La concorrenza non esiste nel servizio idrico: chi gestisce l’acqua è un monopolista, fine. Cercano di convincerci che la concorrenza si avrà con le gare, per decidere a chi assegnare il mercato, e questa è un’illusione. La parola gara richiama l’immagine dei corridori ai blocchi di partenza: pronti via, il migliore vince. Nella realtà non verrà qualcuno a gareggiare con IREN o con Acqualatina. Semplicemente la parte di capitale pubblico nelle quattro principali aziende – che si sono già spartite il nostro territorio – sarà alienata, e l’acquirente privato se la porterà via per un pezzo di pane, perché la legge obbliga alla privatizzazione entro la fine dell’anno.
Alienare (o privatizzare) un bene pubblico è facile, espropriarlo, riprendercelo, è un disastro. Fermiamoci adesso, andiamo a votare sì!
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