Le Infiorate Artistiche: il bozzetto di Porta Cervara

Da Kyracrochet @kyrawolf

Il bozzetto dell'artista Graziano Pericoli

"Di beltà colme e di generosità prodighe son codeste donne, e nobili altrettanto: che non vi turbi la vista, io spero, mio sensibil signore, che' già la fiamma della gelosia m'arde il core".
Descrizione del bozzetto a cura dello scrittore Francesco de Filippo
E un po' Bianca Maria gli stringe il braccio, al consorte Francesco, come a volerlo trattenere.Ma le dame, le più blasonate, son là, cariche di doni, e nulla può fare la pur candida e splendida Visconti per tenerlo lontano dalle potenziali rivali: è il giugno del 1442 ed è la prima visita ufficiale della coppia a Fabriano. Lui, lo Sforza, non può tirarsi indietro: non solo per il fascino delle nobili ma perché per quell'unione sua con la Visconti - celebrata un anno prima - la città si era tassata senza remore, e i regali erano stati all'altezza del Conte: 300 ducati erano stati spesi!Meno non si poteva, la nobiltà ha un prezzo alto e Fabriano ci teneva a ostentarla. Erano stati loro, sette anni prima, i notabili della città, a impetrare la protezione dello Sforza dalle minacce di Nolfo e Guido Chiavelli. La ottennero, ma in cambio Francesco pretese la signoria della città.Voleva, Fabriano, coprirsi ancora del “manto porpora”, indice di prosperità e benessere, e continuare ad avere i favori del Signore. Ambizioni onerose, da realizzare ricorrendo a debiti, prestanze e vendite di possedimenti. Ma tant'è, noblesse oblige.
Il bozzetto allora immortala l'arrivo della coppia appena dentro le mura.Lei, trepidante e bella, lui composto ma soddisfatto, per l'accoglienza grandiosa, degna della sua persona.La coppia si è appena lasciata alle spalle la sagoma di San Antonio fuori le mura e Porta Pisana che già lo Sforza esibisce la chiave della città. Lì gli è stata riconsegnata, qui, all'ingresso, la mostra: sicuro e senza tema. Dietro, immutato e immutevole nei secoli, si staglia il monte San Vicino, un'altra testimonianza simbolica dell'opera. Che nella sua immagine apparentemente statica è invece carica, tracimante di significati, richiami e rappresentazioni. Basti osservare la sola armatura di Francesco Sforza, la sicumera con cui sfoggia l’araldica: alternativamente il biscione visconteo fronteggia, ma con serena convivenza, l'aquila sforzesca.Nulla è casuale: nella semiologia dei casati è l’unione delle due famiglie. Riprende direttamente l'iconografia medievale, invece, il levriero. Libero, non legato, a testimonianza di una obbedienza remissiva. E' sufficiente la mano del padrone, di Francesco, per tenerlo a freno. Ancor più ricco di magnificenza e simbologia è la ricchezza decorativa dell’arco innalzato, di grazia, in onore di Francesco e Bianca Maria Visconti. Ricco di fregi floreali, è sorretto da Giganti. Da un lato Atlante, che solleva il Mondo, indica che si deve alla virtù dello Sforza l’impero dell’universo (Tibi Sfortia), dall'altro Ercole che, in luogo di capitello sostiene un leone coraggiosamente sconfitto. Chiaro il significato: allo Sforza ogni potere cede (Omnium sic Sfortia robur). Al centro dell’arco, Vulcano, Dio del Fuoco e Fabbro divino, creatore di armi invincibili, rappresenta l’invulnerabilità di Francesco Sforza e propriamente rimanda al simbolo della nostra città.
[fonte: brochure della porta]
- Kyra -

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