C'è stato un tempo in cui non iniziavo la giornata senza aver prima consultato l'oroscopo, l'I Ching e qualsiasi cosa mi potesse dire, anche se molto approssimativamente, quello che mi aspettava.
Ero arrivata ad un buon grado di esperienza, tanto da riuscire ad incrociare anche le diverse previsioni, poi. Perché? Non ho ancora indagato in quell'area della mia vita, ma mi piaceva tanto.
Poi una mattina mi sono svegliata e ho smesso.
In quel tempo non leggevo libri noir o gialli. Non so perché, forse credevo di non riuscire a sopportare di farmi toccare dalle ombre di quelle storie che, in un modo o in un altro, mi avrebbero toccato.
Quei tempi sono finiti, sia perché raramente leggo gli oroscopi, sia perché ora il genere giallo/noir è uno dei miei preferiti.
Immaginatevi, quindi, cosa ho provato a trovarmi di fronte a "Le geometrie dell'animo omicida" di Monica Bartolini (Scrittura & Scritture), un libro che mette insieme tutte e due le cose.
A Contrada Madonnuzza, un cadavere di una ragazza legata mani e piedi mette in subbuglio la città. Lei è figlia di uno stimato professore in medicina e il principale sospettato è il fidanzato, Giacomo Delli Carri, figlio di uno degli avvocati più noti e temuti della città.
Ad indagare sul delitto che sembra essere il triste epilogo di un gioco erotico, il maresciallo Nunzio Piscopo e il capitano Spada, insieme al magistrato Annarita De Acetis mettono in campo tutta la loro esperienza e intuizione. Ma la soluzione arriverà da dove non avrebbero mai creduto: nelle mappe astrali tracciate da Tina Piscopo - detta "la marescialla" perché figlia del maresciallo Piscopo - appassionata di astrologia e bancaria per esigenza pratica della vita.
Monica Bartolini tesse una storia che non accusa cedimenti.
Confesso che verso pagina 60 ha iniziato a frullarmi in testa una possibile soluzione per il caso, ma era così ovvia che mi sono detta mille volte che non poteva essere. Conosco e stimo la casa editrice e l'autrice ha alle spalle diversi libri, tra l'altro "Le geometrie dell'animo omicida" è finalista del Premio Tedeschi nel 2011. Ebbene, immaginate il mio urlo di trionfo quando la soluzione reale è stata talmente geniale da essere lontana anni luce dalle mie intuizioni!
Forse mi sarei dovuta sentire ferita nell'orgoglio intellettuale perché non avevo indovinato e blablabla, ma non è questo il mio modo di ragionare.
Ho applaudito all'autrice e mi sono detta che ancora una volta Scrittura & Scritture aveva confermato l'altissima qualità dei libri che pubblica.
Così, come ho confermato la mia convinzione che non scriverò mai un giallo/noir: sarà per la questione delle ombre di cui sopra, o perché sto scrivendo qualcosa di tutt'altro genere, ma comunque...
Mi sono affezionata ad alcuni personaggi de "Le geometrie dell'animo omicida" e mi piacerebbe che Bartolini - detta anche "la rossa che scrive gialli" - li facesse parlare ancora in altre storie.
Un libro che fa pensare a quello che c'è scritto nelle stelle, sulla nostra testa, e noi non lo sappiamo.