Le lezioni da imparare a vent’anni che vi faranno dire grazie tra dieci

Creato il 23 maggio 2015 da Rafaelcoche @El_coche
La nostra società si basa principalmente sulla gratificazione istantanea: poca pazienza e ottenere tutto subito. Sceglie il successo lavorativo ed economico come valutazione principale delle persone e si regge sul bisogno di sentirsi immediatamente “qualcuno”. I vent’anni e tutto il periodo che mediamente va dall’età adulta ai trenta è un periodo difficile, caratterizzato dal sentirsi stagisti al palo, lavoratori sottovalutati senza alcuna gratificazione, sfigati signor nessuno che vorrebbero evadere dalla casa di mamma e papà, studenti pronti ad affacciarsi su un mondo che scoprono molto amaro. In controtendenza con i valori dominanti, spesso avere vent’anni significa arrabattarsi e cercare di sopravvivere più che vivere. Il risultato è la frustrazione. Ma le lezioni di vita migliori da apprendere sono proprio quelle che nascono dai periodi d’incertezza, quando non si può contare su altro che su sé stessi. Dalle soluzioni che bisogna per forza cercare da soli e dai rapporti che terminano perché le strade sono diverse. Ecco le lezioni da tenere a mente, che vi salveranno una volta cresciuti. Fallite ora e spesso: il tempo è dalla vostra parte. Quando si è giovani il punto di forza non sono tanto il talento, le idee, l’esperienza, ma il tempo. Prendete decisioni importanti e correte rischi, provate a creare l’App che tanto vorreste, fate un’esperienza all’estero (non avete mezzi? Fatelo lavorando), aprite il blog che avete in mente… Non c’è niente da perdere e le responsabilità le avete solo verso una persona: voi stessi. Collezionate esperienze e duri colpi, fino a quando sulle spalle non avrete assicurazione, mutuo, scuole, figli. Fallirete per voi stessi e ogni volta vi risolleverete. Sbagliare è un lusso che potete permettervi ora per trovare voi stessi. Non potete forzare le amicizie Non potete spendere tempo ed energie in rapporti che non sono un investimento futuro: sarebbe a fondo perso. Assicuratevi di avere le persone che contano, che ci saranno sempre. Quando gli altri rapporti si deteriorano per il semplice corso della vita e si cerca di tenerli in piedi, si ottiene solo un grande stress e sentimenti negativi quando gli altri, nonostante i nostri sforzi, ci deludono. Lezione da stamparsi in testa: è umanamente impossibile restare soli nel mondo. Le persone vanno e vengono. A volte tagliare i rapporti significa anche essere sinceri per entrambe le parti: è un’azione adulta e di grande rispetto. Nessuno ha idea di che cosa stia facendo della sua vita Dimenticate la pressione imposta dalla scuola di dover per forza capire che cosa si vuole fare da grandi: cercate semplicemente di capire in cosa siete portati e di fare il massimo consentito per svilupparlo. Se non lo fate ora, non lo farete mai: siete laureandi in chimica ma volete fare i dj? Iniziate a studiare la vostra passione e cercate di svilupparla mentre andate all’università. Lavorate, ma sognate di scrivere un libro? Dopo otto, nove, dieci ore di lavoro avrete tutte le energie per farlo una volta a casa. Se invece non avete voglia, lasciate perdere. Ma sappiate che energie e tempo non tornano più. Al mondo non frega nulla di te Avete presente la classica frase autolesionista “a nessuno importa un accidente di me?” Complimenti: è esatto! E allora? Il punto è che è giusto così. Veniamo al mondo partendo più o meno dalla stessa condizione, e siamo sostanzialmente identici. Nessuno fa la carità a nessuno: se volete emergere, lo fate da soli rimboccandovi le maniche. Vedere al punto di cui sopra: l’indifferenza spinge a dare il massimo. Non solo: quel che la gente pensa o non pensa di voi influisce solo nel momento in cui voi, per primi, permettete che accada. Tenetelo a mente. La maggior parte di noi vuole le stesse cose Immaginate che la persona che sta scrivendo questo post abbia viaggiato parecchio e incontrato moltissima gente in diversi Paesi del globo e abbia scoperto che, cultura e credo a parte, l’essere umano è di base uguale dappertutto. Tutti vogliono un lavoro, una sicurezza, cibo, famiglia. Tutti sono fieri delle loro origini, tutti vogliono sentirsi importanti, tutti hanno paura di fallire. Eccetera. Ogni volta che litigate con qualcuno, che sia il capo o la mamma o il partner, tenete a mente che state litigando con un vostro simile, su tutto. Piantatela lì per primi, incassate, giù con l’umiltà. E’ la chiave per far capire alle persone che siete intelligenti abbastanza da capirlo per primi. E imparate, a dispetto di quanto vi hanno detto finora, a giudicare le persone da cosa fanno, e non per quello che sono. Giudicate le azioni, il comportamento, il lato pratico: a parole siamo bravi tutti e la personalità si può mascherare molto bene. In conclusione, il bagaglio che vi porterete per sempre è quello che vi costruite per primo. Se non sbagliate, se non fallite, se non vivete nell’incertezza ora, sapete che cosa sareste? Perfetti. Perfetti automi dalla vita preimpostata e scandita dai dettami di una società che ci immagina come studenti-laureati-stagisti- responsabili-manager. Imparereste una cosa, una sola: a formarvi professionalmente e non umanamente.

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