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"Le biomasse possono costituire il nostro petrolio domestico"‏

Creato il 09 dicembre 2011 da Informamenfis

L’amico di inFORMA MENFIs,  il Dott. Mario Ragusa, esperto in materia di biocarburanti del Comitato Scientifico Alternative Bioenergy srl, ci invita a leggere un estratto dell’ articolo di Luca Mercalli pubblicato su Cronache Lodigiane e sul blog di Beppe Grillo che tratta il tema delle biomasse e delle altre energie rinnovabili.

"L'inganno della crescita"
Indipendenti dal petrolio. Cosa proporrei dunque per uno Stato come l’Italia in questo momento storico per affrontare questa crisi? Farei un progetto di resilienza che è la proprietà di un sistema di sopportare uno stress esterno senza collassare. L’Italia non è per nulla un paese resiliente, è un paese che ha fatto il passo più lungo della gamba, è vissuto molto al di sopra delle proprie possibilità, facendo anche una grande festa che va al di là di quello che è stato il soddisfacimento dei bisogni fondamentali che quello è stato già raggiunto con il boom economico tra gli anni ‘50 e i primi anni 70. Adesso siamo già nell’era del superfluo, l’Italia è un paese che ha accumulato ricchezza, che l’ha anche sperperata e che ha un modello di vita piuttosto effimero. Suggerirei di investire le poche risorse economiche che restano nel rendere gli italiani più resilienti di fronte a questo futuro con molte trappole e trabocchetti. Un futuro dove l’energia fossile costerà sempre di più e quindi siamo un paese fragilissimo, legato al cordone ombelicale di un paio di gasdotti e di un po’ di petroliere che ci vengono a rifornire, possiamo essere più autonomi energeticamente? Ma certo che possiamo, siamo un paese ricchissimo di potenzialità di energie rinnovabili, l’idroelettrico l’abbiamo molto sfruttato negli scorsi anni, può essere rimordernato ma soprattutto il sole, il vento, le biomasse possono costituire il nostro petrolio domestico. Accanto alle energie rinnovabili, democratiche, che ognuno di noi può mettere sul tetto di casa, c’è rendere più efficienti i propri edifici, le nostre case sono dei colabrodo, l’energia che noi a caro prezzo compriamo all’estero, ricattati da mezzo mondo, possiamo in realtà produrcela in buona parte a casa nostra. Farei un’operazione di manutenzione del territorio, l’Italia è un paese completamente infrastrutturato, addirittura in molti casi in eccesso, solo che le nostre infrastrutture hanno poca manutenzione, noi fabbrichiamo, costruiamo e poi lasciamo crollare, suggerirei di abbandonare completamente i progetti delle grandi opere, non abbiamo più bisogno di grandi opere concentrate e faraoniche. Il mondo del futuro è un mondo, al limite, di piccole opere, ma diffuse, piccole non vuole dire che non siano all’avanguardia tecnologicamente, piccolo vuole dire nanotecnologie, vuole dire tecnologie dell’informazione, trasferire la visione di un mondo dell’industria pesante, del trasporto pesante a un mondo molto più leggero dove le relazioni avvengono via Internet, via telefono, attraverso le scambio di informazioni. Abbiamo un territorio che abbiamo reso molto fragile nei confronti dei cambiamenti climatici, delle alluvioni, un’agricoltura che non è più in grado di sostenere noi stessi. Ricuciamo tutti questi nostri rapporti con il territorio, facciamo delle nostre città dei luoghi più vivibili, che non siano legati soltanto all’arrivo di merci da oltreoceano e che restituiscono poi soltanto grandi quantità di rifiuti e fanno morire la nostra industria e la nostra produzione locale, ricreiamo quindi un mondo a misura d’uomo, dove non c’è bisogno di una grande competitività, non dobbiamo competere così tanto con il mondo esterno.
Per leggere tutto l'articolo di Luca Mercalli clicca qui

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