Le fotografie di Vitali in mostra a Londra

Da Giuseppecocco @giuseppecocco

Nemo propheta in patria: un detto antico che si addice perfettamente a Massimo Vitali, classe 1944, uno dei fotografi italiani piú apprezzati dalla critica e piú ricercati dai collezionisti, ma rigorosamente all’estero. Il prezzo record pagato per una sua foto all’asta è stato di 151mila dollari, anche se la media è tra i 30 e i 50mila dollari. «Io sto benissimo in Italia, – dice Vitali, che abita a Lucca. – Peró certo non mi sento apprezzato e non vendo le mie foto. I miei collezionisti sono di tutto il mondo, ma gli italiani sono pochi. Il fatto è che in Italia non è stata ancora capita la fotografia come parte dell’arte contemporanea».

Oggi apre a Londra una mostra di nuove opere di Vitali, tutte fotografate quest’anno, alla Galleria Brancolini Grimaldi di Albemarle Street. E’ la prima dal 1997, quando una mostra alla Photographers’ Gallery aveva sancito il ruolo di primo piano di Vitali nell’arte contemporanea. Le opere per le quali è diventato celebre sono fotografie di grande formato, anche due metri per due metri, la cui composizione è meticolosamente studiata come quella di un quadro, ricche di colori. Sono paesaggi affollati di persone, a volte in modo quasi claustrofobico.

Le nuove opere in mostra a Londra, fotografate l’estate scorsa in Italia, Grecia e Spagna, sono molto diverse. Sono immediatamente riconoscibili come opere di Vitali, per le grandi dimensioni, la straordinaria bellezza delle immagini, la ricchezza del colore e la minuzia dei dettagli. Le persone, peró, sono diventate secondarie: a dominare è il paesaggio, la natura, che sia mare o scoglio, erba o cielo . «Queste foto sono una riflessione sulla crescente importanza dell’ambiente, – spiega Vitali, – ma anche sul fatto che la natura ha una forza enorme, anche se cerchiamo di disfarla in tutti i modi». Guardarle è pensare al delicato equilibrio tra natura e uomo. «E’ molto interessante per me essere di nuovo a Londra perché qui ho avuto una delle mostre piú importanti, nel 1997, che ha contribuito a rendermi noto». Dopo Londra anche New York in dicembre ospiterà una mostra di opere di Vitali. Chissá che un giorno ce ne sia una anche in Italia. (di Nicoli Degli Innocenti - il Sole24Ore Domenica 19 novembre 2011)

vedi foto

Massimo Vitali: New Works 
18 novembre 2011 – 28 gennaio 2012
Galleria Brancolini Grimaldi, Londra
www.brancolinigrimaldi.com

Massimo Vitali è oggi uno dei fotografi più interessanti del Belpaese, non per niente una sua opera è stata la fotografia italiana più pagata nel 2008.

Vitali è attratto dai grandi spazi, le spiagge, le discoteche, i parchi, tutti luoghi dove le masse si aggregano lasciando libero sfogo alle proprie individualità e al proprio corpo.

Immagini silenziose che contrastano con il clamore dei soggetti, uno spazio fotografico che riflette il desiderio di ricercare nel rumore un luogo di silenzio dove contemplare, lo straniamento tipico della civiltà contemporanea e dove i comportamenti sociali seguono le medesime direzioni e i codici di comportamento hanno regole ben precise.

Il punto di vista di Massimo Vitali è sempre un po’ in alto, come a voler prendere le distanze in modo da allontarsi, ma non più di tanto, dalla realtà che sta osservando, per potere vedere meglio, leggere nitidamente i dettagli e le vite anonime delle persone che affollano l’obiettivo, una sorta di indagine sociologica e antropologica della massa intesa come gruppo eterogeo di individui che si muovono nella stessa direzione.

La fotografia diventa cosi una storicizzazione del luogo, un documento a cui far riferimento come oggetto da studiare per comprendere i comportamenti sociali, una fotografia che nasconde storie complesse che va osservata lentamente, da scandagliare in profondità per leggere le piccole storie che si affollano all’interno di una cornice che non esiste, un mondo stratificato da sfogliare e riguardare con occhio curioso, un labirinto di piccoli oggettti anonimi che prendono forma e raccontano tante piccole storie, micro eventi che variano cambiando appena appena il punto di vista.

Ed è proprio nella ripetizione che Massimo Vitali trova la cifra del proprio lavoro, nel costruire attraverso gli stessi gesti delle pagine che apparentemente sembrano tutte uguali utilizzando la fotografia come mezzo per riprodurre una realtà che si muove identica per tutti senza lasciare nessuna traccia. (da 2 Photo)


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :