Le chicche di Milano: sfizi e sfiziosità nel capoluogo lombardo

Da Auroradomeniconi

Mentre fervono i preparativi per il prossimo weekend che passerò a Milano (mancano meno di 15 giorni e poi potrò rivedere i Paddy Murphy, la band austriaca che dopo essere stata a Trieste nel 2011 e 2012 finalmente torna in Italia in occasione della festa irlandese per eccellenza, il San Patrizio Festival, a Rho-Fiera dal 15 al 17 marzo) mi sono venute in mente due chicche che ho scoperto nella città meneghina l’ultima volta che ci sono stata.

Photo Credit: Monica Pollini

Approfittando dell’ultimo weekend della mostra dedicata a Picasso in esposizione a Palazzo Reale (e soprattutto: approfittando del fatto che abbiamo una romagnola stabilmente residente a Milano ) abbiamo organizzato una sorta di fine settimana culturale, che ben si inseriva nel nostro personalissimo tour dell’arte tra una serata all’opera e una mostra da blog tour.

Da qualche anno a questa parte, cioè da quando c’è la romagnola insider che ci porta a scoprire gli angoli a noi meno noti della città, il weekend che passiamo a Milano è ogni volta sinonimo di pace, riposo e tranquillità. Un weekend slow, in pratica, che noi passiamo tra chiacchiere fino a tarda notte in compagnia di un buon vinello e rilassanti passeggiate in centro il cui unico scopo è quello di divertirci stando insieme.

E poiché la passione per la buona tavola è una caratteristica che ci contraddistingue – che romagnole saremmo, in caso contrario? – il nostro weekend milanese è sempre anche sinonimo di buon cibo condiviso in allegria. Di solito preferiamo concederci il gusto di una cucina casalinga, per la quale ci divertiamo ad alternarci ai fornelli preparando qualcosa di genuino e salutare (salvo poi gozzovigliare con dolci e dolcetti vari fino a notte fonda…). Però a volte capita che decidiamo di gustarci qualcosa mentre siamo in giro per la città, prima di ritornare al “nostro” focolare.

L’ultima volta, ad esempio, siamo capitate in un ristorantino forse poco tipico di Milano, ma molto indicato per chi come noi è amante della buona cucina tradizionale: l’Antica Focacceria San Francesco. Gastronomia popolare palermitana, signori miei – niente meno! – a quattro passi dal Duomo. Locale accogliente, piatti sempre preparati al momento e genuinità dei prodotti fanno ben comprendere perché per mangiare qualcosa di tipicamente siciliano ci sia sempre la fila Credetemi: ne vale assolutamente la pena! Potete mangiare comodamente seduti a un tavolo oppure ordinare qualcosa da asporto, magari scegliendo dal menu street food. Noi siamo state molto indecise sui piatti con cui deliziarci: avremmo voluto provare di tutto!

Alla fine abbiamo optato per un antipasto a base di panelle e caponata di melanzane, seguiti a ruota da un piatto di rigatoni alla norma e pasta chî sardi. Non c’è che dire, ragazzi: quando i piatti della tradizione sono cucinati nel loro contesto, non c’è santo che tenga: la qualità si riconosce… e il palato ringrazia Non poteva mancare, a fine pasto, il dolce tipico della regione: sua maestà il cannolo siciliano. Pura delizia! Per fortuna oltre al cannolo dalle dimensioni classiche sono costantemente preparati anche cannoli mignon, del tutto sufficienti a placare la “voglia di qualcosa di buono”…

Sapevate che secondo alcune leggende il cannolo prende  il nome dal volgare “canna”, che in dialetto siciliano è il rubinetto? Altre storie raccontano invece di influenze della tradizione pasticcera araba, miste alla preparazione di dolci segreti da parte delle monache di antichi conventi cristiani. Quale che ne sia l’origine, quel che è certo è che dalla Sicilia arriva un dolce unico, incontro di morbida sensualità e fragranza cui è davvero difficile – se non impossibile – resistere.

Di tutt’altro genere, ma ugualmente sfiziosa, è stata la tappa che ci siamo concesse in Via Spadari, sempre in zona Duomo. Siamo entrate da Noberasco, o in quella che viene detta la boutique della frutta secca: pochi metri quadri sapientemente utilizzati per sedurre il palato del visitatore con i sapori sani e genuini della migliore tradizione italiana, dal 1908. Dalle nocciole del Piemonte agli anacardi del Brasile, dai fichi di Cosenza alle fragoline di bosco del Nord America, dalle albicocche della Turchia al ginger della Malesia, passando attraverso ananas, banane, frutto della passione, arance candite, mango, melone, papaya, datteri, noci, pistacchi e cranberry: in poche parole, un frutto per ogni desiderio.

Impossibile uscire senza aver acquistato niente! Già solo ammirare la vetrina fa venire voglia di portarsi a casa un po’ di tutto; se a questo aggiungete che nel momento esatto in cui mettete piede nella boutique vi viene fatta assaggiare qualunque delizia attiri il vostro sguardo… è finita! L’angolo dedicato alla “colazione”, così come quello dell’ “aperitivo” vi apriranno nuovi orizzonti su quelli che sono momenti fondamentali per la nostra giornata e per una piacevole soirée tra amici. Lo spazio dedicato al cioccolato, ridottissimo per dimensioni ma non certo per vena tentatrice, sarà poi una dolce conclusione sia per gli occhi che per il palato.

Se poi volete sorprendere piacevolmente un amico o una persona cara, con Noberasco non potete sbagliare: in negozio come online, è possibile acquistare i sapori, i colori e tutti i gusti proposti in confezioni elegantemente curate, oppure creare la vostra personale selezione di golosità per offrire un dono comunque unico, prezioso ed esclusivo.

Dopo aver assaggiato di tutto, io mi sono fatta tentare dal pomelo… e devo dire che è come una droga! Una volta cominciato non riuscivo più a smettere Di certo per la prossima visita a Milano una sosta da Noberasco non me la farò mancare. Chissà quale sfiziosità mi conquisterà questa volta?


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :