Le biomasse non sono una forma energetica per un mondo pulito

Creato il 28 settembre 2010 da Unosidistraealbivio

28 settembre 2010 di unosidistraealbivio

Vi proponiamo un interessante contributo sulle biomasse messo a disposizione da Francesco Sodo, laureato in Scienze Ambientali e originario delle nostre terre, frutto di uno studio condotto con l'ausilio di studiosi che si occupano di Nanopatologie da inceneritori, acciaierie e impianti a biomassa.

Qui di seguito trovate un estratto. L'intero documento è scaricabile qui.

" Biomasse significa bruciare scarti dell'agricoltura ed escrementi di animali che non hanno subito il processo di fossilizzazione, pertanto i combustibili fossili non possono essere considerati biomasse. Dal calore produciamo energia elettrica. Si sostiene che le biomasse non inquinino perché il combustibile utilizzato è legno vergine e dalla combustione si ottiene acqua e anidride carbonica. In altre parole è come dire che bruciando un albero riduco a pochi secondi quello che in natura avviene lentamente col processo di putrefazione. In parte è vero ma un albero non è fatto solo di carbonio e acqua. Tutto il mondo vegetale si trova a contatto con l'aria e con la terra. L'aria contiene polveri, il terreno tanti elementi naturali e concimi chimici immessi dall'uomo. Tutte queste sostanze vengono assorbite dalle piante. Quando queste vengono bruciate vi è un rilascio in atmosfera di una notevole quantità di sostanze inquinanti. In laboratorio sono state analizzati pellet provenienti da tutte le parti d'Italia e dall'Austria. Dalle analisi sono risultati una miriade di elementi minerali tossici. Addirittura in alcune foglie di eucalipto provenienti dalla Sardegna sono state trovate tracce di oro. Come alimentare tali impianti se in Italia non ci sono abbastanza biomasse? In Emilia Romagna sono in progetto otto impianti. Per alimentarli occorre una particolare coltivazione di alcune specie di canne eliminate da decenni perché erano infestanti per le altre piante. Bisognerebbe reimpiantarle per uno spazio di tre volte e mezzo la regione stessa. Questa strada non è praticabile. Quale allora la soluzione? Si va ad importare dall'estero olio di palma dalla penisola di Malacca. Questo significa un notevole dispendio economico a causa della grande distanza e inquinamento da petrolio. [...] Un altro modo per procurarsi combustibile è trasformare il rifiuto in qualcosa di compatibile per bruciarlo: in pratica produrre il CDRQ cioè combustibile da rifiuto di qualità depurando l'immondizia urbana da certe sostanze [...] Chi trae vantaggio? Chi guadagna 24 milioni annui provenienti dai certificati verdi che paghiamo con le nostre tasse sul 7% della bolletta della luce."

Dott. Francesco Sodo

NdA Il testo è stato scritto con l'ausilio di video creati dal Prof. Montanari (scrittore scientifico, ricercatore e studioso di nanopatologie da impianti industriali, direttore scientifico nell'azienda modenese Nanodiagnostics).

Se a questo ci aggiungiamo la sicura irreperibilità in loco della materia prima, le gravi violazioni di legittimità compiute dalle nostre amministrazioni per approvare la concessione, l'incuranza delle istanze presentate dalle comunità vicine e dalle 40 famiglie che lì ancora vivono col frutto della propria terra, si intuisce quanto sia assurdo costruire una centrale di quella portata, al bivio di Grassano-Tricarico-Calle. Diffondi l'articolo su:

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