Con riferimento alla ormai popolare conoscenza su appalti,rituali,clan,mafie et similia di casa mia(cioe' Rimini e paeselli limitrofi, V. anche titoli di prima pagina della stampa locale odierna ),mi chiedo stralunata:
-Ma quante volte avro' preso un caffe' in un bar di Rivazzurra,luogo-clou di incontri di clan,avendo lavorato a Marebello per circa quindici anni,gomito a gomito con un boss?-Ma quanta piccola malavita organizzata avro' incrociato all'angolo di strada,a scuola,nel tal negozio del centro ?-Quante saponette avro' comperato senza sapere che andavo ad ingrassare il Padrino?- Forse quel tal disagio che prende nella vita cittadina,e si tramuta in malinconia,non è poi una ubbia cosi' individuale? La verita' è che un po' mi vergogno che la mia citta' sia ridotta cosi'.E' per me un non-luogo,ambigua collocazione dove tutto accade e niente accade.Un piccolo deserto dei tartari in versione adriatica.