LE BRACI - Sándor Márai

Creato il 17 maggio 2015 da Lalettricerampante
È capitato molto spesso, da quando ho il blog e mi confronto più assiduamente con altri lettori, che alla domanda “cosa mi consigliate di leggere?” mi venisse risposto Le braci di Sándor Márai. Talmente tanto spesso che, per qualche strano fattore psicologico, ne ho sempre rimandato la lettura. Se me lo consigliano in così tanti, deve essere un bel libro. E io, con i libri quasi universalmente riconosciuti come belli, ho qualche problema.
Alla fine però, complice anche aver trovato il libro a un mercatino dell’usato a un prezzo veramente stracciato, ho ceduto. La tentazione era quella di non dire che lo stessi leggendo, di tenerla una lettura solo per me, così da non generare aspettative negli altri e non avere io complessi di inferiorità. Ma anche in questo caso ho lasciato perdere, perché qua e là c’erano delle frasi, degli spezzoni, anche solo delle parole, che meritavano di essere condivise con tutti.
Le braci di Sándor Márai racconta la storia di due uomini, talmente opposti, talmente diversi tra loro, che non potevano che diventare amici da ragazzi. C’è il generale, uomo ricco e fedele alle regole che gli sono state sempre imposte, a casa prima e nell’esercito poi, e c’è Konrad, povero e gracilino, amante dell’arte e della musica. La loro sembra un’amicizia forte e sincera che non spiega come, all’inizio del libro, li ritroviamo uno nell’attesa dell’altro, dopo quarant’anni di lontananza e di silenzi. Il loro è un incontro atteso ma al tempo stesso allontanato, perché metterà il punto finale a qualcosa di finito tanti e tanti anni prima.
La trama è poi tutta qui. Nel corso del libro scopriamo come i due si sono conosciuti e come sono diventati amici e poi, in un lungo monologo del generale, quello che è successo dopo, che cosa li ha fatti allontanare, che cosa è rimasto così tanto in sospeso da averli tormentati a lungo entrambi.
Questo lungo monologo, devo ammettere, mi ha creato qualche difficoltà. Non a livello di lettura, assolutamente, perché il libro è scritto molto bene e con il suo stile Sándor Márai riesce perfettamente a trasmettere quel senso di lunga attesa che il protagonista ha provato. A crearmi difficoltà è stato il contenuto.
Tutti siamo stati traditi da qualcuno nel corso della nostra vita (e, diciamo la verità, tutti almeno una volta, magari inconsapevolmente, magari perché non potevamo proprio farne almeno, abbiamo tradito qualcuno), tutti di questo tradimento abbiamo sofferto. Però, ecco, non credo che tutti abbiamo aspettato o aspetteremo quarant’anni per cercare di venire a capo, almeno con noi stessi, di questo tradimento e questa sofferenza. Non so, quando ho chiuso il libro il primo pensiero è stato che forse se i due protagonisti avessero fatto a botte, sarebbe stato tutto più facile per entrambi. Questo freddezza , questo dolore che pervade tutto il libro, perché le braci scaldano pochissimo ma se le tocchi il segno ancora te lo lasciano, per me sono stati inconcepibili, difficili da comprendere e, quindi, da accettare.
Questa mia visione diversa, che io sono convinta che un certo punto l’unica cosa che si possa fare sia lasciar perdere e andare avanti con la propria vita, per quanto triste e doloroso possa essere, mi ha reso difficile apprezzare a pieno il libro e il suo senso.
Capisco perché molti consiglino Le braci, perché mi rendo conto perfettamente della forza che può avere una storia così, ma al tempo stesso capisco anche quelle voci dal coro che a poco a poco sono spuntate quando ho detto che lo stavo leggendo e che hanno confessato di non averlo sopportato.
Personalmente, mi vedo di più nella seconda categoria, però sono comunque contenta di averlo letto e credo che lo consiglierei anche, perché utile per confrontarsi con se stessi verso un argomento che, come dicevamo prima, almeno una volta nella vita tocca tutti.Titolo: Le braciAutore: Sándor MáraiTraduttore: Marinella  D'AlessandroPagine: 181Editore: AdelphiAcquista su Amazon:formato brossura: Le braciformato ebook: Le braci (Gli Adelphi)