Che cosa ci ha lasciato in eredità l'Expo? Se ancora ce ne fosse bisogno, un'Italia dalle due facce. Un'Italia che, riportando le parole del Presidente Mattarella, ha vinto la sua scommessa, dimostrando al mondo intero di aver ottenuto un grande successo nonostante gli appalti truccati e la corruzione dilagante; di essere vincente nelle situazioni da "dentro o fuori", capace di imbullonare gli ultimi padiglioni quando i cancelli ormai facevano entrare i primi visitatori. Un'Italia che per sei mesi ha fatto pulsare il suo cuore all'incrocio fra il Decumano e il Cardo, in quella Piazza Italia che rappresenta l'emblema della nostra dolce vita che tanto il mondo ci invidia e che non a caso conduceva all'Albero della Vita, senza dubbio il simbolo incontrastato dell'evento.
Lo stesso incrocio che, a distanza di alcuni giorni, si è definitivamente svuotato, riempiendosi solo dei punti interrogativi legati al futuro dell'area. Perché l' eredità dell'Expo non è solo una superficie di un chilometro quadrato per la quale colpevolmente, ad oggi, ancora non è definito il futuro (le prime idee le potete trovare nell'articolo in fondo al post). L'eredità dovrebbe essere rappresentata dall'impegno e dagli sforzi, concreti e strategici, di un'intera nazione (classe dirigente in testa) per la sostenibilità del nostro sistema, per un'economia che sia volta allo sfruttamento corretto delle risorse, soprattutto se queste sono naturali. È necessario dare seguito alle belle iniziative esposte nella sala di Palazzo Italia, dove era possibile venire a conoscenza degli studi e delle invenzioni di cittadini italiani che puntano a migliorare il nostro modo di lavorare e di vivere.
Eppure, proprio nel giorno della chiusura di Expo, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di #Messinasenzacqua, a causa di una frana che ha interrotto l'acquedotto. Non è accettabile che un capoluogo di provincia, nel 2015, si ritrovi per giorni senza un bene primario come l'acqua! Quanto stiamo realmente investendo per fermare il dissesto idrogeologico che affligge da decenni tutto il nostro territorio? Come è possibile sventolare orgogliosamente ai quattro venti un investimento a mio parere inutile come lo Stretto di Messina, quando non è ancora stata completata la Salerno-Reggio Calabria e la Sicilia ha autostrade (nuove) che crollano? Come può il Governo accettare che la Regione Sicilia abbia a bilancio costi per 1,7 Miliardi di € e non imponga una vera spending review, anche commissariando, se necessario, la presidenza della regione stessa?
Terminato il Gran Galà dell'Expo, sparisce il maquillage dalla faccia del nostro Paese e ricompaiono tutte le rughe e i difetti più profondi: ancora una volta, rimettere in sesto il nostro territorio non solo è segno di civiltà, ma anche della volontà di guardare al futuro.
Cosa succede dopo Expo, articolo tratto da StartupItalia!
Expo o non Expo?, la mia prima visita