Si stima che la prima cellula artificiale, creata un paio d'anni fa da Craig Venter, sia costata 40 milioni di dollari. Altri progetti di biologia di sintesi possono richiedere sette o piu' anni di lavoro e costare decine o centinaia di milioni di dollari.
E' facile lasciarsi entusiasmare dalla rapidita' del progresso nel settore, ma fino a quando questi risultati resteranno nei laboratori, nessuno ne potra' beneficiare. A questo punto, leggo su Wired, entra in gioco il complesso militare-industriale: la DARPA ha assegnato 15,5 milioni di dollari a sei gruppi di ricerca (fra i quali quello di Craig Venter). Il programma si chiama Living Foundries e mira alla standardizzazione e industrializzazione delle procedure biotecnologiche che potrebbero offrire nuovi materiali, carburanti e medicinali. Il progetto prevede la creazione di tre piattaforme: una 'biblioteca' di "parti modulari genetiche" (una specie di Lego per la creazione di nuovi materiali); una serie di parti piu' complesse, circuiti e sistemi genetici; un sistema per il testing. L'idea e' quella di una catena di montaggio biotech e la speranza e' che abbia lo stesso effetto sulla produzione bioingegneristica che la catena di montaggio originale ebbe sulla produzione industriale: enorme incremento, abbassamento dei costi, prodotti piu' complessi.
Immagine da SyntheticBiologiy.org
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