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Le dieci canzoni che ogni metallaro che si rispetti dovrebbe conoscere a memoria

Creato il 08 febbraio 2016 da Cicciorusso

conan

Nel live report della data romana dei Grave Digger scrissi che Heavy Metal Breakdown è una delle dieci canzoni che ogni metallaro che si rispetti dovrebbe conoscere a memoria. Sono concerti, quelli, che ti smuovono dentro. Nel suo piccolo quel pezzo è un manifesto Heavy Metal, quello dello spirito primigenio del metal che si riconduce al fare casino e al disturbare le quieti notti di tutti, donne e bambini compresi. È lo shock che sveglia la gente dal torpore della quotidiana routine e dalla piaga del pensiero comune e che induce chi ne è colpito a destarsi e manifestare la propria discontinuità verso ciò che lo circonda; in Metalshock i Flotsam and Jetsam avrebbero detto The power chords raise the dead/ People come alive banging their heads. Il metal alla fine, come dicevo anche a proposito di Filosofem, è un modo per distinguersi. Allora mi sono chiesto: se Heavy Metal Breakdown è la nr. 10, quali sarebbero le altre nove? E attenzione: devono parlare di ciò che siamo. Ecco fatto, ci ho perso alcune notti di sonno su questa domandina facile facile. Quindi, questo è il risultato di una serie di solipsismi notturni che hanno avuto a loro sostegno solo una memoria ormai pesantemente afflitta dall’età avanzante (e da una serie di altri additivi che ora non vi sto a specificare). Tre note per l’uso e il consumo: è una lista personale; l’ordine è sparso e non è una classifica; non sono per forza le canzoni più famose/più belle dei dischi più famosi/più belli dei gruppi più famosi/più belli e sicuramente manca un sacco di roba che avrebbe messo chiunque altro.

  1. Heavy Metal – JUDAS PRIEST

Questo è un altro vero e proprio manifesto dell’HM. Ce ne sono tante altre che inneggiano allo stile di vita metal ma questa mi sembra un ottimo compendio e soprattutto descrive con precisione ciò che c’è da sapere sugli effetti diretti e collaterali che un ascolto massivo e prolungato di heavy metal produce sul corpo e sullo spirito dell’essere umano.

  1. Stand Up and Shout – DIO

Il far casino, si diceva. Ma non c’è solo quello, il metal è anche alzarsi in piedi e reclamare ciò che si vuole, ciò che spetta di diritto. Parola del Signore. Rendiamo grazie a Dio.

  1. I Want Out – HELLOWEEN

Qui il discorso si fa più elaborato. Gli Helloween raccontano le nostre vite vissute. Tutti, soprattutto da ragazzini, ci siamo sentiti in qualche modo messi all’angolo e discriminati per essere distanti dalla media. I capelli, le borchie, l’atteggiamento irriverente erano mera esteriorità. People tell me A and B/ They tell me how I have to see/ Things that I have seen already clear può essere il riassunto della adolescenza di molti ma poi alla fine lo sapevamo già che There’s a million ways to see the things in life/ A million ways to be the fool/ In the end of it, none of us is right e questo relativismo sulle cose gli altri non riuscivano nemmeno a concepirlo e quindi, alla fine di tutto, realizzavi che Sometimes we need to be alone.

  1. Metal – MANILLA ROAD

I Manilla Road alzano il tono della discussione e lo portano, come sempre hanno fatto, a un livello di lettura superiore. È giusto, dunque, ritenersi migliori degli altri? Beh, forse sì: We praise the blood that metal brings/ The essence of creative quality. Qualcuno ha fatto anche degli studi su chi ascolta musica ‘veloce’ e pare che risultiamo essere i più intelligenti. Vero o falso, non saprei (oddio, conosco parecchie eccezioni alla ‘regola’), di sicuro il metallaro medio ha una sensibilità più evoluta nei confronti dell’arte rispetto al discotecaro medio, per dirne una. L’assolo finale poi è storia.

  1. I’m a Rebel – ACCEPT

La versione universalmente nota del metallaro è il ribelle. Anche qui, ce ne sono un milione di canzoni che inneggiano allo spirito eversivo e anticonformista, ma chi meglio degli Accept di UDO?

  1. We’re Not Gonna Take It – TWISTED SISTER

We’ve got the right to choose and there ain’t no way we’ll lose it/ This is our life, this is our song/ We’ll fight the powers that be just, don’t pick our destiny ’cause/ You don’t know us, you don’t belong. Cosa dovrei aggiungere a questo punto? No, ditemi voi…

  1. Aaaaaaarrghh – VENOM

I Venom, invece, con questo pezzo stramboide ci rappresentano il nostro lato più disturbato. Vogliamo forse negare di averne uno?

  1. Wenches & Mead – ALESTORM

Ebbene sì, anche gli Alestorm hanno pieno diritto di rientrare in questa personalissima Hall of Fame del Metallo, soprattutto perché ci collegano con la nostra parte più primordiale e terra terra. Va bene il metallo che scorre nelle vene, il far casino a prescindere e spaccare tutto, lo sbattere i pugni per reclamare uno spazio legittimo, la difesa dei valori e delle proprie idee, il diritto di escludersi da tutto quando gli altri non ti accettano, eccetera. Ci sono anche altre cose che contano: le troie e la birra! Eh, lo so che posso sembrare uno volgare maschilista, ma ehm, sti cazzi: Hey! Hey! I want more wenches/ Hey! Hey! More wenches and mead/Hey! Hey! I want more wenches/ Lots of wenches is what I need.

  1. The Warriors Prayer – MANOWAR

Non potevo che chiudere coi Manowar, coloro che meglio in assoluto hanno saputo inneggiare allo spirito di corpo, e fare discorsi enormi e dire frasi altisonanti. Avrei potuto scegliere Metal Daze, Sign of the Hammer, Metal Warriors o altre, ma mi sono chiesto: alla fine, cosa tramanderò alla mia prole e ai miei nipoti? E se già lo capite ora, lo capirete ancora meglio quando sarete genitori. HAIL! (Charles)



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