Mi piace Madman per il candore e la purezza del suo protagonista, un personaggio recuperato alla vita dalla morte, un eroe sui generis con facoltà ultra umane seppur capricciose ma capace di andare in completa e totale difficoltà imbarazzandosi enormemente nel conoscere il padre di Joe, la donna da lui amata. Un eroe tenero e ingenuo, aperto alla vita e allo stesso tempo pieno di dubbi esistenziali e di domande su cosa lo aspetti dopo la morte, la fine di tutto che renderebbe completamente insensata ogni vita o una coscienza capace di sopravvivere all'eternità?
Si passa dal bianco e nero e viola del primo volume ai colori più accesi che la quadricromia possa offrire, ma non è solo il comparto grafico/visivo ad affondare le mani nel pop style più spinto, ma anche la vasta gamma degli elementi da narrativa pop trattati nella miniserie: andiamo dalla galleria dei costumi agli scienziati pazzi, dai viaggi nel tempo ai dinosauri, dai robot dal design retrò al viaggio on the road, dagli alieni venuti dallo spazio a strampalati agenti deviati. Ah, ci sono anche i toupet. In mezzo a tutto questo casino un uomo (?) buono che cerca in ogni modo di fare la cosa giusta. Ma che bello è questo personaggio?
Coinvolto dal Dr. Flem in una sorta di viaggio del tempo che comprensibilmente prevede qualche rischio, il nostro eroe non ha altra preoccupazione che quella di non riuscire a tornare in tempo dal viaggio per l'appuntamento delle sette con la sua amata Joe. Nel frattempo ci sono da tenere sotto controllo il Professor Boiffard e i suoi esperimenti espandi-cervello, la Professoressa Mamie Vargas e il suo automa Bot-M abbandonati nella preistoria, un alieno proveniente da una galassia lontana lontana, degli strambi men in black e pure un supereroe stralunato. Nel mezzo un personaggio vero, puro, capace di farsi amare dalla prima all'ultima vignetta.
Leggetevi i primi due volumi della Collection, vedrete se non vi verrà voglia di andare a dormire accompagnati da un pelouche di Frank Einstein.