Recensione
Nathaniel Hawthorne è per noi sinonimo de La lettera scarlatta, indimenticabile storia di un'adultera nell'America puritana di fine '600, arrivata anche al cinema con il volto di Demi Moore.
Pochi sanno che Hawthorne ottenne successo innanzitutto come autore di racconti, che pubblicò su giornali e riviste e poi in diverse raccolte per tutto il corso della sua esistenza, e che ancora oggi sono considerati tra i più importanti della narrativa statunitense.
Queste Leggende del Palazzo del Governatore sono quattro storie appartenenti alla collezione Twice-Told Tales (storie raccontate due volte), che si distinguono dalle altre per la comune ambientazione oltre che per la caratteristica di essere tra le più sottovalutate della produzione di Hawthorne.
I quattro racconti infatti, pur conservando alcune delle caratteristiche tipiche della produzione di questo autore, si rifanno ad un periodo storico ben preciso e molto particolare, ovvero gli anni di passaggio fra la dominazione inglese del New England, quando ancora il Palazzo del Governatore di Boston era l'elegante dimora dei rappresentati del governo britannico, e la vittoria dei rivoluzionari americani che costrinsero gli oppressori ad abbandonare il palazzo, destinato a decadere e a diventare una taverna popolare. Tutti i racconti contengono precisi riferimenti agli avvenimenti di quell'epoca e ai loro protagonisti, il che li rende al tempo stesso affascinanti per la possibilità che offrono di riscoprire un periodo storico ormai dimenticato, ma anche un po' ostici per il lettore moderno, soprattutto per quello italiano a cui i nomi e gli eventi citati diranno poco o nulla.
L'attrattiva di questi racconti risiede, tuttavia, nell'atmosfera gotica che era uno dei tratti distintivi di Hawthorne, ritenuto uno dei massimi esponenti del Dark Romaticism. L'autore affianca a eventi ordinari come la firma di un trattato o una serata di gala le note cupe, le atmosfere sovrannaturali, i toni carichi di presagi caratteristici di una letteratura che sfruttava il mistero e l'inafferrabile per esprimere ed esplorare i meandri dell'animo umano.
L'ossessione dell'autore per il peccato e la purezza dell'anima trovano poco spazio nelle Leggende, e si concentrano soprattutto nella seconda e nella terza novella, Il ritratto di Edward Randolph e Il mantello di Lady Eleonore, dove i peccati di orgoglio dei protagonisti tornano a ossessionarli sottoforma di tormenti fisici.
Il primo e il quarto racconto, invece, intitolati Il ballo del governatore Howe e La vecchia Esther Dudley, si soffermano sul momento di passaggio tra il vecchio e il nuovo regime e sulla difficoltà dei rappresentati del vecchio potere di abbandonare una visione del mondo ormai superata: vecchi, stanchi e reazionari ancorati al passato sono associate nell'immaginario dell'autore a presenze spettrali e figure funeree alle quali l'orgoglio impedisce di abbandonare la propria posizione.
Sebbene leggermente diversi dalla produzione solita di questo autore, quindi, questa breve raccolta proposta da Feltrinelli permette comunque di apprezzare i pregi maggiori di Hawthorne: la sua capacità di approfondimento psicologico, che emerge anche in racconti di poche pagine, e il potere immaginifico della sua fantasia a tinte dark.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Le leggende del Palazzo del Governatore
- Titolo originale: Legends of the Province-House
- Autore: Nathaniel Hawthorne
- Traduttore: Igina Tattoni
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: 2014
- ISBN-13: 9788858852354
- Collana: Zoom
- Pagine: 96
- Formato - Prezzo: ebook - 0.99 euro