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Le cifre parlano chiaro, il Parlamento è sempre stato una sede per la latitanza istituzionalizzata. Non sarebbe ora di dire basta ?

Creato il 07 gennaio 2012 da Malpaese @IlMalpaese
Leggendo alcuni dati sul "Portale storico della Camera" la cosa piu' impressionate credo siano i dati riguardanti le richieste d'arresto per i deputati. Pensate che, dal 1946 ad oggi, ogni quattro documenti arrivati alla Camera, uno era una richiesta d'arresto. Nello specifico, sono stati ben 5.851 i documenti inviati dalla Magistratura alla Camera per chiedere l'autorizzazione ad arrestare, perquisire o a intercettare un deputato. In tutti questi anni la Camera ha autorizzato solamente cinque richieste d'arresto . Possiamo tranquillamente dire che il Parlamento italiano è stato considerato da molti politici una sorta di "sede per la latitanza istituzionalizzata". La cosa ancora piu' impressionante pero', a mio avviso, sta nel fatto che ancora oggi esiste questa benedetta (per i deputati) o maledetta (per i cittadini) richiesta di autorizzazione a procedere. Mentre un delinquente qualsiasi viene arrestato, senza ovviamente nessun preavviso, alle tre di notte, un delinquente parlamentare ha il privilegio di potere votare e far votare il suo arresto. In 65 anni abbiamo subito la presenza di mafiosi e delinquenti vari in Parlamento, non sarebbe di eliminare questo privilegio ? Per esempio, uno dei casi piu' eclatanti di questi ultimi anni riguarda Nicola Cosentino. Nel novembre 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Il testo del mandato di arresto riportava le seguenti motivazioni: " Cosentino contribuiva con continuità e stabilità, sin dagli anni '90, a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista che faceva capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone, dal quale sodalizio riceveva puntuale sostegno elettorale [...] creando e co-gestendo monopoli d'impresa in attività controllate dalle famiglie mafiose, quali l'Eco4 spa, e nella quale Cosentino esercitava il reale potere direttivo e di gestione, consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando dette attività di impresa per scopi elettorali" Tuttavia la richiesta fu respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Il 22 settembre 2010 la Camera dei Deputati ha negato, con scrutinio segreto, l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni telefoniche di Cosentino, richiesta dai pm di Napoli (308 no contro 285 sì). Il nome di Nicola Cosentino è comparso in un'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla camorra. Il tribunale emette una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti, che dovrà essere approvata dalla Camera. Il giudice delle indagini preliminari Egle Pilla lo definisce "il referente nazionale" delle cosche casalesi. Le cifre parlano chiaro, il Parlamento è sempre stato una sede per la latitanza istituzionalizzata. Non sarebbe ora di dire basta ?

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