L’estate appena conclusa lascerà il segno. Forse non ce ne accorgeremo subito, ci vorrà qualche tempo per sentire gli effetti dei colpi assestati, ma succederà, statene certi.
Chi, come me, ha seguito le vicende di questo agosto rovente, è invaso da un senso di confusione ed incertezza per il futuro che,
Quello che succederà è che siamo e saremo bombardati di informazioni, dati, proposte… e restare centrati sulla realtà sarà sempre più difficile. Ma è così che funziona e sta a noi imparare a districarci nel groviglio dell’informazione e controinformazione mediatica.
Mi chiedo, ad esempio, perché in una manovra economica, siano stati toccati diritti che non hanno niente a che vedere con l’economia. O provvedimenti che servivano a salvaguardare l’ambiente e impedire che i rifiuti, specialmente quelli industriali, venissero smaltiti in maniera illegale.
Oppure perché, sebbene da quello che sento, sia ormai impossibile non combattere l’evasione fiscale, visto che non si sa più da dove prendere i soldi per non affondare, l’iniziativa che è stata presa è quella di lanciare uno spot per convincere le persone a richiedere sempre lo scontrino fiscale (cosa che già si faceva prima), come se questo possa risolvere il problema!
Riguardo la questione del licenziamento, la cosa che mi ha colpito è quella relativa alla tutela sulle donne: le materie escluse dalla modifica all’articolo 8.
“Restano escluse dalla contrattazione aziendale alcune materie e norme generali a tutela di diritti e interessi superiori. Così non si potranno fare accordi locali su temi quali "il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino, il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento".
Questo avrebbe dovuto tranquillizzarmi, ma come donna mi sento ancora più agitata. Perché è una dichiarazione di disparità: significa che il matrimonio, la gravidanza e la maternità sono un problema a livello lavorativo e aziendale ed è necessario un trattamento speciale per difendere madri e famiglie dall’esclusione dal mondo del lavoro. Come a dire che chi decide di avere una famiglia deve essere protetto da un mondo del lavoro avido e calcolatore che pensa solo al proprio tornaconto senza considerare che la propria forza si poggia anche sul benessere, la soddisfazione e le performance dei propri lavoratori, donne comprese, visto che il contributo che quest’ultime possono dare alla crescita lavorativa è importante tanto quanto quello maschile.
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