In questi sei mesi la mia atavica pigrizia nello scrivere è divenuta blocco totale. L’assorbimento pressochè totale nella cura della piccola Godzilla non mi ha lasciato il tempo mentale per continuare a scrivere le minchiate che mi piacciono tanto.
Nei ritagli di tempo che la cura di questo piccolo uragano mi concede, come ogni padre responsabile gioco disperatamente ai videogiochi.
Capirete e perdonerete dunque questa assenza secolare.
Quando è nata la piccola Attila, io e Sunofyork avevamo un progetto preciso su come educarla nei primi mesi. C’eravamo preparati nei nove mesi precedenti e il protocollo educativo era stato steso, firmato, protocollato e incorniciato al muro. Un papiello di 5 articoli, sapientemente formulati, cesellati, pensati e ripensati. Una tempesta di cervelli per produrre un’agile normativa che ci avrebbero invidiato i più rinomati psicologi dell’età infantile.
Il nostro codice babilonese, le nostre dodici tavole, i nostri sacri comandamenti. Ve ne diamo gentilmente omaggio, perchè ne facciate uso e lo diffondiate urbi et orbi.
Prima regola o dell’igiene.
Nostra figlia sarà costantemente pulita.
I suoi vestiti saranno cambiati ogni giorno.
Prima di toccare nostra figlia tutti si lavano le mani.
La casa dovrà essere costantemente pulita e igienizzata.
Biberon e stoviglie e ciucciotto saranno quotidianamente sterilizzati.
Seconda regola o della televisione.
Nostra figlia non vedrà mai la televisione accesa prima dei sei mesi.
La televisione verrà accesa dopo i sei mesi e solo per alcuni momenti al giorno.
Nostra figlia comincerà a guardare selezionatissimi cartoni animati attorno all’anno di vita.
Terza regola o dei pannolini lavabili.
Investito un rene per comprare 20 pannolini lavabili, in casa si useranno solo questi.
Fuori casa si useranno pannolini usa e getta, possibilmente ecologici.
Quarta regola o dei giocattoli.
Nostra figlia avrà giocattoli intelligenti, radical-chic, niente plastica, niente disney, possibilmente costruiti dal padre, nell’ambito di un progetto pedagogico ben preciso.
Quinta regola o delle parolacce.
Non si dicono parolacce in presenza di nostra figlia. Men che meno si dicono parolacce rivolte “a” nostra figlia.
Eravamo irremovibili, ben intenzionati, motivatissimi. Eppure, passati i primi giorni, le prime settimane, in cui l’applicazione del protocollo è stata attentissima, col passar del tempo abbiamo cominciato ad essere più elastici, a creare piccole deroghe, particolarissime eccezioni, che nel corso del tempo hanno cominciato a minacciare, e infine e a sostituire quasi totalmente, le regole che tanta pena ci eravamo dati di creare. Gli esempi sono sotto i nostri occhi, la degradazione della sacra legge in sacra anarchia è ormai plateale e a noi, mamma e papà, non resta che accettare queste cinque variazioni, accomunate tra di loro da un mostruorso climax discendente dpvuto ad un rapido decadimento di forze mentali e fisiche, e alla necessità impellente di semplificare al massimo una vita che il piccolo pacco-bomba ha reso meravigliosamente complicata.
1 Variazione o dell’igiene da osteria messicana. Nostra figlia viene lavata una volta a settimana, se va grassa. Se non ci si può lavare le mani prima di toccarla, va bene anche sciacquarle velocemente, o anche sputarsi sulle mani e strofinarle. O anche niente, va. I suoi vestiti vengono cambiati solo quando la pappa di riso si è sedimentata sulla tutina con un effetto splatter anni 80. La casa si pulisce quando abbiamo tempo, tra bestemmie e maledizioni. Il fottuto sterilizzatore è tornato in cantina dopo un mese, stoviglie biberon e ciuccio si sciacquano velocemente chè non c’abbiamo tanti cazzi per la testa. 2) Seconda variazione o della televisione a tutte l’ore. La televisione è un’amica preziosa, distoglie la bimba dalle richieste di continua e vampiresca attenzione e costituisce un ottimo succedaneo affettivo. La bimba può guardare i cartoni di disney channel, topolino jake e l’isola dei pirati, peppa pig e la dottoresse peluche, ma anche sex and the city con la mamma e il wrestling con il papà, se capita, con probabili complicazioni legate a futuri scoppi di violenza teatrale alternati a turbinii di ninfomania che un giorno probabilmente racconterà ad un bravo psichiatra. 3) Terza variazione o dei pannolini lavabili intonsi. Ci venga un colpo a noi e a quando ci siamo comprati quella costosa fricchettonata che accumula polvere dal secondo giorno di nascita della bimba. 4) Quarta variazione o dei giocattoli qualunque essi siano. Va bene qualunque giocattolo sempre che non sia pericoloso. Plastica o legno, nuovo o trovato vicino al cassonetto, parlante o muto, che dica parolacce o mimi atti di violenza, chissenefrega. L’importante è che bruci le calorie mentali a questo micidiale transformer in tutina. 5) Quinta variazione o del turpiloquio a go-go. Le parolacce sono un formidabile sfogo contro la tensione e nostra figlia farà bene ad abituarsi al fatto che chi sveglia senza motivo alle 4 di mattina due oneste persone che dormono profondamente con imperiosi pianti inconsolabili merita, oltre all’ovvia consolazione genitoriale, anche qualche poderoso vaffanculo di sfuggita. Cosa ci aspettano i prossimi 6 mesi? Un ritorno alle 5 regole o uno sfondamento ancor più indecoroso delle 5 variazioni? La nostra famiglia sarà l’esempio perfetto dell’armonia nazista o la bimba vagherà per la casa con il pannolino marrone e le tutine incrostate a tutto spiano con la televisione accesa al massimo volume su un film horror di bambole assassine mentre gioca con enormi bambole dai vestiti discinti e raccoglie un ciuccio dalla ciotola di latte del gatto (che ancora non abbiamo) e lo mette in bocca e attorno a lei io e sua madre che litighiamo a tutto spiano sporconando in modo ignobile e tirandoci addosso i sacchetti di pannolini lavabili ancora incellofanati?