Le letture con cui sono cresciuto

Creato il 21 aprile 2014 da Misterjamesford

La trama (con parole mie): a concludere questa trilogia di liste gentilmente offerta nell'ispirazione dal mio miglior nemico, Cannibal Kid, dopo film e dischi, giungono le letture, parte fondamentale della formazione del sottoscritto soprattutto negli anni dell'adolescenza. Tutto quello che mi ha segnato, mi segna o non mi tocca neppure più di striscio l'ho vissuto tra quelle pagine pronte a liberare sogni, fantasia e sentimenti.

CENT'ANNI DI SOLITUDINE di GABRIEL GARCIA MARQUEZ

Letto in prima liceo, e da allora rimasto come uno dei miei cult letterari assoluti, il Capolavoro di Marquez tracciò una linea definitiva tra il Ford bambino e quello adolescente, lasciando che la mente vagasse sognando di diventare come il figlio dei Buendìa partito magro e tornato grande, grosso e tatuato.
Sarà per quello che gli anni mi hanno trasformato in un modo molto simile.
L'UOMO RAGNO di STAN LEE e STEVE DITKO

I fumetti sono stati una parte importantissima della mia vita di lettore, e per anni hanno alimentato non soltanto i sogni di un bambino, ma anche e soprattutto la speranza di arrivare, un giorno, a scriverli per lavoro. Per il momento, questo è accaduto solo in parte, e senza alcun ritorno economico, ma l'amore per i personaggi Marvel è rimasto, così come quello per il mio favorito assoluto: il buon, vecchio Spidey.
LA FIGLIA DEL CAPITANO di ALEXANDR PUSKIN

La Letteratura russa è stata uno dei must assoluti della mia formazione, e malgrado di norma riservasse drammi terribili e devastanti, con La figlia del capitano è riuscita a rendere un Capolavoro anche uno dei romanzi più leggeri giunti da Est: l'ho talmente adorato da leggerlo tre volte, una cosa che non era mai capitata prima, e non sarebbe capitata poi.
NARCISO E BOCCADORO di HERMAN HESSE

Se esiste uno scrittore in grado di rappresentare la mia adolescenza, è senza dubbio Herman Hesse: in un'ipotetica lista dei titoli più importanti dei miei anni di formazione, almeno la metà portano la sua firma, da Demian a Siddhartha, da Il lupo della steppa a, per l'appunto, Narciso e Boccadoro. La storia di quest'amicizia e di due caratteri così diversi mi colpì talmente tanto che ancora oggi, rievocando le ultime parole del libro, finisco per avere i brividi.
I ROMANTICI INGLESI E I MALEDETTI FRANCESI

Nel pieno delle turbe adolescenziali e dei tumulti ad esse legati, il mondo dell'allora molto Kid Ford fu travolto dalla lezione dei romantici, dalla Ballata del vecchio marinaio ai magnifici tre - Byron, Keats e Shelley -, senza contare quei sudicioni di Baudelaire, Rimbaud e soci. Erano i tempi in cui sognavo di morire alla grande prima dei trent'anni. Cazzo, che coglione ero.
I LAVORATORI DEL MARE di VICTOR HUGO

Uno dei miei romanzi preferiti di tutti i tempi, un Capolavoro di epica, Natura e crescendo sentimentale che fece da accompagnatore nel mio viaggio in solitaria a Parigi alla fine del liceo: ricordo ancora le lacrime che versai sul finale, e la magia del paesaggio delle isole della Manica, che ancora oggi sogno di visitare soltanto per ricordare quanto impazzii per la vicenda di Gilliat.
I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di GOETHE

Da buon "poeta estinto", uno dei romanzi di formazione che più mi toccarono fu I dolori del giovane Werther, probabilmente il titolo che ispirò Hesse nel corso della sua intera produzione: lo finii di leggere nei giorni appena successivi alla morte di mio nonno, portandomi il peso di tutta l'adolescenza sulle spalle. Lacrime amare anche qui.
SLAM DUNK di TAKEHIKO INOUE

I manga, pochi anni dopo i fumetti a stelle e strisce, divennero una delle mie realtà favorite di lettore: tra le decine di titoli divorati a cavallo degli anni del liceo, ho scelto Slam Dunk, il fumetto ad argomento sportivo migliore di sempre, capace di farmi provare in misura talmente alta l'adrenalina del basket da farmi ricredere a proposito di uno sport che non mi entusiasmava per nulla e che, grazie a Sakuragi e soci - su tutti il mio favorito Mitsui -, ho finito per praticare per un paio d'anni buoni.
SANGUE E ARENA di BLASCO IBANEZ

La vita del Cordobes, uno dei matador più famosi della Storia, rivisitata grazie alla figura mitica di Juan Gallardo, ribollente e calda come il sole andaluso. Una delle letture più importanti del passaggio tra adolescenza ed età adulta, in grado di ispirare film e canzoni, ed alimentare il sogno del sottoscritto di visitare l'Andalusia, che percorsi in lungo e in largo qualche anno dopo.
JACK FRUSCIANTE E' USCITO DAL GRUPPO di ENRICO BRIZZI

Ad oggi, probabilmente, lo considererei un libretto, ma ai tempi dell'uscita rappresentò il simbolo dei primi innamoramenti, delle feste e delle uscite al sabato sera: in un certo senso, quelle pagine sono state le prime forbici che hanno iniziato a recidere il cordone ombelicale del sottoscritto con l'infanzia.Pensare che sono passati quasi vent'anni, a volte, mi fa rimanere a bocca aperta: se chiudo gli occhi, mi pare infatti di provare ancora sulla pelle quell'emozione.


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