Eccovi l'ultima parte dei ventiquattro film di questa lunga lista cominciata giovedì 5 dicembre e proseguita lo scorso mercoledì. Buona visione e buona lettura!
È il 1818 quando il poeta ventitreenne John Keats incotra Fanny Brawne, studentessa di moda e sua vicina di casa. I due non si innamorano subito: lui la trova superficiale, lei lo reputa troppo malinconico e non conosce le sue poesie. Però nel tempo la diffidenza viene superata e i due si frequentano e si fidanzano, nonostante un matrimonio sia improbabile a causa della precaria situazione economica di lui. Il giovane si ammala, parte per l'Italia con la speranza che il clima più mite rispetto a Londra lo aiuti a superare la tubercolosi, ma muore nel 1821. Una storia triste raccontata, diversamente da quanto succede spesso nelle biopic, non dal protagonista: il punto di vista è quello della giovane Fanny, interpretata da una credibilissima Abby Cornish. Il titolo del film è quello di una delle opere più famose di Keats e rende già intuibile quanto questa pellicola sia una un'ode all'evoluzione romantica di una relazione e quanto questa parte delle relazioni sia sempre stato importante nella creazione di opere di qualsiasi genere. Il film ha un'ottima fotografia e delle ambientazioni dai colori splendidi, ma la storia è un po' meno emozionante di quanto mi sarei aspettata. Un film piacevole, a cui in alternativa vi propongo il film sulla vita di Jane Austen, Becoming Jane - Il ritratto di una donna contro, che somiglia a Bright Star per spirito e atmosfere.
Wikipedia - Trailer inglese - IMDb Del 2003 – Christine Jeffs – Regno Unito – 110 minuti – con Gwyneth Paltrow, Daniel Craig, Jared Harris e Amira Casar.
Siamo a Cambridge ed è il 1956. Sylvia Plath studia e aspira al riconoscimento delle sue doti di poetessa. Incontra il poeta Edward Hughes, poeta affermato, e la sua vita ne viene segnata profondamente. Si sposano, ma la felicità non sarà così facile da trattenere: Sylvia non riesce a scrivere, sospetta che il marito la tradisca e cade in un baratro che la porterà alla depressione, una voragine da cui non sarà salvata nemmeno dalla nascita di due figli. La sua vita sarà un vortice di manie, tristezza, ossessioni, paranoia e oppressione, il tutto dovuto alla tremenda sensibilità del suo animo contrapposta alla complessità del rapporto matrimoniale. Un film molto diverso dai due citati al punto precedente, forse perché ci si è ridotti a un ordinamento dei fatti che manca di quelle scelte personali che differenziano le biografie più riuscite dalle altre: certo, i caratteri dei personaggi sono ben resi, ma si poteva fare qualcosa di più. I cambiamenti di Sylvia Plath sono ben portati in scena da Gwyneth Paltrow, soprattutto per quanto riguarda la sua lotta psicologica tra desideri e quotidianità. Un film per i fan dell’autrice, ma non solo.
Miguel de Cervantes è un poeta di teatro e viene arrestato durante una rappresentazione (perché si sa che una messa in scena può celare molto di più che una storia qualunque). Chiuso in una segreta in attesa di un’udienza con la Santa Inquisizione, racconta ai suoi compagni di cella la storia di Alonso Quijana e delle vicende che lo portarono a incontrare Dulcinea, un’umile sguattera, e a diventare Don Chisciotte della Mancha, un cavaliere errante con il sogno di viaggiare per il mondo per aiutare gli oppressi. Questo è il succo di un film che non è un capolavoro, ma che rientra a pieno titolo in questa lunga lista. Le scenografie sono davvero insoddisfacenti e la fotografia non fa bene il suo compito di riparare le mancanze degli allestimenti. Punto di merito va, a mio parere, alla sceneggiatura (i dialoghi rendono bene la realtà e la finzione) e all'interpretazione del protagonista (quella di Sophia Loren è ai minimi livelli).
Wikipedia - Trailer italiano - IMDb Del 1990 – Rob Reiner – USA – 107 minuti – con James Caan, Kathy Bates, Richard Farnsworth e Frances Sternhagen
Abbiamo già parlato di due scrittori nati dalla penna di Stephen King (qui e qui), ma oggi tocca a Paul Sheldon e al suo disgraziato incontro con l’infermiera Annie Wilkes. Paul è l’autore di una fortunata serie di romanzi, con un’eroina che vuole uccidere nell'ultimo volume della storia, ma nel tornare a casa a New York, dopo un ritiro per terminare il libro, finisce fuori strada con la sua automobile. Sarà una sua fan a trovarlo, Annie, e quando si sveglierà nella villa della donna, si renderà conto di essere gravemente ferito. La donna è lieta di ospitarlo, ma quando le capiterà in mano il dattiloscritto di Sheldon e scoprirà che Misery, la donna protagonista dei romanzi, sta per essere fatta fuori… beh, diciamo che non reagisce molto bene allo scoperta. L’autore si ritroverà praticamente sequestrato e obbligato da una squilibrata a scrivere un romanzo in cui la sua eroina resusciterà. Il finale non ve lo dico, ma dentro di me spero lo conosciate già. Si tratta di un thriller che punta (e fa bene) sull'interpretazione della Bates (che infatti vinse un Oscar) e sulle dinamiche della narrazione, quelle che fanno intuire e non mostrano soltanto, un po’ come fanno tutti i buoni racconti. Ci sono ansia e paura, inquietudine e claustrofobia, ma più di tutto c’è ossessione: queste sensazioni, calibrate magistralmente, mettono in moto un vortice che fa sentire chiaramente il desiderio dell’infermiera di possedere un mondo dove le cose vadano come lei desidera e che, contemporaneamente, riempiono la scena anche quando questa non è concentrata sui volti e sui corpi dei due protagonisti. Forse uno degli horror psicologici migliori di sempre: equilibrato alla perfezione.
Wikipedia - Trailer italiano - IMDb Del 1995 – Mike Figgis – USA – 111 minuti – con Nicolas Cage, Elisabeth Shue, Julian Sands, Richard Lewis e Thomas Kopache
Ben è uno scrittore e sceneggiatore di Hollywood che perde moglie, figlio e persino il suo lavoro: è un alcolizzato e dopo essere stato licenziato brucia tutti i suoi effetti personali, tranne i suoi risparmi, e pensa di tentare la fortuna a Las Vegas. In città incontrerà Sara, una prostituta di origini russe arrivata lì da Los Angeles, dove viveva sotto il volere del suo protettore, Yuri, che l’ha raggiunta per far che lei continui a lavorare per lui. Ben e Sara decidono di trovare assieme una soluzione a tutti i loro problemi, ma ovviamente la cosa non è così facile…
Il film è tratto da un romanzo di John O'Brien (che si suicidò prima che il film fosse girato, pochi giorni dopo aver ceduto i diritti cinematografici) ed è sceneggiato e diretto da Mike Figgis: un’opera dall'innegabile forza visiva e musicale, con luci intense e riprese che ben sottolineano la passività del protagonista, e che attraggono la speranza dello spettatore nella rete di nostalgia e amore di cui la pellicola è colma.
Wikipedia - Trailer italiano - IMDb Del 2006 – Marc Forster – USA – 113 minuti – con Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Emma Thompson, Queen Latifah, Dustin Hoffman e Linda Hunt
Harold Crick, un funzionario del fisco ossessionato dai numeri, si sveglia una mattina e sente ogni suo gesto e pensiero descritto da una voce narrante femminile. Kay Eiffel è una scrittrice che sta scrivendo un libro sulla vita di Harold, senza sapere che il suo personaggio esiste davvero. Solo Harold può sentire quella voce e ben presto scoprirà che la scrittrice vuole farlo fuori – come tutti i protagonisti del suo romanzo – e farà di tutto per evitare il più tragico degli epilogi. Chiederà aiuto a un professore di letteratura (Dustin Hoffman, a cui sono state donate le battute migliori del film) e man mano che cercherà di cavarsela, e di trovare la scrittrice che sta scrivendo il libro su di lui, incontrerà anche l’amore. Come sempre non vi svelo il finale. Un film che vi consiglio perché mi piace come sono state resi, anche qui, gli equilibri tra realtà e surreale finzione: forse più di altri, questo film evidenzia quanto la vita sia più incredibile di ogni creazione. C’è ironia, ma credo che a una visione attenta si possa percepire molto di più di questo: si parla di morte, di amore, dell’assurdità della vita, del desiderio di crearsi un proprio destino e anche di manie quotidiane, il tutto senza mai cadere in scene demenziali o eccessive. Le scene seguono un film ben definito e ben descritto, sempre con originalità, ma l’unico difetto che ho riscontrato è che nella seconda parte del film i ritmi sono meno sostenuti e la forza del racconto viene un po’ attenuata. Se volete un’altra proposta vi propongo Neverland - Un sogno per la vita, dello stesso regista, che racconta la vita dello scrittore J.M. Barrie, autore di Peter Pan.
Wikipedia - Trailer italiano - IMDb Del 2005 – Liev Schreiber – USA – 106 minuti – con Eugene Hütz, Elijah Wood e Boris Leskin Jonathan Safran Foer racconta il viaggio che ispirò il suo primo romanzo. Il giovane ebreo parte per l’Ucraina alla ricerca della donna che salvò suo nonno durante la Seconda Guerra Mondiale, nascondendolo dai Nazisti. Parte con in mano soltanto una foto del nonno ritratto con la donna. Arrivato nella cittadina di Trachimbord incontra il giovane Alexander Perchov e suo nonno, un uomo di Odessa che ha cercato di cancellare la sua “ebraicità” tanto da diventare quasi antisemita. Il film è un affascinante itinerario sull’importanza della memoria e sull’analisi delle problematiche del mondo di oggi; viaggiando tra commedia e dramma va a evidenziare la sensibilità dei temi narrati, creando così uno dei migliori film sulla Shoah.
Wikipedia - Trailer italiano - IMDb Del 2010 – Roman Polański – Francia, Germania, Regno Unito – 128 minuti – con Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Olivia Williams, Tom Wilkinson, Timothy Hutton e Jon Bernthal
Uno scrittore inglese accetta di riscrivere e completare la biografia di Adam Lang, ex primo ministro britannico accusato di aver consentito cose illegali durante il suo mandato e di aver rapporti sospetti con la CIA. Dopo che il ghost-writer precedente è stato trovato morto annegato, lo scrittore viene ingaggiato e arriva sull’isola degli Stati Uniti dove il politco vive assieme alla moglie Ruth, alle sue guardie del corpo e alla assistene Amelia, in una casa fatta di muri di vetro e pareti che si aprono su paesaggi bigi. Lo scrittore presto intuisce di essersi immerso in un’impresa complessa e dai risvolti poco puliti. Appena lo scandalo sulla reputazione dell’ex premier inglese (che tra le altre cose sembra palesemente creato sull’immagine di Blair) si fa vivo, la stampa invade l’isola e lo scrittore comincia a intuire che il suo predecessore abbia scoperto qualche informazione che ricollega effettivamente il politico a qualche terribile vicenda: che la morte dell’uomo da cui ha ereditato il lavoro non sia stata un incidente? Forse è arrivato il momento di preoccuparsi… Il film è basato su un’opera omonima di Robert Harris (che ha anche collaborato alla sceneggiatura) e ha tutte le caratteristiche dei thriller classici concedendosi tocchi originali e ironici con battute dall’umorismo inglese. Una buona parte del merito per resa del film è da dare alla recitazione di Ewan McGregor e di Pierce Brosnan: il primo con le sue espressioni inocenti da uomo semplice obbligato in un ruolo che non si aspettava, il secondo con un ascendente potente e una faccia in grado di nascondere i fatti più tetri. La regia è affascinante ed eccellente e le riprese non sono mai un mero virtuosismo: la storia si svolge in modo esemplare in un crescendo impostato molto bene, senza mai forzare nulla. In poche parole… da vedere.
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