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Le contraddizioni dell’uomo viste attraverso Superman: The men of tomorrow: Esodo

Creato il 15 dicembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

superman036_coversuperman036_coverLe guerre e il traffico delle armi, che grazie a esse prospera, o gli atti di violenza personale compiuti nelle nostre città, sono solo alcuni aspetti dello sfaccettato e contraddittorio mondo costruito dagli esseri umani. Noi, piccoli essere nel vasto universo, che abitiamo sul terzo di un sistema di pianeti che ruota intorno a una stella gialla media, in una galassia a spirale media, siamo in grado di accelerare particelle quasi alla velocità della luce, mandare degli astronauti in orbita intorno al pianeta, comunicare in tempi brevissimi ai quattro angoli del globo, eppure esistono ancora larghe porzioni di popolazione terrestre che sopravvivono con pochissime risorse.
A tal proposito, come ricorda Jean Ziegler ne La fame spiegata a mio figlio (1999), la fame, un problema da cui non è esente nemmeno l’occidente industrializzato, è una questione la cui risoluzione è puramente politica: in un rapporto FAO della metà degli anni Ottanta, si valutava come, con la produzione agricola dell’epoca, fosse possibile nutrire una popolazione di oltre i 12 miliardi di individui.

superman036_poveri
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La situazione non si è modificata in maniera sensibile negli ultimi quindici anni e , utilizzando Ulysses, la rappresenta con le fugaci immagini di povertà e inedia che accompagnano il discorso televisivo del personaggio con cui si apre #36. Ulysses, dunque, con la sua arca interdimensionale (che promette di trasportare sei milioni di esseri umani nella terra promessa, il Great World vagheggiato nell’inquietante finale di Superman #35), prova a colmare quel vuoto di volontà politica attraverso delle azioni solo apparentemente umanitarie.
L’intero numero, infatti, è pervaso da un’atmosfera ora inquietante ora drammatica, enfatizzata dal predominio del blu nella colorazione utilizzata da Laura Martin e dalla pioggia incessante che cade sin quasi dalla prima pagina. Ulysses emerge come una figura fortemente drammatica, sia per l’espressiva rappresentazione proposta da John Romita jr., sia grazie a una serie di indizi disseminati lungo tutto l’albo, che suggeriscono al lettore l’esistenza di un terribile segreto dietro il Grande Mondo della quarta dimensione.

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In quest’ottica risulta di interessante la doppia lettura della scena, che presumibilmente si svolge a Metropolis, in cui una folla di questuanti circonda l’arca di Ulysses chiedendo di essere accolta nella terra promessa: la richiesta degenera presto in una rissa tra padri di famiglia, che viene sedata dai visitatori alieni, che infine impongono il divieto di entrare nel Grande Mondo a coloro che hanno agito con violenza.
Se da una prima, immediata lettura si può leggere in questa scena una condanna alla violenza in generale, all’interno dell’inquietante contesto narrativo costruito da Johns, essa sembra, invece, fornire un indizio sulla volontà della casta superiore (gli alieni) di selezionare i lavoratori più remissivi (i terrestri), utili a compiere, per dovere o riconoscenza, i compiti più umili senza discutere gli ordini ricevuti.

In tutto questo emerge con forza, molto più di Superman stesso, la figura del nuovo “eroe”, Ulysses, il cui animo risulta sempre più dilaniato tra l’amore per il mondo d’origine e la fedeltà al mondo adottivo, il primo alimentato dall’amicizia per Superman e dall’affetto verso i suoi genitori, il secondo alimentato evidentemente proprio dalle contraddizioni che ha potuto osservare con mano volando sul nostro pianeta.

Abbiamo parlato di:
Superman (vol 03) #36
Geoff Johns, John Romita jr., Klaus Janson
DC Comics, novembre 2014
32 pagine, spillato, colore, $ 3.99


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