Non avrò pace finché non avrò rispedito nella tomba tutti i morti che camminano. Per sempre. Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finché non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta... Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peg- giore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie. Finalmente arriva sul Diario la recensione di Alice in Zombieland, dell'americana Gena Showalter, in Italia (per il momento in solo formato ebook), grazie a HarlequinMondadori. Un libro da cui, voglio ammetterlo, non sapevo molto bene cosa aspettarmi: un po' perché erroneamente credevo che l'aderenza di questa storia ad Alice in Wonderland fosse molto più alta, o comunque più puntuale e meno “estensiva”; un po' perché temevo il solito schema “ragazza insicura + ragazzaccio = amore irresistibile”, soltanto condito con qualche combattimento zombie qua e la. Fortunatamente, procedendo nella lettura, ogni incertezza è scomparsa, lasciando spazio ad un'unico desiderio: non avrei mai voluto che questo libro finisse. Doveva continuare, raccontarci altre storie, altre vicende, altre crisi risolte. Purtroppo, dobbiamo accontentarci di ciò che passa in convento...! Alice in Zombieland non è una semplice rivisitazione di un mondo già esplorato, quello dell'Alice di Carroll: al tema del viaggio alla scoperta di sé stessi, della caduta e della lotta per la rimonta, la Showalter aggiunge elementi fondamentali del fantasy romantico adolescenziale (relazioni sentimentali turbolente ed incontri al liceo) ed elementi horror che danno alla storia una consistenza ed un valore che prescinde dal classico, diventando moderno, attraente, rock. Nella Showalter, l'elemento classico incontra quello moderno e, da questo incontro, nasce qualcosa di irresistibile: adatto ad un pubblico abituato ai ritmi ed alle dinamiche di un fantasy non del tutto young, Alice in Zombieland è una creatura letteraria che si distingue, che spicca tra i suoi competitors internazionali.
l'autrice
I riferimenti a Carroll, paiono essere un grande omaggio più che un mero “abuso di ispirazione altrui”: penso, ad esempio, al bianconiglio che indica alla protagonista, Alice, la presenza di un pericolo imminente ma che non è in grado di percepire, perché ancora lontano. Penso alla caduta di Alice in una vita nuova, una vita in cui tutto ciò che conosceva è stato distrutto da un nemico di cui non conosceva nemmeno l'esistenza. Una rielaborazione, quindi, estremamente dark: il mondo delle meraviglie è l'oscura terra degli zombie, la terra del male, del dolore, della privazione, del bisogno disperato di una redenzione che pare essere troppo lontana e difficilmente raggiungibile. L'unico punto che non ha sconvolto la mia mente un tantino esigente, sono le locations: per quanto naturale – trattandosi di personaggi non ancora propriamente adulti – ambientare buona parte del romanzo in una scuola è una scelta un tantino ripetitiva e noiosa. Avrei preferito una location differente e, soprattutto, nuova. Mi rendo perfettamente conto, però, che privare questa storia della sua ambientazione principale, avrebbe finito con il modificarla in modo significativo rendendola, probabilmente, meno d'impatto. Ad ogni modo, amici ed amiche, quello di cui sopra, è un libro che merita di essere letto, divorato, e riletto ancora. Non posso fare a meno di donargli.. 5 mele (and God bless Gena!)