Attraverso documentari televisivi, piuttosto che riviste o testi specializzati, ho cercato di placare la mia sete di curiosità, la voglia di conoscere e scoprire questo universo ammantato da una strana nebbia che è il mistero.
Così, la lettura de “i fantasmi della foresta” di Ian McAllister, è stata un valido strumento per avvicinarmi, un po' di più, a quella che è la vita di questi straordinari animali. Ho scoperto che quello che pensavo era in gran parte errato. I lupi non sono poi così tanto diversi da noi: vivono in branco, seguono un leader, proteggono la famiglia nel momento in cui questa è più vulnerabile, quando nascono i cuccioli. Sono animali estremamente intelligenti, animati da un vero e proprio spirito corporativo: tutti trovano uno spazio all'interno del branco, come TZ, una femmina che, a causa di uno scontro con un orso piuttosto che l'urto contro un cervo, cammina sorreggendosi solamente su tre zampe. Quello che mi ha sorpreso maggiormente, leggendo la sua storia, è che è riuscita a sopravvivere alla vita allo stato brado, ricoprendo un ruolo molto importante all'interno del branco, ovvero proteggendo i cuccioli appena nati della femmina alfa. Ammetto che, pur immersa com'ero nella lettura de “I fantasmi della Foresta”, non ho potuto far a meno di paragonare quello che è il modus vivendi di questi magnifici animali, con il nostro, con quello dei potenti sapiens. È proprio il caso di dire che l'evoluzione, piuttosto che l'uso della parola o della razionalità, non sempre ha portato i benefici sperati, anzi: spesso risulta doveroso imparare a vivere da chi lo fa secondo l'istinto, come i lupi del Branco del Surf, piuttosto che quelli del Branco della Diga, entrambi stanziati in prossimità della costa della Columbia Britannica.