Le cene di una volta

Quelle belle cene di tanti anni fa, dove ci riunivamo tutti in casa dei nonni: noi, gli zii, i miei cugini, due fratelli di mio nonno non sposati. E il soggiorno, nelle cene d'inverno, strabordava, non so proprio come ci stavamo, stretti stretti, noi lí, ricordo sempre la polenta presente, e buoni piatti di pasta, e poi immancabile il panettone.
D'estate invece i tavoloni li mettevano fuori, tutti in giardino, in questa lunga tavolata, gli adulti seduti a mangiare e chiaccherare, noi bambini giocando e ridendo, e cercando di prendere in braccio l'enorme anguria messa in fresco nella fontana..fontana, non so neanche come si dica, in veritá, era quel posto dove si lavavano i panni, in cemento, e l'acqua arrivava gelida da sotto terra. Ormai dimentico anche le parole..
Comunque oggi passeggiando con Gabi per le vie di Nerja ricordavo queste cene di noi tutti insieme. La scena era bella, dolce, da fuori dovevamo sembrare un'enorme famiglia unita e felice, che si ritrovava per festeggiare compleanni o feste comandate. Era bello, erano bei ricordi.
Poi scopri che mentre tu eri piccina e vivevi quelle cene come una bimba che si ritrovava con nonni, cugini, e zii, e si divertiva, gli altri, gli adulti, il giorno dopo, criticavano e si lamentavano di tutta la cena. Perché uno aveva delle idee differenti, perché l'altro diceva che tizio era una persona che non gli piaceva, e l'altro ribadiva che non aveva fatto ció che dicevano aver fatto...insomma, una farsa! Ecco, delle cene familiari che alla fine son sceneggiate, dove si fa la bella faccia e poi ci si lamenta, dove si é attori formidabili per alcune ore, dove solo contano le apparenze.
Ripenso ai miei nonni, a quelle cene, sperando che loro le abbiano vissute bene, osservando i loro figli, le mogli e mariti dei figli, e noi nipoti felici. Che almeno noi bimbi lo eravamo davvero. Spero che i miei nonni abbiano conservato solo il ricordo di quelle notti, e non dei giorni seguenti, e che abbiano continuato a fare quelle cene con illusione, pensando che era ció che da giovani sognavano quando i loro figli erano piccini e s'immaginavano la loro grande famiglia unita mentre cenavano tutti insieme.
Ripenso a quegli adulti che ancora oggi non sanno stare insieme, che ancora non si sopportano per malintesi passati, che mai riusciranno a chiarirsi ed accettarsi per quel che sono, logorati taluni dall'invidia, altri dalla rabbia, comunque nessuno di loro ancora conscio di quel tempo andato che non tornerá piú.
Ripenso anche a noi nipoti, me e i miei cugini, oggi tutti adulti, eravamo 4, l'ultima non era ancora nata quando si facevano quelle cene. Ora siamo grandi, ognuno ha preso la sua strada, non ci vediamo da anni, abbiamo delle famiglie, alcuni abbiamo figli, e ricordiamo le calde sere d'estate, le angurie mangiate, i panettoni e le noci, i regali scartati, i presepi e gli alberi di natale, le corse per il giardino dei nonni, i giochi in strada.
Penso ora a Gabi che non ha zii, che non avrá cugini, che spero un giorno di dargli almeno un fratello o una sorella per non lasciarlo solo al mondo. E spero insegnargli che il possibile fratello o sorella sará l'unica persona che lui avrá sempre accanto, che saranno loro e nessun'altro.
Gabi non vivrá cene da 20 e piú persone, non giocherá con i cugini, né potrá andare a trovare i nonni ogni volta che ne avrá voglia.
Forse un giorno non avrá neanche una famiglia convenzionale, che non si sa mai nella vita (e con questo non sottintendo niente, solo penso!).
E immagino che mi piacerebbe riunire la famiglia, riunire noi cugini, allora bambini, oggi adulti, riunirci insieme e celebrare ció che siamo, perché noi non abbiamo rancori, noi non sparliamo di nessuno, noi solo siamo rimasti quei bambini che giocavano insieme, che anche si davano calci e pungi sempre per gioco, e poi condividevano la merenda. Noi cugini che non ci vediamo da tanti anni, ma che non ci sogneremmo mai di toglierci la parola.