In questo suo nuovo lavoro, “Le mani di papà”, pubblicato in Italia, come gli altri, da Babalibri, l’autore belga traduce in tavole delicate, semplici ma eloquenti, tutto quello che è il rapporto di abbandono, scambio, condivisione, protezione, sostegno e apprendimento che si sviluppa tra un bambino molto piccolo e il genitore nei primi mesi di vita.
Pochissime le parole, quasi nulle a vantaggio di significativi e chiarissimi suoni onomatopeici, ad accompagnare un viaggio meraviglioso e colmo di affetto: quello che dalle braccia del papà – che si fanno ora culla, ora supporto, ora sprone, ora rifugio – porta all’esterno e ai primi passi verso l’indipendenza.
Qualche anno fa, parlando con una carissima amica pedagogista, ho dovuto convenire che, ferma restando la parità di diritti e di doveri tra i genitori, ben ribadendo che anche il padre non deve abdicare a cura e tenerezza, sussiste comunque una linea di demarcazione, quasi naturale, che distingue i ruoli parentali nei confronti del piccino, soprattutto nel primo anno di vita: la madre resta colei che, dando il nutrimento, accoglie in grembo e porta al nido, il padre ha il compito di condurre invece il bimbo fuori, nel mondo, aiutandolo a sperimentare e guidandolo verso l’autonomia.
Non so, c’è qualcosa in questa differenziazione – quasi arcaica, istintiva – che, nonostante le mie ferme convinzioni sulla parità dei sessi, mi piace e mi convince; mi restituisce, nella sua fluidità e nelle normali eccezioni che ogni teoria non solo comporta ma pretende, un’idea di equilibrio e di armonia.
Jadoul pare essere in perfetta sintonia con questa immagine e, col suo robusto cartonato solido e rassicurante con i bordi stondati d’ordinanza, offre un terreno d’immedesimazione ad ogni coppia papà-bimbo, impegnata a compiere insieme le tappe entusiasmanti del crescere.
Sono le mani, simbolo universale di sostentamento, coloro che reggono, spingono e accolgono, a fare da motivo portante al libro.
Le mani di papà adagiate sul pancione della mamma in una forma di carezza prenatale impaziente e felice. Le mani di papà, e il suo sorriso, che accolgono il neonato appena venuto al mondo.
Fin quando le braccia paterne non diventano trampolino, punto di partenza privilegiato per lanciarsi nei primi passi e, barcollando serenamente, si può procedere da sé, “senza le mani di papà!”.
Un albo in cui la narrazione è affidata quasi esclusivamente alle grandi ed efficaci illustrazioni, coadiuvate solamente da poche parole per lo più riconducibili a suoni o espressioni tipiche dell’interazione con bambini molto piccoli (“Hop, Hop”, “Ghiri, Ghiri”, “Splash, Splash”…).
Le immagini sono piene, delicatamente colorate, dolcemente stilizzate; la maggior parte delle tavole restano centrate sul bimbo e il genitore è presente solo, ma vivamente, con le grandi mani d’accompagno.
In poche pagine invece sono presenti le figure d’insieme di mamma e papà, che coccolano o incoraggiano, con i volti sorridenti e i corpi accoglienti.
Un libro adatto ad essere condiviso anche con lettori molto piccoli, fin dall’anno e mezzo di età.
Il bambino non comprenderà tutti i significati ma sarà in grado di riconoscere azioni e situazioni note e, soprattutto, di cogliere con gioia l’aura di amore, di calore e di rassicurazione che trapela dalle pagine e che non mancherà di intenerire e commuovere i premurosi papà.
(età consigliata: dai 18 mesi)
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