Le farc perdono le loro teste. ucciso il capo militare "el mono jojoy"

Creato il 28 settembre 2010 da Madyur

Per l’esercito colombiano era il “dead man walking” da più di un anno. Ammalato di diabete lo inseguivano nella selva e lo avevano da qualche tempo circondato , costringendolo a cambiare spesso posizione per evitare di finire sotto bombardamento.
I militari colombiani erano così vicini al Mono che avrebbero voluto regalarne il cadavere all’ex presidente Uribe prima che finisse il suo mandato.
Invece è stato Santos, neo eletto presidente, ad annunciare l’uccisione del più temuto capo militare delle Farc, Briceno, meglio conosciuto come El Mono Jojoy, che sarebbe un verme della foresta famoso per la sua capacità di sfuggire ad assedi e agguati.
Il comandante delle Farc è rimasto ucciso in un raid notturno aereo nel quale hanno partecipato forze speciali dell’esercito, dell’aeronautica e dell’intelligence.
E’ il più duro impresso alle Farc dopo l’uccisione di Raul Reyes, il leader maximo. Alla sua morte, nel 2008, la più vecchia guerriglia di origine marxista dell’America Latina era stata divisa in due parti : Alfonso Cano e Mono Jojoy. L’intelligence colombiana è convinta che Cano ed altri membri gestiscono i loro affari fuori dal paese. Molti in Venezuela , qualcuno in Ecuador. Erano convinti che soltanto el Mono fosse rimasto in Colombia. La Macarena , regione nella quale si trovava l’accampamento bombardato , era storicamente l’area di sua competenza.
Era nato il 5 febbraio del 1953 , el Mono Jojoy era quasi analfabeta ma in oltre trent’anni ( entrò nelle Farc a 22 anni nel 1975) era diventato, grazie al controllo della Sierra de la Macarena , uno degli uomini più importanti della guerriglia.
Fu lui nel 2002 a decidere il sequestro di Betancourt e gestirne la sua prigionia. E fu ancora lui a sbagliare quando la Betancourt e gli ostaggi più preziosi furono liberati grazie ad un’operazione di salvataggio fortunata.
Al Mono piaceva vivere nel lusso circondato da giovani amanti che sottraeva ancora bambine alle famiglie dei contadini in cambio della protezione armata delle piantagioni di foglie di coca. Sul narcotrafficante pendeva una taglia di 5 milioni di dollari del Dipartimento di Stato Usa.
Dopo la morte di El mono il governo colombiano ha chiesto ad Alfonso Cano di consegnarsi “Si arrenda – dice il ministro della Difesa – noi li garantiamo la vita e un trattamento giusto nel rispetto delle nostre leggi”.
Ormai le Farc hanno sempre più difficoltà a mantenere in vita il loro esercito di guerriglieri. La caduta di Briceno ne fotografa bene il declino. Tempo fa era difficile uccidere un guerrigliero nel loro territorio, perché era difficile sapere dove si trovava. Oggi con gli aerei spia americani e i satelliti si può sapere i movimenti della guerriglia. La guerra della guerriglia si è trasformata in una caccia al topo. Le Farc fanno fatica a conservare il controllo della selva , la coltivazione e il trasporto della coca.

Per l’esercito colombiano era il “dead man walking” da più di un anno. Ammalato di diabete lo inseguivano nella selva e lo avevano da qualche tempo circondato , costringendolo a cambiare spesso posizione per evitare di finire sotto bombardamento.
I militari colombiani erano così vicini al Mono che avrebbero voluto regalarne il cadavere all’ex presidente Uribe prima che finisse il suo mandato.
Invece è stato Santos, neo eletto presidente, ad annunciare l’uccisione del più temuto capo militare delle Farc, Briceno, meglio conosciuto come El Mono Jojoy, che sarebbe un verme della foresta famoso per la sua capacità di sfuggire ad assedi e agguati.
Il comandante delle Farc è rimasto ucciso in un raid notturno aereo nel quale hanno partecipato forze speciali dell’esercito, dell’aeronautica e dell’intelligence.
E’ il più duro impresso alle Farc dopo l’uccisione di Raul Reyes, il leader maximo. Alla sua morte, nel 2008, la più vecchia guerriglia di origine marxista dell’America Latina era stata divisa in due parti : Alfonso Cano e Mono Jojoy. L’intelligence colombiana è convinta che Cano ed altri membri gestiscono i loro affari fuori dal paese. Molti in Venezuela , qualcuno in Ecuador. Erano convinti che soltanto el Mono fosse rimasto in Colombia. La Macarena , regione nella quale si trovava l’accampamento bombardato , era storicamente l’area di sua competenza.
Era nato il 5 febbraio del 1953 , el Mono Jojoy era quasi analfabeta ma in oltre trent’anni ( entrò nelle Farc a 22 anni nel 1975) era diventato, grazie al controllo della Sierra de la Macarena , uno degli uomini più importanti della guerriglia.
Fu lui nel 2002 a decidere il sequestro di Betancourt e gestirne la sua prigionia. E fu ancora lui a sbagliare quando la Betancourt e gli ostaggi più preziosi furono liberati grazie ad un’operazione di salvataggio fortunata.
Al Mono piaceva vivere nel lusso circondato da giovani amanti che sottraeva ancora bambine alle famiglie dei contadini in cambio della protezione armata delle piantagioni di foglie di coca. Sul narcotrafficante pendeva una taglia di 5 milioni di dollari del Dipartimento di Stato Usa.
Dopo la morte di El mono il governo colombiano ha chiesto ad Alfonso Cano di consegnarsi “Si arrenda – dice il ministro della Difesa – noi li garantiamo la vita e un trattamento giusto nel rispetto delle nostre leggi”.
Ormai le Farc hanno sempre più difficoltà a mantenere in vita il loro esercito di guerriglieri. La caduta di Briceno ne fotografa bene il declino. Tempo fa era difficile uccidere un guerrigliero nel loro territorio, perché era difficile sapere dove si trovava. Oggi con gli aerei spia americani e i satelliti si può sapere i movimenti della guerriglia. La guerra della guerriglia si è trasformata in una caccia al topo. Le Farc fanno fatica a conservare il controllo della selva , la coltivazione e il trasporto della coca.


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