Qualche mese fa Lonely Planet aveva pubblicato sul suo sito la lista delle dieci migliori destinazioni per il 2013 tra le città di tutto il mondo. Penso che una lista simile ce l’hanno tutti, più o meno consapevolmente, e difficilmente si ferma a sole dieci città. Personalmente andrei volentieri in tutte le città elencate, nessuna esclusa. D’altra parte faccio sempre mia la risposta dell’astronauta che alla domanda “perché vuoi andare sulla luna?”, rispose semplicemente “perché è lì”.
Io non godo certo dell’esperienza della Lonely Planet per quel che riguarda i viaggi, ma qualche giro l’ho fatta anch’io, e se devo pensare alle dieci città – parlo solo di città, non paesi o località generiche – che mi sono rimaste più impresse tra quelle viste durante l’anno appena concluso, ecco quello che mi viene in mente.
Zurigo, perché la Svizzera ce l’ho nel cuore. A parte il fatto che ad Heidi le avrei dato due schiaffi e che le caprette me le sarei fatte arrosto, amo quella placida compostezza con cui gli svizzeri si adeguano ad ogni situazione. Ciononostante, questa città è un crogiolo di feste scalmante e gente bizzarra: andate sulla Langstrasse a divertirvi di sera e ne vedrete delle belle. Roma, perché è una delle città più belle che io conosca. L’allegra follia dei suoi abitanti, i modi burberi dei camerieri di Trastevere e l’emozione di una passeggiata tra gli scavi non possono che confermare questa mia opinione. Firenza la conosco meno, ma ogni volta che ci vado ne resto incantato, e la basilica di Santa Maria Novella è tra le artchittetture più spettacolari che io conosca. Simile al capoluogo fiorentino è la mia amata Verona, ma in versione più discreta e silenziosa. Arte e cultura purtroppo vengono spesso messi in ombra dai due amanti shakespeariani: “Ma quella è proprio la casa di Giulietta?” E la casa di Topolino a Disneyland è proprio la sua?! Sveglia, gente!
Città del Capo mi ha lasciato senza fiato. C’è di tutto: la spiaggia, la montagna, la musica, i ristoranti… Risalendo l’Africa mi sono imbattuto anche nella capitale dell’Uganda, Kampala, una complesso disordinato di architetture urbane che sembrano scivolare rovinosamente verso il centro, creando insieme al traffico e alla miriade di pedoni un senso di frastornante disordine e allegra vivacità. L’ho amata, ma non la consiglierei ai deboli di cuore. Sempre in Africa arriviamo al Cairo, splendida regina delle dune, una grande metropoli i cui strati culturali vanno dal moderno all’antico, dall’islamico al copto, dal casto al lussurioso. Se poi vi dovete riposare da tante emozioni, con un paio d’ore di treno si arriva ad Alessandria, la città bohemien per eccellenza. Purtroppo del suo carattere multiculturale sono rimasti solo i nomi delle vie – confusamente espressi in arabo, inglese e francese – ma tra i vicoli interni resi fumosi dalle pipe ad acqua e animati dalle musiche tradizionali si può ancora incappare in un vero e proprio salto nel tempo.
Ce ne sarebbero molte altre, ma una lista è tale perché per un motivo o per l’altro esclude alcuni elementi in favore di altri. Non potrei mai escludere Sao Paolo, però, dove il 2012 l’ho cominciato sulla strada Paulista insieme a quattro milioni di altre persone, inebriato da colori, musica e corpi seminudi. Per completare la lista e fare cifra tonda includo anche Siena, una recente scoperta molto appagante. Questa piccola perla della Toscana gode di un fascino delicato e coinvolgente, ottima cucina e paesaggi incantevoli.
E voi, quali sono le città che nel 2012 vi hanno più emozionato?
Flavio Alagia
Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sud Africa… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.