Le mie letture – Fukushima e lo tsunami delle anime

Da Marcofre

Per noi è tutto chiaro: se Fukushima non viene domata, ci prenderemo la nostra dose di radiazioni.

Chi parla così è un giornalista giapponese, Yoshiharu “Yossi” Fujiwara, e non si può che restare sbigottiti dalla serenità che queste parole, pesanti come l’atomo, trasmettono.
Il libro elettronico in questione è affidato a Paolo Salom, un giornalista del “Corriere della Sera” che ha voluto indagare su quanto è accaduto in Giappone dopo lo tsunami e l’incidente nucleare che ne è scaturito.

Forse il miglior modo di affrontare la lettura dell’ebook è iniziare a scorrere la cronistoria, che ripercorre le tappe di una catastrofe (il terremoto sottomarino, lo tsunami), che ne ha innescato un’altra (la centrale nucleare Fukushima-1 o Dai-ichi) sulla quale nessuno provvisto di un briciolo di sale in zucca, potrà mettere la parola “fine” tanto presto.
Ho scritto “tappe”, ma avrei potuto sostituire l’espressione con “colpi di maglio”, perché di solito una catastrofe ha un inizio, raggiunge il suo acme, e poi declina e si torna alla normalità.

Ma quando il protagonista è l’atomo, davvero esiste un punto in cui esso comincia una ritirata, magari strategica? Per convenzione noi diciamo di “sì” perché un bel giorno stampa e televisione si spostano altrove. L’atomo invece comincia la sua silenziosa opera di erosione, capace di durare secoli. Intacca la salute, l’ecosistema, le abitudini quotidiane (non si consuma più l’acqua dell’acquedotto, ma quella in bottiglia).

Innesca soluzioni che non lo sono affatto: come seppellire i detriti in siti “sicuri” sparsi per il Giappone, perché bisogna pur liberare le zone spazzate dallo tsunami. Ma… Quei detriti hanno la radioattività e questa da un posto sarà trasferita altrove.

Oppure ancora: si riverseranno nell’Oceano Pacifico 11.500 tonnellate di acqua radioattiva: perché da qualche parte bisogna metterla, e visto che non esiste una “Terra 2” su cui immagazzinare i nostri errori, pagherà l’ecosistema marino.
Ma c’è un altro disastro che passa quasi inosservato, adesso che le luci si sono spostate dal Giappone, alle altre parti del globo. E Paolo Salom ce lo presenta.

È prima di tutto, una normalità che non è più tale; nelle città vicine si continua a uscire di casa e andare a lavorare benché con il disastro nucleare, tutto sia rimesso in conclusione. Attraverso la voce dei giapponesi (giornalisti, scrittori…), si ha una visione più dettagliata delle dimensioni del cratere che si è creato nel cuore di ogni essere umano che abita quel Paese.

Il sogno di una tecnologia amica, capace di dare al singolo tutto ciò di cui ha bisogno, e rispettosa della natura, si è schiantato per sempre. Occorre ricominciare (anche se il modo di reagire di questo popolo ha qualcosa di sbalorditivo per i nostri canoni). Ma il tradimento è stato di vasta scala, e in troppi hanno vissuto nell’illusione di avere ogni cosa sotto controllo. Non solo la tecnologia ha fallito per errori o clamorose sviste. La stessa natura sembra aver voluto prendersi una rivincita su una società che credeva di vivere in un sogno destinato a migliorare sempre le condizioni di chi vi si affidava.

Paolo Salom è una sorta di “sismografo” che nel suo giro tra Tokio, Fukushima e Osaka rende conto delle scosse che perdurano nel cuore di ogni giapponese. Sono scosse che incrinano le basi di una società, costringendola a volgere lo sguardo verso qualcosa di diverso, incerto, probabilmente radioattivo non solo per le percentuali di inquinante nucleare presenti nel terreno, o nell’oceano.

Radioattivo perché indeboliscono un sistema di valori sul quale un intero popolo aveva costruito benessere e orgoglio. Dovrà “migrare” (idealmente), verso qualcosa di ignoto forse. O forse, è solo qualcosa di antico che ritorna, perché se la natura colpisce, e lo fa duramente, è per insegnare. Per inviare un messaggio che deve essere letto e interpretato in maniera corretta.

A proposito della casa editrice. Quintadicopertina ha ormai un DNA chiaro e riconoscibile. Raccontare gli eventi (che siano la tecnologia e l’Africa o lo tsunami in Giappone), che il giornalismo (e certa editoria) non ha la voglia o il coraggio di raccontare. C’è un enorme spazio pronto per essere occupato, e per fortuna esiste chi lo fa guidato dalla passione per la conoscenza e la condivisione delle informazioni. Oltre a tutto quello che ci si aspetta da un testo del genere (per esempio: la genuina vicinanza dell’autore ai giapponesi), una messe di note, l’indice delle cose citate, dei luoghi citati; delle persone citate. Un esempio di cosa è capace di combinare l’ebook. Provare per credere.

Fukushima e lo tsunami dell’anima. Di Paolo Salom. Editore Quintadicopertina.

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