Le biblioteche: spazio comune e servizio sociale no stop

Creato il 04 febbraio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Simona Postiglione La presentazione della biblioteca Il Pertini di Cinisello Balsamo (MI) è l'esempio quasi perfetto dei servizi che ci si aspetterebbe di trovare oggi frequentando una qualsiasi biblioteca del territorio: possiamo leggere o studiare, prendere un libro in prestito, vedere un film o ascoltare musica, ma anche incontrare gli amici, partecipare a incontri, seguire corsi di formazione o semplicemente bere un caffè. Troviamo libri, giornali, e-book, musica e tanti film. Tutto può essere preso in prestito e restituito anche autonomamente mediante le postazioni di auto-prestito e reso. Sono dotate ormai quasi tutte della rete Wi-Fi e ciò garantisce l'accesso gratuito a internet. Si trovano riviste e giornali e aree dedicate a bambini, ragazzi e genitori; ampie e luminose sale per chi deve studiare in silenzio, numerose postazioni dotate di lampade e computer, spazi attrezzati per laboratori e corsi, sale conferenza, auditorium. Divani, pouf e, udite udite, cyclette dove leggere o ascoltare musica pedalando, perché la cultura non è per i sedentari! Un'oasi di pace insomma, di angoli accoglienti e intimi dove leggere e rilassarsi.

L'efficienza della struttura varia secondo il contesto in cui sorge naturalmente, tuttavia, quelli che sono ancora definiti per antonomasia "presidi del territorio", nascono tutti con lo scopo di favorire la crescita culturale, individuale e collettiva, riconoscendo il diritto dei cittadini all'informazione. La realtà con cui le biblioteche sono costrette a confrontarsi da qualche anno però è cambiata notevolmente a causa della crisi che ha imposto tagli consistenti ai loro fondi, dovendosi inoltre adeguare alla nuova situazione sociale. Le biblioteche sono da sempre un punto di riferimento per la popolazione del territorio dove sono dislocate, ma l'utenza è mutata negli anni accogliendo tra i nuovi membri molti extracomunitari, appartenenti a diverse etnie, che si rivolgono alle strutture chiedendo servizi differenti dall'usuale prestito: la consultazione delle banche dati per la ricerca di un lavoro, aiuto per la compilazione di curriculum, la ricerca dei siti ufficiali che offrono le indicazioni per gli sgravi fiscali, gli sconti, le graduatorie. Aggiungiamo la richiesta d'assistenza per verificare la propria posizione per il permesso di soggiorno.
Accade soprattutto nelle zone più popolari, come testimonia il Dott. Giorgio Latuati, direttore della Biblioteca civica L. Penati di Cernusco sul Naviglio, comune della provincia di Milano: «Non solo in Italia, ma anche nel resto dell'Europa. Da una parte minori fondi a disposizione, dall'altra una richiesta da parte dei cittadini meno abbienti (che sono sempre di più) di essere un polo sociale, oltre che culturale. Richiesta cui le biblioteche dovrebbero rispondere. Anche per continuare a legittimare il proprio luogo nella società».



Molte strutture sono in difficoltà a causa dei troppi tagli e per le accresciute esigenze degli utenti, costretti dalla crisi a ricorrere sempre più ai servizi gratuiti: da una parte dunque cresce la domanda, dall'altra diminuisce l'offerta, mentre i bibliotecari sono sempre più impegnati nel tentativo di soddisfare le diverse richieste.
«Cernusco e la nostra zona è meno colpita, finora, da questo fenomeno» conferma il Dott. Latuati. «Esso ha colpito soprattutto le grandi città, dove oggettivamente l'utenza è potenzialmente maggiore, dove le classi meno abbienti sono più presenti (la periferia e l'hinterland limitrofo), dove la popolazione straniera è maggiore. Finora, ma nel futuro ci arriveremo, la perdita di fondi non è stata grossa (non essendo poi così tanti i fondi). Abbiamo aumentato utenza e prestiti perché l'utenza ‘normale' ha meno soldi per acquistare libri e giornali. Vi sono richieste di sostegno sociale (lavoro, ecc.) che l'Amministrazione tenta di affrontare con canali, che magari hanno per scenario, per contenitore, la biblioteca, ma non sono da essa direttamente organizzati».
Se gli studenti si appoggiano alle biblioteche soprattutto per avere a disposizione la rete Wi-Fi, gli anziani chiedono di imparare a usare internet e leggono i giornali, mentre i cittadini stranieri chiedono più libri in lingua originale. La crisi però ha costretto a tagli lineari su tutto — libri, dvd, quotidiani, riviste — che non consentono alle biblioteche di investire sulla formazione del personale. Per sopperire alla mancanza di fondi, molte strutture si rivolgono ad altre sul territorio per ricevere i titoli richiesti dalla sua utenza; questo scambio reciproco allunga i tempi per i lettori, ma consente acquisti più mirati.
«Sempre più si rivela indispensabile la cooperazione bibliotecaria, per ridurre sprechi, doppioni, dove il catalogo del materiale documentario è sempre più da pensare come di Sistema, dove il concetto di possesso di un'opera deve fare posto al garantire all'utenza l'accesso all'opera, in maniera cartacea con il prestito interbibliotecario o con i mezzi digitali. Altre forme di cooperazione: sulle infrastrutture tecnologiche, magari sul personale».

Non tutte le realtà di quartiere naturalmente risentono allo stesso modo della crisi e non tutte rilevano le stesse problematiche, tuttavia sembra un pensiero comune quello secondo il quale sarebbe utile un forte coordinamento con i servizi del Quartiere, offerti dall'Istituzione e dal Comune.
«Chiaro che in questi tempi le biblioteche devono ricostruire la propria mission. ‘Attacchi' da vari fronti la costringono a rinnovarsi: le nuove tecnologie e l'e-book, la diminuzione di fondi, il doversi presentare (con un ritorno al passato) non più solo come efficiente dispensatore d'informazione, ma anche come centro socio culturale che sostenga le esigenze più ampie della popolazione, come sportello per incontrare agenzie pubbliche diverse, ecc.».
Tra tagli irragionevoli, opere d'innovazione cui non seguono risorse, cattive gestioni, proteste del personale e degli utenti, le biblioteche italiane — da nord a sud  stanno vivendo i loro anni più difficili; tuttavia c'è qualche motivo di speranza, si comincia a intravedere un'attenzione maggiore, soprattutto da parte dei cittadini che, nonostante il periodo di crisi, non hanno smesso di spendere per la cultura. L'augurio è che si possa ripartire per la ripresa proprio dal nostro patrimonio culturale.

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