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"le catene della sinistra": capire (e confutare) i colpevoli di un potere immobile

Creato il 08 giugno 2014 da Alessandro @AleTrasforini
E' possibile per le forze di (Centro)Sinistra italiane compiere una seria opera di analisi e (auto)critica al fine di comprendere i motivi che hanno più volte condotto a risultati elettorali e programmatici non all'altezza di aspettative ed ambizioni iniziali?
Il progetto di costruire uno schieramento capace di inseguire la (troppo) citata "vocazione maggioritaria" è un risultato che ha condotto, nel tempo, ad un 41% maturato nelle ultime elezioni per la composizione del Parlamento Europeo.
Dietro ad un successo (apparentemente?) clamoroso, ci sono però una serie di (inevitabili) domande che troppi politic(ant)i si rifiutano di porre (e porsi): questo risultato è attribuibile più ad un Partito divenuto solido o maggiormente ricollegabile al carisma di un singolo leader che ha attratto voti e consensi come una "carismatica calamita"? Il consenso straordinario riscontrato può definirsi come punto di partenza, punto di arrivo o di "massima" destinato ad affievolirsi tanto velocemente così come si è generato?
Dietro al successo conseguito ci sono davvero un piano di riforme istituzionali e provvedimenti economici all'altezza delle aspettative riposte?
Queste e molt(issim)e altre domande hanno da sempre caratterizzato riflessioni, sensazioni e pensieri di un elettorato come quello ricollegabile al bacino di (Centro)Sinistra. Esistono però vincoli "superiori" che non sono stati lambiti dal dibattito e dalla caccia all'untore per le molte delusioni maturate?
Quali potrebbero essere i "nemici invisibili" che la Sinistra ha fino ad oggi coltivato e fatto crescere (indisturbati e/o indisturbabili?) internamente ai suoi corpi dirigenti e/o pensanti? Sono stati anche questi nemici in(di)visibili a far raggiungere apparenti successi ed inaspettati fallimenti?
Su queste e moltissime altre possibili domande cerca di fare luce il libro "Le catene della Sinistra", scritto dal giornalista Claudio Cerasa e pubblicato da Rizzoli Editore. Gli obiettivi di approfondimento che questa opera si propone di raggiungere sono chiari sin dalle prime anticipazioni:
"[...] Quali sono le grandi catene che tengono la Sinistra immobilizzata e quasi paralizzata? 
Quali sono i poteri e le lobby da cui si deve emancipare per conquistare il Paese? 
Perché la Sinistra deve continuare a regalare autostrade a Beppe Grillo e a offrire praterie a Silvio Berlusconi?
Come può la Sinistra trasformare le esperienze di grande coalizione, in Italia e nel resto d'Europa, in uno strumento utile a riscrivere le proprie coordinate e a trovare un collante diverso dalla semplice parola 'anti'?
Questo libro nasce per descrivere la vera sfida dell'era di Matteo Renzi. 
Nasce per raccontare quali sono i poteri (e le lobby) da cui la Sinistra deve affrancarsi.
Nasce per spiegare quali sono le caste degli intoccabili che l'hanno trasformata in un salotto simile al Consiglio di sicurezza dell'Onu: laddove cioè è sufficiente che uno degli invitati dica un 'no' per bloccare tutto e lasciare impantanata l'Italia.
'La Sinistra non sarà mai adatta a guidare il Paese fino a che non prenderà le cesoie e spezzerà le catene che la rendono prigioniera e che l'hanno trasformata in una forza a difesa della conservazione.' 
Ma per farlo deve affrontare i suoi fantasmi, riconoscerli, combatterli, e rompere quei vincoli che non le permettono di essere maggioranza del Paese.
L'inchiesta di Cerasa denuncia in modo limpido e  mai fazioso, con nomi, cognomi, interviste, storie e retroscena inediti, tutte le malefatte, tutti i legami incestuosi e tutti i malintesi politici che hanno portato la Sinistra ad annientarsi da sola. 
Semplicemente, ad ammanettarsi. [...]"
Annientandosi ed ammanettandosi sia ad una serie di "nemici occulti" che ne hanno decretato le sorti che, però, ad una gestione leaderistica del potere che ha inevitabilmente avvicinato il confine già labile fra politica e marketing.
Colpe e colpevoli di questo cambiamento (sia esso transitorio o permanente) sono forse da attribuirsi ad una lunghissima serie di cause e problemi per troppo tempo sottovalutati e fossilizzatisi nella consapevolezza collettiva (ed al tempo stesso alle volte collettivamente mancante) del popolo italiano: informazione complice e colpevole, eccessiva abitudine al delegare all'eletto di turno doveri e responsabilità, ammanettamento collettivo ad una altrettanto collettiva distrazione nazionale, classi dirigenti (non solo politiche) alle volte indegne e vergognose, [...].
Consegnare ad un Paese "gattopardesco" come l'Italia un cambiamento simile è il minimo che potesse accadere, dopo un (troppo lungo) periodo nel quale si sono confuse priorità programmatiche ed obiettivi per far progredire (più socialmente che economicamente) un Paese oggi precipitato in un lastrico dall'impressionante (pre)potenza. A chi è necessario affidarsi per provare a riabilitare qualche speranza per innescare un cambiamento?
Consegnare speranze ed azioni ad un unico leader è davvero la sola strada rimasta per riaccendere una qualche forma di utile cambiamento culturale?
La necessità di spezzare queste "catene" passa anche (o soprattutto, a seconda dei punti di vista) dalla necessità di controllare, correggere ed eventualmente migliorare i molti errori di progetto fatti e precedentemente citati in maniera sommaria.
Tale riflessione deve essere innescata dal fatto che la politica non può in alcun modo essere derubricata a mera questione di "tifo", in un momento socio-economico terribile che richiede soluzioni complesse a problemi troppo articolati e tremendamente radicalizzatisi nel tessuto italiano.
Chi non è con il leader è un "gufo", chi non si allinea all'ottimismo imperante è uno sfascista da guardare torvo per farlo sentire in "scomoda" minoranza. Non dovrebbe essere questa la politica, fino a prova contraria ovviamente.
Condizionale altrettanto d'obbligo, in virtù di certe tristissime abitudini ed attitudini italiane.
Restando invece ancorati al fondo tematico dell'opera, quali possono essere etichettabili come "nemici occulti" di una Sinistra che ha dovuto contaminarsi per salvarsi da un (ulteriore) abbassamento dei consensi? L'autore propone a questo punto uno sviluppo tematico interessante ed organizzato in puntuali inchieste, siano esse condivisibili o meno:
"[...] Cosa può fare Renzi per evitare che la sua esperienza a Palazzo Chigi faccia cambiare verso alla rottamazione trasformandola in un'autorottamazione? Da dove è meglio partire? Dove puntare il mirino?
Dove mettere le mani? E quali strappi servono? 
Quali sono le rottamazioni che mancano all'appello?
Quali sono le schiavitù da cui si deve liberare il Presidente del Consiglio?
Qualche anno fa, nel 2001, [...]  l'Economist dedicò a Berlusconi una copertina che divenne famosa. 
Titolo: Why Berlusconi is unfit to lead Italy. 
Il senso di questo libro è simile a quella copertina. 
Ma con una postilla: la sinistra non sarà mai adatta a guidare il Paese fino a che non prenderà le cesoie per spezzare le catene che la rendono prigioniera. Cinque catene. Cinque storie. Cinque inchieste. 
E' la sfida della sinistra. E' la sfida di Renzi. 
E in un certo modo è anche la sfida dell'Italia. Rompere le catene.
Governare. Conquistare il Paese. 
Non avere paura di Checco Zalone. Diventare grandi. 
E imparare a fare una cosa che alla Sinistra non è mai riuscita: cominciare a correre e finalmente governare a lungo il Paese.[...]"
L'aver delineato un quadro di colpe e colpevoli ben preciso è una missione tanto ricercata quanto anche criticabile, per una lunghissima serie di punti di vista. Quelli che sono sospetti e/o sospettati per qualcuno, possono non aver lo stesso peso per qualcun altro; l'obiettivo maggiormente complicato dovrà risiedere, nei fatti, nel fare e promuovere politiche di uguaglianza e giustizia sociale in un momento nel quale le differenze fra Destra e Sinistra sembrano (o realmente sono?) appiattite e minimizzate all'estremo.
Anche questa, infatti, contribuisce a costituire una tremenda "catena" con cui la Sinistra deve forzatamente far di conto.
Catena che, purtroppo, potrebbe trasformarsi sul medio-lungo termine anche in cappio al collo.
A proposito di azionisti occulti di un potere immobile (e/o immobilizzato?).
Ai lettori le ardue sentenze.


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