Crocuta crocuta, è questo il nome scientifico dato alla specie di iena più comune. La iena è quel mammifero della savana dalla fama alquanto sinistra. Caratteristica peculiare della iena, infatti, è quella di fiondarsi sulle sue prede quando queste sono ormai ferite (o peggio ancora già morte stecchite) da un precedente assalto di un altro predatore. Di solito la iena aspetta pazientemente, ma con la bava alla bocca, che il moribondo esali l’ultimo respiro o stremato si accasci al suolo prima di fare la sua mossa. Nel frattempo, però, tranquillamente la segue, gli gira intorno, a volte in modo furtivo, altre, invece, in maniera più spudorata, oserei dire teatrale, ma quasi mai dando la certezza di poter essere un pericolo.
Ovviamente l’istinto di sopravvivenza del malcapitato di turno solitamente gli permette di avvertire la minaccia sin dall’inizio, ma se lo sprovveduto sta muovendo i suoi primi passi nella savana è difficile che possa avere coscienza di quanto sta per accadergli.
Ma perché questa digressione sulla iena? No, non mi sono dato alla passione per i documentari. Volevo solo parlarvi di quel tipo di persone (solitamente sono gli uomini, ma anche le donne non scherzano) che, proprio come la iena, si precipitano sulle loro “prede”
quando queste attraversano un momento di particolare difficoltà e pertanto sono maggiormente vulnerabili.
Sto parlando di quegli animi sensibili che hanno appena chiuso o stanno chiudendo(?) una storia d’amore, lunga o breve che sia. Certo, c’è chi liquida il passato senza colpo ferire, vuoi per una durezza di carattere e di spirito o vuoi per l’insignificante importanza che hanno dato a tutti quei momenti che hanno vissuto insieme all’altro/a.
C’è, però, anche chi si sente sopraffatto da un macigno troppo grande da poter sbriciolare. Il peso di un amore la cui consistenza sembra essere svanita, lasciandosi dietro, però, ferite profonde che hanno bisogno di tempo (e solo di quello!) per rimarginarsi, anche se lasceranno inevitabilmente un segno indelebile se la storia fu mossa da un sentimento sincero.
Posso candidamente ammettere, senza dubbio alcuno (e sfido chiunque a dire il contrario) che io, nonostante le mie infinite imperfezioni, fortunatamente non appartengo a quel genere di persone. Mi rendo conto d’essere più che una mera eccezione alle regola, del resto so bene che “lu munno gira accusì”, ma trovo lo stesso ripugnante un comportamento simile. Sono senza dubbio una canaglia (le mie azioni del resto parlano a nome mio), ma non potrei mai abbassarmi ad un contegno simile; il quale, tra l’altro, trovo sia indice di intenzioni nient’affatto raccomandabili e difficilmente ravvisabili, se non dall’esterno, soprattutto se alle stesse si accompagna la millanteria d’una condotta improntata ad una presunta serietà.
Ci conosciamo letteralmente da una vita Amico Mio, e proprio per questo so bene che anche tu la pensi come me. Del resto non saremmo amici veri se non ci unissero valori comuni. Nonostante questo, però, non so dirti cosa pensare o cosa fare nella situazione in cui ti sei ritrovato. Non vorrei che la sfilza dei miei errori, delle mie cattive valutazioni, raggiunga anche te.
Poso solo suggerirti di dare ascolto al tuo cuore, di non farti accecare dalla rabbia o dalla frustrazione. Di seguire i tuoi sentimenti, quant’anche questi dovessero farti allontanare dalla persona che ami. Il prezzo da pagare potrebbe essere salato, ma in questo mondo falso saresti un uomo vero, al contrario di quanti (ma anche di quante, quest’estate ne ho avuto l’ennesima conferma) vogliono solo aggiungere l’ennesima tacca alla loro ipocrita “collezione”.