In realtà, le nuove regole saranno operative solo a partire dal prossimo marzo (60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta): a partire da quella data, il nuovo sistema di dimissioni telematiche sarà obbligatorio per tutti i lavoratori.
Grazie al Jobs act, infatti, le dimissioni potranno – anzi, dovranno – essere date online, attraverso il portale del Ministero del Lavoro.
È necessario, prima di tutto, essere iscritti al sito dell'Inps – e quindi, possedere il PIN dispositivo – ed al sito del Ministero del Lavoro. Una volta ottenute le credenziali, occorrerà loggarsi al sito del ministero e compilare l'apposito form online, con tutte le informazioni richieste: dati del lavoratore, dati del datore di lavoro, tipologia CCNL, data inizio e di termine del contratto.
In seguito, il lavoratore dovrà trasmettere il documento compilato, tramite posta certificata, al datore di lavoro ed alla Direzione territoriale del lavoro. Avrà, poi, 7 giorni di tempo, per revocare le proprie dimissioni.
Il lavoratore può eseguire la procedura sia autonomamente, sia chiedendo aiuto agli appositi uffici abilitati, come ad esempio Caf o sindacati.
L'obiettivo primario delle nuove regole è quello di fungere da argine all'odiosa pratica delle dimissioni in bianco: il form online, infatti, una volta compilato, produce un modulo, su cui è riportato un codice identificativo unico, in modo da impedire manomissioni o contraffazioni (sono previste sanzioni dai 5 ai 30 mila euro, per chi falsifica il modulo).
Il sistema, di per sé, non è troppo complicato, almeno per chi ha sufficiente dimistichezza con l'uso della rete, ma risulta essere, comunque, abbastanza farraginoso: non sarebbe stato più semplice utilizzare un solo sito (magari, quello del ministero), anziché essere costretti ad iscriversi a due portali?
Inoltre, con tutte le meraviglie della moderna tecnologia, non è possibile fare in modo che il modulo, debitamente compilato, venga inviato in automatico agli enti interessati? Infine, in tutto questo, che fine faranno i Centri per l'Impiego che, fino a poco tempo fa, si occupavano anche di raccogliere la documentazione dei dimissionari (soprattutto in vista della loro riforma, promessa da Renzi)?
Insomma, un sistema all'apparenza semplice, ma in realtà non accessibile a tutti, soprattutto in un Paese come il nostro, che, ancora oggi, ha un livello di analfabetismo digitale altissimo. Come al solito, si fanno i conti senza l'oste.
Danilo