Le Grotte di Postumia sono sicuramente le grotte più famose al mondo. Si tratta della maggiore attrazione turistica della Slovenia e di uno dei più importanti esempi di fenomeni carsici al mondo.
E' sabato 27 dicembre (2014), e noi arriviamo alle grotte di Postumia all'ora di pranzo, trovando il parcheggio quasi del tutto vuoto.
Il tempo di fare il biglietto, mangiare qualcosa, e per le 14:15, l'orario d'ingresso programmato dal nostro biglietto, e l'area delle grotte è già affollata.
Poco prima di entrare inizia a nevicare
Saliamo sul trenino, un po' a spintoni. La guida parla di 21 chilometri di gallerie e maestose sale che offrono un’esperienza unica del mondo ipogeo. Ma poi precisa che, nell'ora e mezza di durata prevista della visita, potremo vedere comunque più di cinque chilometri di gallerie attrezzate per le visite turistiche.
Una parte del pittoresco labirinto sotterraneo, poco più di due chilometri, viene visitata con lo speciale trenino delle grotte, e per la seconda parte, quella più lunga, ci aspetta una passeggiata a piedi.
L’ingresso e la stazione di partenza della ferrovia si trovano nella parte artificialmente ampliata dietro il ristorante Jamski Dvorec.
Lungo il percorso del treno, in alcuni punti, sulle pareti si vedono ancora le tracce del fiume.
Il treno arriva a quella che viene chiamata Sala Congressi o da Ballo, dove una volta si tenevano imponenti feste.
La prima parte delle grotte ospitò i primi visitatori già nel XIII secolo, mentre la parte più grande e interna delle grotte fu scoperta il 14 aprile 1818 da un abitante del luogo, il lampionista Luka Čeč. Durante i preparativi per la visita dell’imperatore austriaco si allontanò dal gruppo di operai addetti alla decorazione e all’illuminazione dell’ingresso alle grotte e della Grande sala. Scalò una parete e raggiunse una galleria fino ad allora sconosciuta.
In occasione delle feste natalizie, lungo il percorso a piedi, hanno allestito scene con personaggi che si muovono, cantano e suonano, che raccontano la natività di Cristo, come se ci trovassimo ad attraversare un grande presepe vivente.
La ferrovia all’interno delle grotte fu inaugurata il 16 giugno 1872.
Dalla conformazione stalagmitica detta Prižnica fino ai piedi del monte Velika gora furono posate tre rotaie per una lunghezza totale di 2260 metri, lungo le quali le guide spingevano i carretti con a bordo i visitatori.
Il trasporto dei visitatori all’interno delle grotte con questo sistema manuale non era sufficiente in occasioni speciali come i festeggiamenti tradizionali, quando il numero di visitatori era piuttosto elevato. La costante crescita del numero di visitatori spinse gli amministratori a riflettere sull’introduzione di un sistema di trasporto più efficace nelle grotte.
La trazione a motore, progettata già prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu introdotta nel 1924. Nel 1928, all’ingresso delle Grotte di Postumia, fu costruito un nuovo edificio amministrativo, oggi Castello delle Grotte, in cui, oltre al ristorante, si trovava anche la nuova stazione di partenza della ferrovia e una sala dove accogliere i visitatori.
Con gli anni, le vecchie locomotive a benzina divennero meno adeguate perché i gas emessi riducevano la visibilità nelle grotte. Così nel 1957, si passò alle nuove locomotive ad accumulatore.
La linea a binario singolo, progettata prima della Prima Guerra Mondiale, era dotata solo di due punti di incrocio sull’intero percorso, e i sempre crescente aumento dei visitatori causava sempre più ingorghi.
Nel 1964 fu quindi aggiunto un ulteriore binario e tre anni più tardi fu finalmente inaugurato il percorso circolare su doppio binario all’interno delle grotte, che consentiva il trasporto più agevole di un numero elevato di visitatori.
Il vero boom del turismo a Postumia si registrò nel periodo tra gli anni ’70 e ’90. In questo periodo oltre 16 milioni di visitatori da tutto il mondo visitarono le Grotte di Postumia.
Finora il 1985 è considerato l’anno record sia per numero totale di visitatori (942.256) sia per numero di visitatori stranieri (757.318).
Il maggior numero di visitatori in un solo giorno fu invece registrato l’8 luglio 1978, quando le guide accompagnarono nel mondo sotterraneo delle Grotte di Postumia ben 12.025 turisti.
Prima dell’introduzione dell’illuminazione elettrica nelle grotte, queste erano illuminate esclusivamente dalle lampade ad olio delle guide e dei lampionisti che accendevano e spegnevano le torce a parete. Il grado di illuminazione dipendeva dal prezzo pagato dai visitatori per la visita. Gli ospiti potevano dunque scegliere di accendere solo un numero limitato di torce oppure optare per la cosiddetta "grande illuminazione", per la quale si impiegavano da quattro a cinque chili di candele. L’illuminazione elettrica, la prima sul territorio della regione della Carniola, fu introdotta temporaneamente nelle Grotte di Postumia nel 1883, in occasione della visita dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Tre lampade elettriche illuminavano la Grande sala. L’anno successivo le Grotte di Postumia divennero il terzo complesso di grotte al mondo dotato di illuminazione elettrica fissa. Le grotte erano illuminate da 12 lampade, ciascuna della potenza di 1.400 candele. L’elettricità era prodotta da due generatori alimentati da un motore a vapore. L’impianto elettrico fu ammodernato nel 1901. Dalla nuova centrale elettrica non veniva alimentata solo la grotta, bensì tutta Postumia. Oggi, al posto delle lampadine classiche, si utilizzano prevalentemente quelle alogene. Grazie all’elettronica è possibile illuminare solo determinate aree delle grotte e tutti i cavi elettrici, come anche la maggior parte delle lampade all’interno della grotta, sono ben nascosti.
Il percorso a piedi si conclude in una grande sala, al cui centro c'è un acquario riempito con acqua piovana, dove sono tenuti alcuni dei famosi animaletti che abitano queste grotte, il Proteo, Proteus anguinus. Questo piccolo draghetto lo si vede muoversi nella vasca, ma non è fotografabile.
Si tratta di un anfibio vertebrato che ha il suo habitat unicamente nelle grotte. Questo animaletto dalla pelle rosata, che da adulto raggiunge la lunghezza di 25-30 cm, è simile a una sinuosa lucertola anguilliforme. Il corpo è cilindrico e le zampette sono molto piccole e decisamente sproporzionate rispetto al resto del corpo, presentando inoltre tre "dita" per quelle anteriori e due per le posteriori.
Il proteo dispone di branchie, caratteristica che compare nello stato larvale e che permane per tutta la vita. Infatti esso, durante lo sviluppo, non compie metamorfosi come la maggior parte degli anfibi. È praticamente cieco, poiché gli occhi sono coperti dalla pelle e non si sviluppano, d'altronde, il senso della vista non gli sarebbe di grande utilità, visti gli ambienti in cui vive.
Questo anfibio si nutre pochissimo, e il motivo principale è legato all'habitat in cui vive, che offre ben poche prede di cui cibarsi. Mangia minuscoli crostacei, e a volte le sue stesse larve, ma data la lentezza del suo metabolismo è in grado di sopportare periodi straordinariamente lunghi senza cibo. Da esperimenti controllati è risultato che un proteo può restare a digiuno per circa 12 anni.
Alla fine del percorso a piedi si risale sul trenino, che sfrecciando, secondo me ben oltre i 17 kmh indicati dalla guida, in pochi minuti arriva all'uscita delle grotte. Alla stazione di discesa si può ammirare una magnifica vista sul fiume Pivka che abbiamo visto scorrere vicino all'ingresso delle grotte. Qui lo vediamo scorrere, imponente, verso l’interno. Esso scorre dentro le grotte per riapparire in superficie, 5 km più a nord, grazie al fenomeno del carsismo, per poi gettarsi nella Sava.