Le métier de la critique: l’intervista all’assiduo lettore

Creato il 16 marzo 2016 da Alessiamocci

In un’Italia in cui leggere non è più considerato un valore aggiunto, ma argomento che spesso annoia, amare i libri è invece ancora possibile. I romanzi rappresentano un modo per evadere dalla realtà; un metodo per viaggiare senza biglietto né bagagli.

Ci sono diversi tipi di lettore, ma qui vogliamo chiamare in causa soltanto chi lo fa per passione. Colui che dalla lettura desidera trarre emozioni, indipendentemente dalle tendenze del momento.

Un tale, una volta, ha dichiarato di tenere sempre sul suo comodino un libro di Bukowski, perché fa molto “uomo di mondo” ed impressiona le donne. Quali donne, se l’”arrosto” si limita soltanto ad un po’ di fumo? Perché non c’è niente di peggio di chi fa finta di leggere, riprendendo nelle conversazioni qualche riga della sinossi. Cose che fanno passare in secondo piano l’umana coerenza.

L’”assiduo lettore” desidera stare nell’ombra, ma dice la sua, anzi, la grida forte. Lo abbiamo intervistato e, fra le righe, pensiamo ci abbia detto cose importanti, che fanno riflettere.

C.B.: Gli italiani non leggono più. Troppo impegnati col lavoro e con la famiglia. Cosa pensa di questo?

Assiduo Lettore: Penso sia vero, la vita frenetica di ogni giorno impedisce di avere degli svaghi. Però un momento per sé bisognerebbe sempre ritagliarselo. La buona lettura non richiede molto tempo. Bastano anche poche righe al giorno. Per assaporare bene le frasi ed i concetti. Digerirli e, se riteniamo sia il caso, farli nostri.

C.B.: Cosa intende per “farli nostri”?

Assiduo Lettore: Ci sono autori che pare ci conoscano e che scrivano per noi. Fortunato è il lettore che riesce ad individuarli. Questi libri aiutano ad esternare quello che si ha dentro. Poi tutto viene alla luce: era così evidente, ma non ci avevamo mai pensato. Per questo credo ci siano libri che rimangono con noi anche quando abbiamo finito di leggerli da anni.

C.B.: Lei parla dei libri come fossero “cose vive”. Mi sbaglio?

Assiduo Lettore: I libri hanno un’anima. L’anima impressa di chi li ha scritti. Segnano momenti della nostra vita, che ricordiamo. Per esempio, un lettore ricorda sempre il suo primo libro. Specie se era un bambino, quel testo rimarrà legato alla sua infanzia.

C.B.: In questo modo, allo scrittore va una grande responsabilità, non trova?

Assiduo Lettore: Certo. Uno scrittore è prima di tutto un esempio, e poi anche un maestro per il suo pubblico. Per questo dovrebbe sempre scrivere con coscienza, quando ha un reale messaggio da dare.

C.B.: Sbaglio o c’è un pacato riferimento alla letteratura commerciale?

Assiduo Lettore: Purtroppo è vero. Nel senso che, al giorno d’oggi, molti scrittori continuano sulla scia di un successo, anche senza più avere niente di concreto da dire. E questo è un peccato, perché si butta alle ortiche il vero significato propedeutico che invece dovrebbe avere la lettura.

C.B.: Un consiglio che vuole dare a chi, come lei, è lettore?

Assiduo Lettore: Di scegliere sempre un libro con la propria testa, lasciando perdere recensioni e classifiche. Dentro di noi lo sentiamo a pelle, se la trama di un romanzo può interessarci o meno. Siate “topi di biblioteca “, andate a spulciare negli angoli delle librerie; concedetevi la possibilità di osservare con calma. Non scegliete un libro dalla copertina, né limitatevi nei vari generi. È bello evolversi, anche nella lettura, ed esplorare nuove realtà. Quel che non affossa, sempre ci sorprende.

Written by Cristina Biolcati


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