Non andò così; già il 22/10/1912 i bulgari ottennero una grandissima vittoria a Kırk Kilise (oggi Kırklareli, in bulgaro Lozengrad) in Tracia ed il 26/10/1912 i Serbi vinsero un’importante battaglia a Kumanovo in Macedonia (lo stesso giorno i greci si impadronivano di Lēmnos=Limni)
Il 3/11/1912 i Serbi entravano a Skopje (Skoplje, Üsküb) ed occupavano Prizren in Kosovo mentre i greci si impadronivano delle isole di Thasos (Taşoz) e Samothrakē (Semadirez)
L’8/11/1912, precedendo di un soffio i bulgari, i greci entravano a Salonicco
Il 18/11/1912 i serbi presero Manastir (Bitola, Bitolja, Monastir) e il 24/11/1912 i greci prendevano Chios (Sakız)
Il 28/11/1912, vedendo che tutto era ormai perduto per gli ottomani (e con l’appoggio segreto di Austria-Ungheria e, in modo più sfumato, Italia) Ismail Bey Vlorë proclamava l’indipendenza dell’Albania
A fine novembre 1912 gli ottomani avevano perduto ormai tutta la Turchia europea al di là della linea di Çatalca, tranne Edirne (Odrin), Yanya (Iōannina) e Işkodra (Shkodër, Skadar, Scutari d’Albania); è chiaro che in queste condizioni non era pensabile, politicamente, tornare allo status quo, come del resto era apparso chiaro già a fine ottobre, con soddisfazione degli uni (Russia e anche Francia), sostanziale indifferenza di certuni (Inghilterra e per certi versi pure Germania e Italia) e grande disappunto di altri (Austria-Ungheria, e i circoli tedeschi più austrofili e turcofili)
La diplomazia europea si mosse quindi per “risolvere” la situazione, far terminare la guerra e trovare una spartizione che accontentasse tutti gli “alleati”, il che si rivelò una fatica di Sisifo, in quanto fin da quest’epoca si vide un crescente antagonismo fra i bulgari (che avevano combattuto più duramente e avevano raccolto abbastanza poco, relativamente) e serbi e greci (i quali avevano approfittato delle vittorie bulgare…Sofia non mandò giù l’ingresso repentino dei greci a Salonicco !); ai turchi fu spiegato, abbastanza chiaramente, che dovevano cedere tutto, con maggior grazia possibile ! (solo su Edirne i giochi non erano fatti, anche se i bulgari la bramavano)
Il 25/11/1912 si tenne a Bağciköy (fra le linee bulgare e turche) la prima riunione fra delegati ottomani e alleati in vista di un’armistizio (generalissimo Nāzim Pāšā, Min Int Rešīd Pāšā, Amb a Berlino ‘Osmān Nizāmī; generalissimo Savov e CSM gen. Fičev; la Serbia si fece rappresentare dai bulgari)
Il 3/12/1912 venne firmato un armistizio fra Impero Ottomano, Bulgaria, Serbia e Montenegro (la Grecia non volle firmarlo, ritenendo le condizioni troppo filo-turche, e lo stesso giorno si impadronì di Midilli=Lésvos); l’inizio della Conferenza della Pace venne fissato al 13/12/1912, a Londra, data poi spostata di poco (i greci mandarono anch’essi delegati, ma continuarono a combattere sul fronte epirota)
Il 16/12/1912, un freddo lunedì invernale albionico, si tenne a Londra la 1° seduta, tutta protocollare, della Conferenza della Pace; i delegati, che furono salutati da Sir Edward Grey, Foreign Secretary dic 1905-1916, erano i seguenti:
Impero Ottomano (Rešīd Pāšā, Ministro del Commercio e capo delegazione; gen. Sālih Pāšā, Ministro della Marina; ‘Osmān Nizāmī Pāšā, Ambasciatore a Berlino; col. ‘Alī Riżā Bey; Rešīd Safvet Bey, consigliere legale presso la Sublime Porta; Diran bey Noradounghian, armeno, segretario della delegazione )
Bulgaria (Danev, presidente della Săbranie e capo delegazione; Paprikov; Madžarov; gen. Fičev; col. Jostov)
Serbia (Stojan Novaković, capo delegazione; Andrej Nikolić; Milenko Vesnić, Ministro a Parigi; gen. Borović; gen. Pavlović; M. Stefanović, segretario della missione)
Montenegro (Lazar Mijušković, ex-primo ministro ; conte Vojnović, segretario particolare del Re ; Jovan Popović, ex-Incaricato d’Affari a Costantinopoli)
Grecia (Venizelos, capo delegazione; Stephanos Skouloudēs; Politēs; Gennadios, Ministro a Londra; Streit, Ministro a Vienna, colui che sarà Ministro degli esteri nel luglio 1914; gen. Danglēs; col. Metaxas, che farà una brillante carriera e si illustrerà per il suo “ochi”=NO a Mussolini il 28/10/1940; cap. Exadantylos)
L’astuto Venizelos si recò di persona a Londra per fare lobbying, un antesignano delle tattiche che Beneš, Masaryk e lui stesso misero in atto su grande scala a Versailles nel 1919 per il (presunto) bene loro e per la sciagura dell’Europa !
La Conferenza concluse poco (anche perché gli ottomani cercarono di tirare in lungo le cose e sfruttare le contraddizioni fra gli “alleati” balcanici secondo l’antica tradizione diplomatica del “divide et impera”) e dopo il cruento golpe del 23/1/1913 che riportò al potere i Giovani Turchi, gli “alleati” balcanici decisero di interromperla
Il 30/1/1913 la Conferenza si sciolse (Grey ne era stato informato il 29/1/1913 con una nota); il motivo fu spiegato in una nota datata 28/1/1913 e che era firmata
Per la Bulgaria (Danev, presidente della Săbranie e capo delegazione; M.Z. Madžarov; Paprikov)
Per la Serbia (Stojan Novaković, capo delegazione; Andrej Nikolić; Milenko Vesnić, Ministro a Parigi)
Per il Montenegro (Lazar Mijušković, ex-primo ministro ; conte Vojnović ; Jovan Popović)
Per la Grecia (Venizelos, capo delegazione; Stephanos Skouloudēs; Gennadios, Ministro a Londra; Streit, Ministro a Vienna)
Lo stesso 30/1/1913, il gen. Savov, comandante in capo delle truppe bulgare in Tracia, inviò un telegramma da Dimotika (in greco Didymoteichon, in turco Dimetika) al gen. Mahmūd Ševket Pāšā (nuovo Gran Visir turco nel governo dominato dal “Comitato Unione e Progresso”; verrà poi eliminato l’11 giugno 1913 in un attentato “misterioso” e alcuni ci videro la mano del Triumvirato giovane-turco che forse non aveva trovato in lui la docile marionetta che sperava), da lui chiamato “generalissimo delle forze ottomane” informandolo che le ostilità sarebbero ricominciate il 3/2/1913, alle h. 19.00
E così fu
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