Quant'è strano il destino della politica italiana. Ci troviamo di fronte continui ribaltamenti di idee e prospettive, che passano però senza stupire o creare ripensamenti nei militanti stessi dei partiti.
Pensiamo ai comunisti: fino alla fine degli anni ottanta tutti uniti in un unico e grande P.C.I.; nel giro di pochi anni, senza colpo ferire, si ritrovano ad essere tutti (gli stessi!) iscritti ad un partito non più comunista, anzi apertamente anticomunista chiamato Democratici di Sinistra.
Quindi oggi c'è poco da stupirsi se accadono altri cambiamenti accettati acriticamente da tutti, sin nella politica nazionale che locale. Per fare l' esempio concreto del paese nel quale viviamo, Cori (LT), i rappresentanti della "sinistra" (così come quelli nazionali) si ritrovano ad appoggiare un governo Monti che ha smantellato pensioni e lavoro, massacrando anche l'articolo 18, che a suo tempo doveva essere intoccabile, ed era colpa del "mafioso Berlusconi" la sua messa in discussione. Bene ora uno dei tanti sindacalisti (Angeletti) afferma: "Non c'e' paragone. Era meglio Berlusconi, noi sindacalisti andavamo a nozze con quel governo rispetto all'esecutivo tecnico. Trattare era molto piu' facile. Al governo di Berlusconi abbiamo fatto rimangiare cose molto piu' leggere sul sistema previdenziale e dell'articolo 18 il centrodestra non ha più osato parlare".
Poco da stupirsi in realtà: questo governo è stato chiamare per rispettare il volere di Germania e far pagare a noi la crisi che hanno creato altri.
Sempre per rimanere a fare esempi nel nostro paese, c'è da fare pure una riflessione quasi antropologica: se prima Berlusconi (sia chiaro che chi scrive non ha particolari simpatie per il Biscione) era accusato di tutto e in special modo di usare una valanga di soldi per fare propaganda, i comportamenti di oggi sottolineano una certa ipocrisia. Ci spieghiamo. Avete presente quei libretti patinati con foto e articoli che Silvio mandava in casa degli italiani in prossimità delle elezioni per farsi una bella propaganda? Bene il candidato sindaco e attuale sindaco di Cori, Tommaso Conti il suo nome, ha stampato un bel libricino tutto a colori per decantare i risultati della propria giunta. Probabilmente è un costume (malcostume sarebbe meglio) diffuso, ma non ci si aspetterebbe un comportamento diverso da chi predicava bene allora? E soprattutto: non ne abbiamo idea, ma i soldi per farlo e stamparlo sono comunali?
Coriintempesta