Le dimensioni non contano… in libreria

Creato il 22 maggio 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

Ci sono dei libri così piccini che, istintivamente, non ti sembra possano avere poi molto da dire e ti fai fregare, molte volte. Eh già perché, per quanto allenato uno possa essere, per quanti libri possa avere letto, le poche pagine traggono in inganno. Le dimensioni però non contano, ma è vero solo in questo caso, non confondiamo. Non voglio fare elenchi, solo raccontarvi di qualche libro che mi ha proprio fatto questo particolare effetto, il mignon-effect lo battezzerò, in barba alle lingue: se un piccolo libro bello batte le sue poche pagine in libreria, nel mio cervello ci sarà un uragano. Per foruna solo pochi danni visto la scarsa occupazione.

Il primo, che vi consiglio vivamente di prendere, divorare, mangiare etc etc è Destinatario sconosciuto di Katherine Kressmann Taylor, un libro che ha saputo cogliere in anticipo gli orrori del nazismo, scritto da una donna che non poteva farsi riconoscere come tale. Alcune missive tra due amici, uno ebreo l’altro tedesco, sullo sfondo la seconda guerra mondiale, la massificazione e l’omologazione nemici pericolosissimi più ancora che il regime, un finale da singulto. Ho pianto, non è indicativo visto che mi fanno piangere i pulcini per esempio, ma in questo caso impossibile non farlo.

Nikolaj Nikolaevic: il donatore di sperma (viaggio illuminato all’interno dell’oscuro letamaio della biologia sovietica) di è edito dalla Voland, non sono certa sia ancora in catalogo, se non lo è mi spiace per voi, ma cercatelo in ogni bancarella mai apparsa sul suolo italico, o russo se lo conoscete. Per farla breve, e ci sta in questo caso, sulla copertina c’è un pene, se vi vergognate infilatelo in altro testo. Il protagonista, come dice il titolo, fa il donatore di sperma ma il regime aversa le ricerche che usano il suo liquido vitale. La masturbazione diviene simbolo, insieme alla ricerca scientifica, dei capricci del potere. Potente la traduzione, potente il messaggio, divertentissimo il piccolo testo.

La trilogia dei colori di Maxence Fermine è composta da tre piccolissimi testi, da leggere anche separatamente e completamente indipendenti l’uno dall’altro. Di una delicatezza inusitata, sono testi carichi di poesia che, attraverso lo stratagemma del colore, raccontano le emozioni umane. Io ho amato in particolare L’apicoltore, molti preferiscono Neve. Fatemi sapere a chi invece è rimasto impresso Il violino nero.

Sempre in tema di trilogie, come sottrarsi a La trilogie noire di Léo Malet? Bene, questo è stato a lungo fuori catalogo, ed è piuttosto difficile da trovare, o almeno lo era. In generale forse dovremmo creare una lobby di rompiballe che chiedono che certi libri siano nuovamente editi e resi facilmente reperibili. Io sul rompiballe sono ferratissima. Compongono il trittico di cui sopra La vita è uno schifo, Il sole non è per noi e Nodo alle budella. Malet racconta le vite di personaggi ai margini, vittime e carnefici al contempo, senza moralismi o speranze. Un re della scrittura per tre piccoli capolavori.

E non vorrete mica privarvi di Io vènia pien d’angoscia a rimirarti di Michele Mari? In un testo così piccolo si fa una gran fatica a decidere se sia più originale la storia o più attento e ricercato il linguaggio. Leopardi, un diario scritto da suo fratello, un risvolto assurdo che non vi dico perché lo dovete leggere, e diversi piani temporali per la lingua. Divino, che si può dire di più?

Ricapitolando, nessun lettore che si rispetti giudicherebbe un libro dal numero di pagine che lo compongono, ma se aveste la scoliosi, se aveste dimenticato il libro in lettura a casa e guardaste la vostra borsa vuota come una tomba o, se come me non solo l’aveste dimenticato ma foste costretti a una lunga sessione dal parrucchiere con quello che vi agita davanti giornali gossip per passare il tempo, queste sono le piccole bellissime scappatoie che vi suggerisco. Io, ad esempio, non uso accavallare le letture, non leggo più di un libro per volta e quindi come sopravvivere ai colpi di luce nel caso di un’improvvida dimenticanza? Corsa in libreria e via, il pomeriggio acquisterà una nuova luce. Le dimensioni non contano: è il mignon-effect! Ma solo in libreria… altrimenti addio uragano.


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