Le avventure di ALicE: commessa dell’anno 2012

Da Leragazze
Qualche giorno fa mi trovai nella necessità di acquistare un dentifricio e trovandomi a passare davanti a una grossa profumeria facente parte di una catena nazionale pensai che avrei potuto acquistarlo li.
Appena entrata nel negozio mi accorsi subito che quel giorno sarebbe finita una promozione grazie alla quale gli acquisti effettuati sarebbero stati scontati del 15% [bei tempi quelli in cui TUTTE le profumerie facevano il 20% di sconto SEMPRE. Ma questa è un'altra storia]. Insomma, proprio come un’allocca, come una perfetta italiana media, mi lascio convincere dalla commessa alla quale avevo chiesto il dentifricio a farmi truccare perché voleva farmi provare un meraviglioso fondotinta scontato. Io sono sempre alla ricerca di fondotinta meravigliosi, per cui la signorina con me quel giorno aveva trovato terreno fertile. Comincia a mettermi un fondotinta cospargendolo con un apposito pennello. A quel punto le faccio presente che non mi piacciono tanto i fondotinta col pennello (incorporato) perché mi dà l’impressione di sprecare la crema. Ma la signorina mi spiega che sono una deficiente non era vero perché le mani cannibalizzano il prodotto. Ovvero [razza di ignoranti che siete, anche voi!] lo assorbono in gran quantità sprecandolo. Comunque mi asseconda mostrandomi un altro tipo di prodotto. Stavolta evito di dirle che detesto anche i dispenser perché l’ultima parte di crema che rimane in fondo al barattolo di vetro non si può recuperare in nessun modo [salvo intervenendo con una punta di diamante (che non ho) o con un martello (che avrebbe mandato in frantumi il vetro, e quindi reso inutilizzabile la crema rimasta)]. Evito, come dicevo di palesarle la mia antipatia per i dispenser soprattutto per evitare di metterle in bocca dei commenti poco carini su di me e sulla mia presunta tirchieria. In ogni caso, alla fine della seduta di maquillage, mi convince a comprare un fondotinta del colore che diceva lei. Io lo avrei preso poco poco più scuro per darmi un leggero colorito, ma lei no! Il fondotinta non deve colorare, deve uniformare l’incarnato! E lei è chiara! Se lo prende più scuro le fa macchia! Si, ma… ma… io in primavera sono un po’ più scuretta, magari mi uniforma lo stesso il tono più scuro! Ma no! Non c’è stato niente da fare! Mi sono lasciata convincere come una scema che il colore che mi aveva suggerito era perfetto. Quindi con la coda tra le gambe lo compro, pago e esco. Sulla strada di ritorno già comincio a pentirmi di averle dato retta. Rimuginando rimuginando il giorno dopo mi decido e torno alla profumeria spiegando la situazione alla ragazza alla cassa, la quale molto gentilmente mi spiega che avrei certamente potuto cambiare il colore, ma avrei dovuto pagare la differenza di prezzo già che la promozione era terminata proprio il giorno prima. Cerco di spiegarmi meglio ripetendole che non volevo fare un reso, ma solo cambiare il colore. Stessa marca, stesso fondotinta, solo il colore diverso! Ma lei insiste: no, si tratta di un reso, per cui rientra un prodotto pagato X – 15% e esce un prodotto che (oggi) costa X. Quindi per fare il cambio avrei dovuto in pratica rinunciare allo sconto! Ma non se ne parla neanche! Lo sconto è stato il solo motivo che mi ha indotto all’acquisto! Incavolata come una belva ringrazio e torno a casa! Cerco su internet il sito del negozio, ma (sorpresa!) non hanno un indirizzo email (all’avanguardia, no?). Quindi mi attacco al telefono (l’unico contatto che forniscono, escludendo di mandare una lettera di carta). Parlo con una signora, la quale mi spiega che in effetti la sua collega aveva ragione: si trattava contabilmente di un reso, per cui era vero, avrei dovuto pagare la differenza di prezzo. Avoglia a spiegare alla solerte impiegata che non si trattava di un prodotto acquistato con i saldi di fine stagione, e che quindi non era più in vendita. Comunque, com’è, come non, è alla fine, probabilmente presa per sfinimento, la signora mi concede eccezionalmente il cambio colore senza sovrapprezzo. Ritorno al negozio con l’aria un po’ boriosa, spiegando la situazione, della quale nel frattempo erano stati comunque messi a conoscenza. Mi chiamano la commessa (sempre lei!) che mi guida allo stand dove erano esposti i trucchi della marca che avevo preso. Mi fa vedere il colore più scuro. Insiste per farmelo provare in viso (perché sa, la pelle del viso non è mai del colore del polso), e… stenterete a crederlo (stento a crederlo tuttora perfino io), ma mi ha convinto che il tono più scuro sarebbe stato troppo scuro e quello che avevo preso era davvero perfetto per me!
Conclusione: ore sprecate tra andare, tornare telefonare. Incavolature sprecata (perché tanto ha avuto ragione lei); autostima sprecata (perché mi hanno preso, piegato e messo in tasca!) e soldi sprecati (perché io quel fondotinta così chiaro non l’ho mai messo volentieri). E lei? Lei ha di sicuro vinto i  premio Commessa dell’anno 2012!

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