[Traduzione di Francesco D’Eugenio da: Russia's Surprise War Games | Stratfor]
Il Presidente Russo Vladimir Putin ha ordinato una serie massiccia di esercitazioni militari navali a sorpresa nel Mar Nero giovedì, la seconda volta in 20 anni che la Russia conduce esercitazioni a sorpresa. Putin ha ordinato la fulminea esercitazione prima di imbarcarsi sul suo aereo di ritorno a Mosca dal Sud Africa. L’ordine è stato consegnato per lettera alle 4 di notte al Ministro della Difesa Russo Sergei Shoigu, che a sua volta ha allertato i 7000 soldati russi di stanza in Crimea, Ucraina, per farli accorrere alle esercitazioni. Secondo i rapporti, queste truppe sono impegnate in operazioni con centinaia di veicoli corazzati, dozzine di caccia ed elicotteri e circa 30 navi da guerra.
Che l’addestramento debba essere il più vicino possibile ai combattimenti reali è uno degli assiomi dell’arte militare, per facilitare la pratica di ciò che ai militari verrà effettivamente richiesto di fare in combattimento. Questa pratica realistica richiederebbe in teoria che i diversi attori si coordinassero agendo senza intoppi. Idealmente, ciò renderebbe le forze armate più efficaci in guerra. I militari fanno questa pratica regolarmente mediante vaste esercitazioni che coinvolgono diversi rami, livelli di comando e armamenti.
Ma non tutte le esercitazioni sono uguali. Quanto più grandi, estemporanee e complesse sono le esercitazioni, tanto più pericolose, potenzialmente imbarazzanti e costose esse diventano. Esse producono anche usura e danni all’equipaggiamento e possono fornire preziose informazioni all’intelligence dei potenziali nemici. Pertanto, molti paesi ne limitano il realismo. Ciò può essere fatto in molti modi, ma il più usato consiste nel pianificarle con mesi o anni di anticipo. Ciò facendo si possono programmare e provare i ruoli, che significa trasformare una vera e propria esercitazione militare in una performance. Si possono fare dei compromessi tra il realismo e i potenziali svantaggi associati con la pratica delle capacità effettive.
La decisione russa di iniziare esercitazioni lampo — come sono state quelle per la Flotta del Mar Nero giovedì e quelle di febbraio che hanno interessato le forze di terra del Caucaso — dimostra una rinnovata serietà nella prontezza delle forze armate. Uno stato si impegna in tali esercizi pubblici e su tale scale per due sole ragioni. Prima, perché intende migliorare seriamente la qualità delle sue forze ai fini del combattimento, e seconda, perché prevede una minaccia. Entrambe sono relativamente vere per la Russia oggi.
La Russia sta intraprendendo una considerevole ristrutturazione e riarmo delle sue forze armate. Nei mesi scorsi, il Ministro della Difesa Russo ha effettuato una serie di ispezioni, evidenziando situazioni terribili, dall’addestramento inadeguato ai ricambi guasti. Per esempio, è stato riportato che due terzi delle navi componenti la flotta del Mar Nero non sarà adatta al servizio prima del 2015, perché la maggior parte ha più di trent’anni. La Russia comincerà a rimpiazzare navi ed altro equipaggiamento nel 2013, ma Putin è andato oltre ed ha ordinato un “urgente” miglioramento della qualità delle forze armate, che ha innescato le prime esercitazioni a sorpresa nel Caucaso russo. La Russia comprende bene che il suo esercito non verrà reso efficace semplicemente rimpiazzandone l’equipaggiamento; sa bene che deve incrementare il realismo del suo addestramento per un miglioramento qualitativo. La seconda ragione per cui uno stato intraprende esercitazioni a sorpresa è che prevede una minaccia imminente, ragion per cui l’ubicazione all’interno della Russia di queste due esercitazioni fuori programma è importante. La prima si è tenuta nel Caucaso, e la seconda appena più a ovest, nel Mar Nero. Questa regione è una delle più sensibili, instabili e vulnerabili della Russia. Il Caucaso russo continua ad essere instabile anche se la guerra in Cecenia è finita. La regione ospiterà anche le delegazioni mondiali alle Olimpiadi di Sochi del 2014 tra appena 10 mesi.
Il Caucaso russo ed il Mar Nero lambiscono inoltre la Georgia, contro la quale la Russia è entrata in guerra nel 2008. Il Mar Nero è l’unico porto in acque temperate della Russia, ciò che lo rende altamente strategico. E’ anche aperto a una serie di attori, tra cui la Turchia, i membri NATO Romania e Bulgaria, e l’Ucraina, coinvolti in una serie di dispute con la Russia. La Russia non vede la guerra come imminente con nessuno di questi paesi, tuttavia non esclude una crescente competizione con essi.
In definitiva, il fatto che la Russia abbia intrapreso queste esercitazioni pubbliche potenzialmente pericolose o umilianti dimostra un cambiamento nel pensiero di Mosca. Il Cremlino intende migliorare seriamente la qualità delle sue forze armate sia dal punto di vista funzionale che da quello concreto. Sta cominciando dalla sua regione geografica più sensibile, sebbene il Cremlino abbia suggerito che questo è solo l’inizio di una nuova serie di esercitazioni per tutto l’apparato militare. Tenere queste esercitazioni a sorpresa non risolverà tutti i problemi della Russia. Il settore militare russo soffre infatti di problemi profondamente radicati nel declino demografico, nella corruzione massiccia, nella competenza e nelle capacità del settore militare-industriale ed altre. Questa è solo una componente tra tanti miglioramenti che devono aver luogo.
Queste esercitazioni non potranno passare sotto silenzio nella regione. Poiché la Russia ha finora limitato il numero delle truppe che vi hanno preso parte, essa non ha dovuto avvertire i suoi vicini. Il governo ucraino però ha già chiesto delle spiegazioni al Ministro degli Esteri Russo. I ministri dovrebbero comunicare telefonicamente entro venerdì. Anche la Turchia avrà notato le esercitazioni, in particolare perché ha un contenzioso con la Russia (il cui ultimo sviluppo risale alla guerra Russia-Georgia del 2008) sul diritto di usare il Mar Nero per scopi militari. Il messaggio che la Russia consegna alla regione con queste esercitazioni è che essa è disposta ad andare incontro a tali rischi per preparare i suoi militari per il futuro.