Dalle prime indagini degli inquirenti algerini e’ emerso, scrive il giornale, che “i sequestratori si sono infiltrati a Tindouf attraverso la zona di al-Hank e Arq Iqdy, poi si sono divisi 70 ore prima del sequestro in due gruppi: il primo era quello principale e comprendeva un commando composto dai sette ai dieci miliziani vestiti da beduini. Erano sotto la direzione di un terrorista mauritano che ha anni di esperienza nel contrabbando. Il secondo gruppo invece e’ arrivato da un’altura che si trova a sudovest della via al-Walai che collega il campo saharawi di Asmara al campo al-Raboni”. Si tratta sempre e comunque di supposizioni, nulla di certo è dato sapere. A tal riguardo invece la Repubblica scrive che i rapitori sarebbe del popolo popolo Saharawi legati ad al-Qaeda, il particolare emergerebbe dall’inchiesta condotto dai militari algerini su ordine del presidente Abdelaziz Bouteflika. Approfondendo ci si rende conto che il quotidiano per altro filo-governativo algerino, el-Khabar, riportale dinamiche del sequestro. Si legge: ”I sequestratori parlavano tra di loro via telefono in dialetto hassani, quello usato nel Sahara occidentale”, secondo gli inquirenti algerini dunque la colpa sarebbe del Fronte Polisario. “Il sistema di allarme contro eventuali attacchi terroristici predisposto nel 2010 è scattato in ritardo perché in ritardo i soldati dell’esercito e la polizia algerini sono stati avvertiti del sequestro, e questo ha facilitato il compito dei rapitori fuggiti con gli occidentali dal campo al-Raboni di Tindouf verso il confine tra Algeria e Sahara Occidentale”. Esistono delle connivenze? Il cronista del quotidiano algerino scrive anche: ”I rapitori hanno investito molti soldi per ottenere le informazioni necessarie e hanno comprato le auto usate durante il sequestro dai contrabbandieri presenti in zona. Erano circa 14 i terroristi che hanno preso parte all’operazione, vestiti con abiti beduini. Il sequestro era stato pianificato da molte settimane e nel corso dell’operazione sono stati usati visori notturni contrabbandati dalla Libia. Dalle informazione ottenute – riferisce una fonte riportata dal quotidiano algerino- sembra che il sequestro sia stato pianificato in almeno due settimane. Ma i rapitori hanno avuto molti mesi per prepararsi e si sono lasciati sfuggire diverse possibilità per entrare in azione durante questo periodo”. Insomma il sequestro non è certo una mera casualità!
Cosa fare per Rosella? Tenere alta l’attenzione internazionale: domenica 31 a Cagliari è previsto un sit in con inizio alle ore 11 al Bastione, è importante esserci.