Come detto, sto dedicando le mie ore di insonnia notturna alla lettura di Tre uomini in barca.
Forse non tutti sapranno, che in origine Jerome K. Jerome, detto amichevolmente J. , tutto voleva fare meno che scrivere un libro umoristico. Voleva scrivere una sorta di guida turistica sul Tamigi, solo che ogni volta l'editore finiva per tagliargli le parti storiche e lasciava per la pubblicazione solo gli aneddoti di J. con i suoi due amici George e Harris. Ma anche se ben nascosto tra gli aneddoti di vecchie gite sui fiumi e ricerche di osterie o racconti di Harris con le gambe fuori dal letto mentre gli altri due le usano come portasciugamani, qualche digressione storico-turistica è restata, insieme, naturalmente, a tutti i racconti degli imprevisti nautici e alle cadute fuori bordo di uno dei 3 o talvolta anche di tutti e 3 i protagonisti
A parte l'umorismo inglese che mi mette sempre di buon umore, perchè così semplicemente aderisce alla mia acuta personalità, resto sempre infinitamente colpita da questa atmosfera bucolica e dall'idea di un viaggio con poche cose e in terre che allora erano incontaminate.
Risalire il Tamigi in barchetta, chi avrebbe il coraggio nel 2010?
Il progresso dovrebbe migliorarci la vita, l'elettronica, i pc, gli elettrodomestici, i cellulari, lo stereo, molte di queste cose rendono effettivamente la mia vita confortevole. Se e quando andrò a vivere da sola, benedirò ogni giorno l'inventore della lavatrice (e anche quello degli assorbenti usa e getta
Poi, però, mi scopro generosamente e forse eccessivamente nostalgica di atmosfere bucoliche e di un certo sano lavoro manuale.
O più semplicemente dotata di un diverso senso della misura.
Ad esempio trovo ancora adeguato il mio lettore mp3 regalatomi credo 6 anni fa, che ha una memoria di 1gb. Ci vanno su circa 150 canzoni. Mi sembra un numero sufficiente, non vedo perchè dovrei buttare un lettore mp3 che funziona e supporta 150 canzoni per prenderne uno da 4gb per metterci su 600 canzoni. Quando mai mi capiterà di sentire 600 canzoni di fila? Finchè funziona, camperà al mio fianco.
Delle scarpe vi ho già profusamente raccontato, della legge - Finchè c'è suola c'è speranza! - , dei cellulari forse no, ma nell'angolo della mia mente giace terrificante il timore di quando mi toccherà cambiarlo e dovrò imbattermi in pennini peniformi, tastiere che al primo volo si inondano di cristalli liquidi e software da ingegneri aerospaziali. Quando io tutto quello che ci vorrei fare, con il cellulare, è chiamare, rispondere alle telefonate e mandare sms.
Idem per i vestiti. Scelgo buoni tessuti (i sintetici mi fanno facilmente allergia e rush cutanei), metto jeans (e i jeans, sin dalle loro origini SONO FATTI PER RESISTERE ALLE INTEMPERIE), mi concedo un tocco chic di una cravatta comprata in saldo, in effetti faccio acquisti praticamente solo quando ci sono i saldi e non capisco perchè per ogni cerimonia bisogna "afforz" comprare un nuovo vestito elegante.
E' una logica senza senso, di chi vuole stracciare le carte da 500 euro come stesse strappando la lista della spesa vecchia! Roba da mettersi addosso che costi più di 100 euro smette di essere un semplice abito e diventa un investimento. E come tale va trattato. Va lavato con il giusto lavaggio, va riposto sulla stampella nella giusta maniera, va stirato con la giusta cura e cautela. Per un'unica ragione. Perchè va RIUTILIZZATO, per tutte le opportune occasioni. Lauree, matrimoni, battesimi, compleanni in ambienti chic. Il 4 settembre ho un matrimio. Credo che dovrò comprare una camicia nuova, perchè devo ancora riprendermi dall'improvviso ingrasso dell'esame di stato che mi ha fatto mettere 10 chili nel giro di 3 settimane. Ne ho persi più della metà, ma quelli che ancora mi avanzano sono magicamente planati sulle mie tette, rendendo la mia camicia di raso troppo stretta in petto. A stare, starebbe pure, ma passerei il tempo a tappare le falle quand'esse si presentassero, come è successo durante l'intensivo. Ma un conto è avere uno scoppio di tetta davanti alle tue compagne di specializzazione. Un altro è durante un matrimonio pieno di fotografi sciacalli, gente adulta e altrettanta gente di poca simpatia che rischierebbero di ricordarti quell'episodio nei secoli dei secoli come il più caratteristico del matrimonio
Approfitterò dell'outlet che hanno aperto da poco a Marcianise.
Così come trovo di difficile comprensione la logica del jeans strappato. O meglio dell'acquisto del jeans strappato. Il jeans strappato ha un suo significato sociologico se hai comprato un jeans, lo hai messo per 100 anni di fila, si è strappato e incurante della logica consumistica ti dici - Continuo a indossarlo finchè non mi esporrà le parti intime! - . Invece ora i jeans strappati si comprano. Cioè, si comprano già strappati intendo. Ossia, si comprano già rotti. Ma che logica è comprare una cosa già rotta? Si comprerebbe un libro con alcune pagine mancanti? O un pc con lo schermo sbriciolato? O un cellulare che non prende la linea?
Lo so, il problema è mio, ho proprio delle chiare difficoltà di adattamento ambientale, la mia logica è concreta e probabilmente priva della giusta dose di senso estetico. Ed è proprio un ragionamento da anzianotta, quella di chi nutre una certa invidia per la tranquillità dei tempi che furono.
Ma è una rude verità. Non voglio avere più soldi di quanti non ne siano necessari per avere una certa sicurezza, se mi offrissero tremila euro al mese per fare la selezione del personale (che odio e mi avvilisce la sola idea) e la metà per fare lo psicologo clinico in una clinica, sceglierei la seconda perchè mi farebbe stare bene fare il lavoro che mi piace (ma tanto quando mai mi proporranno due lavori contemporaneamente