Libreria Giulio Cesare
La libreria è nata nel 1994 specializzandosi fin dalla sua fondazione in libri antichi e fuori catalogo, con un’ampia sezione dedicata ai testi giuridici (siamo nel quartiere che ospita il Palazzo di Giustizia di Roma, sede della Corte di Cassazione, dell’ordine degli Avvocati e della grande Biblioteca Giuridica Nazionale). Nella stretta vetrina troviamo oltre a preziosi codici del Regno d’Italia anche un’edizione de La ricerca del tempo perduto di Marcel Proust in cofanetto di metà del Novecento, un libro di fiabe italiane e un’edizione del Pinocchio di Collodi del 1951 con illustrazioni di Chiostri.Entriamo mentre Daniele sta mostrando proprio il cofanetto di Proust a due signore. Non sanno bene cosa comprare ma di lui si fidano. Allora Daniele s’informa sulla persona che riceverà il libro: i gusti, l’età, la sensazione che le signore vogliono offrire con il loro regalo. Poi va verso la vetrina e solleva il cofanetto. Nel frattempo mi sorride, invitandomi a passeggiare nel suo regno fatto di 20.000 volumi. Scorgo un’edizione dei primi anni ‘20 del Novecento de La tempesta di Shakeaspeare che ha delle bellissime illustrazioni di Edmondo Dulac, ma non oso prenderla fra le mani. Come ogni lettore che si rispetti, mi sento come un goloso in una degustazione di dolci, troppe cose da assaggiare in troppo poco tempo. Le signore vanno via, devono pensarci e lui non insiste. Appena cominciamo a parlare gliene chiedo la ragione. «La nostra è una professione che si fa per passione e non certo per arricchirsi. I miei clienti sono affezionati e ritornano perché il mio primo obiettivo è prestare sempre il consiglio “più giusto” per loro. Anche se così li indirizzerò sul libro meno costoso, anche se così avranno bisogno di più tempo per scegliere e non compreranno nulla. Torneranno.» Questa è la parte più interessante del lavoro, mi dice Daniele, un lavoro che fa da solo, come ha fatto prima di lui suo padre: «A volte è dura. La crisi l’abbiamo sentita soprattutto per il venir meno delle biblioteche pubbliche che prima facevano ordini regolari, garantendo un’entrata stabile. Ora non comprano più nulla.Non ci sono soldi e così anche il patrimonio librario dello Stato s’impoverisce.»E mentre scopriamo che anche avvocati e notai comprano sempre meno libri di pregio, Daniele ci dice che lui resiste e gli occhi si accendono quando racconta cosa vuol dire mettersi in mezzo a una biblioteca privata appena acquistata per andare alla “ricerca del tesoro” che si può nascondere in mezzo alla polvere e agli appunti dei precedenti possessori. E capiamo che la libreria sarà lì ad aspettarci fino a che Daniele conserverà la curiosità per il mondo che in un libro si può nascondere e per questo lo ringraziamo.
Libreria Tara
Ci spostiamo al confine fra il Rione Parione e il Rione Regola, a pochi passi da Campo dè Fiori e dal suo storico mercato, qui troviamo la Libreria Tara dove ci accoglie Francesca Tommasi, che assieme ad altri due soci ha ridato vita, nel 1996, a una storica libreria di Roma, immortalata anche da De Sica ne Il ladro di biciclette. La libreria offre un catalogo di più di 18.000 volumi usati e antichi, condensati in solo 15mq, con un’attenzione particolare alla saggistica storica, politica e filosofica, senza dimenticare una sezione dedicata alla narrativa del Novecento. La mia prima domanda a Francesca è proprio sulla scelta di dedicarsi alla saggistica, nicchia nella nicchia dei lettori italici. «È stata una scelta che definirei naturale. A tutti e tre [i soci] piace la saggistica per formazione o esperienza personale e di lettura. La passione in questo lavoro è fondamentale, per questo è più facile partire dal gusto personale quando si sceglie un libro da comprare e poi da offrire ai nostri lettori. Poi esistono anche collezionisti di saggistica o semplicemente ricercatori e studiosi che hanno bisogno di libri ormai introvabili perché fuori catalogo. Ci fa molto piacere riempire questo vuoto.»Francesca è molto attenta alla lingua che viene usata nei libri e da lettore onnivoro e instancabile, oltre che da libraia, è preoccupata per la cura sempre più residuale che gli editori pongono nelle traduzioni. «I classici vengono costantemente riproposti dagli editori e questo è un bene. Ciò che dispiace è vedere grandi classici presentati ai lettori con traduzioni meno valide di quelle preesistenti e vesti editoriali poco curate. Può essere un’occasione sprecata, perché si rischia di perdere lettori che si avvicinano per la prima volta a un classico.» I lettori più esigenti potranno comunque trovare nella Libreria Tara vecchie edizioni degli anni ’50 e ’70 (Einaudi in testa) in cui la cura nella traduzione e nella stampa nasceva non solo da una scelta stilistica, ma anche dalla volontà di diffondere il più possibile la passione per il libro. Chiedo a Francesca cosa si augura per il 2015. Le piacerebbe un maggiore impegno della città per sostenere iniziativa di diffusione del libro, a cominciare dalla creazione di un mercato del libro usato a Roma sul modello di Milano. La Libreria Tara appartiene a un network di librerie romane (www.pagineromane.com) che cerca di promuovere il libro usato e d’antiquariato e la creazione di un mercato stabile del libro antico a Roma.In questo viaggio fra le migliori librerie di Roma e i loro librai di esperienze ne abbiamo raccolte tante.Link alla news su Sul Romanzo.