’esigenza di raccontare un incontro e un’esperienza molto forti che risalgono al 2006, quando ho (ri)scoperto la mia fede. Io la chiamo la mia “conversione”, perché cattolica lo sono sempre stata per nascita, per famiglia, per abitudine, ma poi ho capito come la fede non sia semplicemente un fatto privato, ma riguardi l’intera persona a 360° gradi. Certo, per continuare a scrivere di fantascienza (vista l’apparente inconciliabilità di fede e fantascienza) ho dovuto trovare un compromesso. Mi ci sono voluti diversi anni, ma alla fine sono nati i primi racconti di fantascienza cristiana.Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università e insegnante di scuola dell’infanzia. Dove trovi il tempo per scrivere?
Il tempo non mi manca, io scrivo anche quando non scrivo… nella mia mente elaboro e rielaboro frasi, eventi, notizie che nel corso della giornata mi hanno colpito. Soprattutto situazioni di vita. I miei racconti attingono alla realtà circostante, al paradosso che spesso ci circonda, al disumano dilagante, all’orrore che si fa strada quasi indisturbato. Non è una questione di tempo, ma di riuscire a mettere tutto su foglio elettronico.Sei appassionata di fantascienza da quando avevi tredici anni. Parlacene.Come ho detto credo che la passione per la fantascienza sia nata un po’ prima già con i cartoni animati di robot, astronavi, alieni, ecc. Erano i miei preferiti, lì la mia fantasia ha preso il volo e a tredici anni si è fissata su carta…Allora si usava ancora la carta! Le prime storie sono state avventure nello spazio di una ragazzina scritte con i primi programmi di video scrittura su Commodore 64 e stampate con i fogli ciclostilati, ma prima ancora scritte su blocchi di carta. Dopo Asimov è arrivata la fantascienza di Gibson e la passione per il cyberspazio…Sei stata anche autrice di una rivista cristiana gratuita “Voci dell’Anima” e hai gestito per diverso tempo il blog ‘E-vangelizzazione’. Perché la religione?
“Voci dell’Anima” è stata una esperienza bellissima! Era una rivista online a uscita mensile. Ha raggiunto 50 numeri! Ne ero l’unica e sola curatrice, ma avevo diversi collaboratori: scrittori, poeti, scultori, pittori, persone che semplicemente davano la loro testimonianza, ordini religiosi che mi mandavano riflessioni sulla Parola di Dio. Erano tante le Voci di questa rivista, ma ognuna a suo modo parlava di Dio. Questo era lo scopo: parlare di Dio in tanti modi e attraverso tutte le forme dell’arte.
Il blog 'E-vangelizzazione' è venuto dopo la rivista, perché era più semplice da gestire, più veloce, l’ho aggiornato fino a qualche tempo fa. Mi colpiva molto l’idea di usare la rete per evangelizzare e parliamo di tempi pre-social network, quindi prendevo articoli che trovavo in rete e li linkavo sul blog. Questa volta l’intento era quello di far emergere fatti e situazioni di cui la televisione i canali mediatici tradizionali non parlavano. Per esempio di tante belle notizie legate anche alla fede. Nessuno parla mai delle foreste che crescono, ma solo degli alberi che cadono. Quindi lo scopo intanto era la buona notizia, far vedere che tutto era possibile, che nessuna situazione era veramente così disperata.
Perché la religione? Perché essa porta speranza e quel raggio di sole che dissipa le tenebre. L’esigenza era sempre quella di raccontare la bellezza dell’incontro con Dio, nel momento stesso in cui ti rendevi conto di quante cose brutte c’erano invece intorno a te. Nel 2004 esordisci con il romanzo “Ragnatela dimensionale”. Daccene un assaggio.
Sì, tanto tempo fa! La mia prima esperienza di pubblicazione con casa editrice (La Delos Books di Milano), assai deludente devo dire. Doveva essere una saga di fantascienza tradizionale e questo volume ne era il primo capitolo. La protagonista era Shine una ragazza cyborg, discendente di una potente dinastia. Era una saga di fantascienza mista a fantasy in realtà, ma ne avevo in testa tutti i capitoli… Poi, come spesso accade, la tua vita prende pieghe inaspettate e allora questo progetto è stato abbandonato.Nel 2013 pubblichi una raccolta di racconti dal titolo “You God” con la quale ottieni il secondo posto al ‘Premio Contemporanea d’Autore’ 2014 di Alexandria Scriptori Festival, insieme a una menzione speciale e il premio del Presidente al ‘Premio Tra le Parole e l’Infinito’ 2014. Cosa ricordi di questa esperienza?
Ricordo anzitutto la soddisfazione la gioia di vedere pubblicati i miei primi racconti di fantascienza cristiana. Ricordo il senso di gratitudine verso Donatella De Bartolomeis delle Edizioni Il Papavero che ha creduto e crede in un genere come la fantascienza cristiana. Con questo primi libro ero piena di dubbi perché il genere spaccava in due, era controverso, suscitava non pochi interrogativi, questioni e reazioni contrastanti. Ma vederlo premiato per ben due volte mi ha dato tanta carica, perché, e in particolare mi riferisco alla motivazione del secondo posto e della menzione speciale in Contemporanea D’Autore, lì ho capito di aver centrato il bersaglio, di aver trovato il modo con la fantascienza cristiana di gettare una luce sul futuro dell’uomo a partire dalle sue scelte senza Dio nel presente. “You God” affronta temi attuali, ma assai scottanti, come l’eutanasia, la fecondazione artificiale, l’aborto, la persecuzione dei cristiani, la disabilità, ecc e vederlo premiato mi ha fatto capire come, in realtà, oggi ci sia bisogno di parlare di questi temi da un punto di vista inedito.
Nel 2015 segue la raccolta “Racconti nascosti nei sogni”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Sì! Nata prima come ebook e poi come libro cartaceo, sempre grazie alla fiducia dell’Editore. Questa volta i racconti sono 9 e ci avviciniamo di più al concetto di sogno senza Dio. Quando l’umanità sogna, estromettendo il Creatore dalla propria vita, traccia scenari futuristici che in realtà già oggi viviamo, purtroppo, in una indifferenza e, a tratti, mancanza di umanità che fa paura. I racconti di fantascienza cristiana cercano di riportare quel tratto umano, quel tratto di calore, quella speranza che oggi abbiamo perso. Troviamo anche qui gli stessi temi scottanti, affrontati dal punto di vista di personaggi diversi, umani e non. Troviamo la fede in sottofondo, ma troviamo anche la necessità di riflessione su alcuni aspetti.
Qual è stato l’input per questa racconta e quale messaggio vuoi trasmettere ai lettori?
L’input è stato lo stesso per entrambe le raccolte. Raccontare di come già oggi stiamo costruendo il nostro futuro. Un futuro a tinte fosche, perché generato dall’autodeterminismo e dal dominio della scienza sulla coscienza.
Il messaggio che desidero trasmettere è la necessità di riflettere, di prendere posizione, di trovare il coraggio di dire “io non sono d’accordo”. Una volta Papa Francesco ha detto che c’è bisogno di persone in grado di svegliare il mondo. Ebbene, io sono una di queste ed intendo pungolare sui temi sui quali oggi tanta umanità si è addormentata.
Quali tematiche affronti?
Come ho detto sopra le tematiche sono principalmente quelle che riguardano la vita, sia quella nascente che quella morente e il tratto in mezzo ovviamente. La vita, quando è vista come un dono, non può che essere accolta e accompagnata fino al suo naturale termine. Quando, invece, è vista come un diritto sulla quale si ha possibilità di scelta, allora la si tratta come una merce. La riflessione qui si rende necessaria e va messa in bocca ai diretti interessati. Un altro tema è quello del progresso scientifico che dà l’illusione all’uomo di potersi autodeterminare, di potersi selezionare o costruirsi in un modo piuttosto che in un altro, ossia con un DNA particolare. La disabilità viene affrontata in alcuni racconti e mostrata nel suo valore reale di ricchezza.Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e la consiglieresti alle tue colleghe?
EWWA è una rete di scrittrici sparse in tutte Italia e fuori, basata sulla solidarietà professionale e creativa. È un network che fornisce efficaci strumenti operativi utili a incrementare le singole competenze delle socie attraverso il confronto di diverse esperienze, una rete di contatti e scambi tra professioniste della scrittura e dei diversi settori dell’editoria. Si la consiglierei e la consiglio!
Hai partecipato all’antologia “Italia: terra d’amori, arte e sapori”(EWWA) con il racconto “Posso consigliare il menù?”. Di cosa si tratta?
Avevano chiesto un racconto legato alla propria terra e a un particolare monumento. Anche se io vivo in Abruzzo ho chiesto il permesso di parlare di un monumento che si trova nelle Marche a San Benedetto del Tronto sul porto, il monumento al Gabbiano Jonathan Livingston, che è stato realizzato dal mio prozio il pittore Mario Lupo. Il racconto parla del matrimonio inteso come sacramento e della sua indistruttibilità nonostante le numerose prove ai quali i coniugi sono sottoposti. Una di queste è la separazione, momento molto doloroso, ma superabile nel racconto grazie alla possibilità di attingere al sacramento per superare le incomprensioni e tornare a essere marito e moglie. È un messaggio, questo, molto importante che mi sono sentita di voler dare a tutti gli sposi: di non scoraggiarsi mai, neanche davanti alla croce più pesante, perché c’è sempre la possibilità di rialzarsi e andare avanti grazie a Lui! Anche questo è un racconto di fantascienza cristiana, dove abbiamo un ologramma legato al frigorifero e grande esperto di cucina.Hai qualche altro progetto in cantiere?
Sì, il terzo libro, che questa volta non sarà una raccolta di racconti ma un lungo racconto monografico, che tratterà il tema della vita dopo la morte. Si tratta di una prova per me, perché finora ho sempre scritto racconti brevi. Eppure questo racconto lungo, più lo scrivo e più si lascia scrivere, segno che la fantascienza cristiana sta prendendo ed esigendo più spazio rispetto a quello che gli ho dato sinora.E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Anche per me è stato un piacere. Grazie di cuore.Crepi!
Per seguire Annarita YOU GOD - RACCONTI DI FANTASCIENZA CRISTIANA