Si tratta delle «Cattedrali della cultura», il nuovo lavoro che Sky 3D e Sky Arte presenteranno al pubblico all'inizio del 2015, con l'obiettivo di mostrare, attraverso un uso d'autore del 3D, alcuni dei piu' affascinanti e significativi monumenti contemporanei.
Nato da un'idea di Wim Wenders, che ne ha intuito le possibilita' espressive, il progetto porta infatti la firma di altri cinque colleghi d'eccezione: Karim Ainouz, Michael Glawogger, Michael Madsen, Margreth Olin e Robert Redford. La scelta degli edifici e' dettata dalle singole sensibilita' degli autori. Se Wenders sceglie la Filarmonica di Berlino perche' «edificio rivoluzionario e icona di modernita'»-
Glawogger si relaziona con la Biblioteca Nazionale Russa, «un libro aperto» nel modo in cui accoglie chi vi entra. Madsen racconta invece «la prigione piu' umana del mondo», il carcere di Halden in Norvegia, mentre Redford (l'unico che ha affidato il racconto a un narratore) descrive gli angoli razionali del Salk Institute di La Jolla, California. Sono i «valori della democrazia sociale norvegese» a caratterizzare secondo Olin il Palazzo dell'Opera di Oslo, mentre a colpire l'ispirazione di Ainouz e' il Centre Pompidou, una macchina di cultura moderna.
«Siamo abituati a vedere il 3D negli action movie o nell'animazione», dice all'ANSA Cosetta Lagani, direttore di Sky 3D, all'anteprima italiana del progetto al Biografilm di Bologna, «ma in realta' e' perfetto per i temi culturali». «In questo lavoro il 3D aggiunge la dimensione reale dell'esperienza culturale facendo diventare lo spettatore parte integrante dell'edificio», spiega ancora, «abbiamo creduto nel progetto fin da subito, quando esisteva solo un'idea».
«Le cattedrali della cultura», prodotto da Neue Road Movies e presentato alla scorsa edizione del Festival di Berlino, si inserisce dunque in un percorso di innovazione e qualita' gia' collaudato da Sky (con la diretta della Canonizzazione dei Papi lo scorso 27 aprile e il documentario sui Musei Vaticani) proprio per offrire a chi guarda un punto di vista privilegiato. Anche qui, il risultato e' senza dubbio suggestivo, sia per gli occhi che per la mente: gli edifici vengono esplorati dal tetto ai sotterranei, in un continuo rapporto tra il dentro e il fuori, che non esclude la presenza dell'uomo. Tutt'altro, perche' se questi edifici «parlano» in prima persona e' proprio grazie agli uomini e alle donne che negli anni li hanno «abitati» con il loro lavoro e le loro storie.