Valerio è un mio collega, lavora con me al Grande Fratello. Lui però, per nascita, è un nativo digitale e si vede. Ha organizzato una cosa, secondo me, bellissima. Ha creato un sito ed ha aperto un canale youtube esclusivamente per mostrare il campionato di calcetto dei suoi amici. Con saltuari collaboratori, ogni giorno, posta i risultati delle partite, il calendario, gli incontri stessi e le interviste, come in un vero canale televisivo sportivo.Perché lo fa?Perché consuma tante risorse in un'attività non lucrativa?
Il libro che sto leggendo “L'arte fuori di sé” mi sta aiutando a capire.Gli autori, Balzola e Rosa, descrivono questi autori che vivono una nuova dimensione espressiva e comunicativa come “artisti plurali”. Artigiani che materializzano il momento progettuale e ideativo (il sito, il codice, il programma) e smaterializzano i supporti formali, i generi disciplinari e i codici linguistici.
Non voglio dire che Valerio sia un artista ma neanche che non lo sia. Comunque dedica tempo ed energie ad un progetto che non è un'ambizione estetica, né un'ambizione personale ma qualcosa di più vicino ad un'esigenza sociale, un bisogno di condivisione di eventi quotidiani. E per farlo ha bisogno di sviluppare un'arte sincera delle relazioni umane ovvero di richiedere una collaborazione artistica a chi fa le foto, chi il video, chi le interviste; un'attività che non si basa su un rapporto professionale ma sulla stima reciproca e sul desiderio di partecipare ad un progetto comune per la soddisfazione di tutti.
Valerio non assume una posizione dominante ma organizza e gestisce. Si realizza nel suo donarsi all'interno di una progettualità partecipata. Lui rappresenta, come ribadiscono gli scrittori, esattamente il contrario dell'eccesso di protagonismo personale, di narcisistico egocentrismo che invade tutti i settori dell'arte contemporanea. Oggi al Maxxi ho visto un'installazione di candele bianche appoggiate su un lungo nastro di alluminio. Qualche anno una mia amica di Milano faceva furore con installazioni piramidali di bottiglie di plastica. Valerio fa qualcosa di meno artistico e stravagante ma più rivolto agli altri. Regala il suo tempo e le sue capacità tecniche. Probabilmente avete ragione, non si tratta di arte. Però è quello che l'arte forse dovrebbe essere: un dono di sé.