sono rimasta piuttosto colpita da questo libro, sia in negativo che in positivo.Proprio per questa ragione fatico a dare un giudizio che sia univoco.
prendiamo la storia ad esempio: mi è parsa debole.non ci sono notevoli colpi di scena e le vicende di Lissi e Greg (i due protagonisti) si susseguono in modo veloce ma per nulla turbolento. E' una storia forse un tantino troppo superficiale e gli unici personaggi che trovano un posto di primo piano al suo interno sono Lissi e Greg, i due protagonisti. avrei preferito scoprire qualcosa in più di personaggi del tutto secondari (in quanto, purtroppo, solamente abbozzati) come Thomas Argenau, cugino di Lissanna. Peccato quindi.Anche il fatto di affidare l'origine dei vampiri alla popolazione della mitica Atlantide e ad una loro "nanotecnologia", i naniti, mi è parsa una forzatura non indifferente. è come se questa origine del tutto "tecnologica" e per nulla quindi tradizionale, derubasse queste creature fantastiche di una buona dose di mistero e di quella magia che li ammanta da sempre.
il fatto che la Sands faccia un largo uso dello strumento del "discorso diretto" non mi ha fatto certamente migliorare il mio giudizio. seppur renda l'intera narrazione più scorrevole, il discorso diretto, o per lo meno, un abuso di questo, rischia di costituire un copione teatrale piuttosto che un libro. Credo che debba esistere un buon bilanciamento tra le parti dialogate e quelle descrittive: cosa che, purtroppo, in "Al primo morso" non c'è.
insomma, quello della Sands è un libro controverso: sotto alcuni aspetti ben fatto, sotto altri un pò meno.resta comunque una lettura piacevole e spassosa.
voto: 2 mele e mezzo