Tanztheater Wuppertal Pina BauschVOLLMOND
Dicevamo che Vollmond è un omaggio alla donna, ma non è privo di critiche e di drammaticità, ed è nella complessità e completezza di visione che diventa autentico, sincero. La donna esaltata nella sua femminilità, nella sua grazia, nella sua connessione con la natura. Ma anche la donna che subisce, che si sottomette, che accetta la violenza. Drammaticità, poesia, ironia (tantissima, come la vita stessa richiede): è un costante dialogo con il pubblico che stringe la trama della comunicazione. Poche parole, tutte necessarie, e poi gesti, curati in ogni sfumatura. Persino gli abiti e i capelli splendidamente fluttuanti delle bellissime danzatrici trasmettono un'emozione. La rivoluzione e l'immortalità di Pina Bausch risiedono proprio nell'emozione del danzatore che trova un percorso per farla emergere e donarla a chi lo guarda.Nei lavori della Bausch la natura è sempre presente, perché - come ha detto Dominique Mercy durante la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo - "la natura è la vita". In Vollmond l'acqua non è semplicemente un elemento scenografico: acquista senso il rumore della pioggia, ora battente, ora lieve, se ne sfrutta la presenza con spruzzi, giochi, viene usata come fiume, piscina, lago. Viene esaltata la qualità visiva dei riflessi di luce, delle gocce d'argento (illuminate dalla luce lunare), della dinamicità delle chiome bagnate. La grandezza di questa artista sta anche nel disattendere le nostre aspettative: ci è sembrato che mancasse un finale in crescendo, e in effetti lo spettacolo vive diversi momenti di grande intensità, ma non di un gran finale corale. Forse le relazioni amorose hanno troppe sfaccettature, sono troppo volubili per assumere una forma definitiva. Forse l'accordo e la complicità tra i sessi è solo una faccia di quella luna che cambia sempre. Facciamoci provocare dalla Bausch: "meglio l'amore tutto in una volta o un tantino di amore ogni giono?".Questa grande artista ha saputo interpretare e trasmettere la fragilità degli individui, il bisogno violento e graffiante di amore, di contatto, di unione. Tra le tante affermazioni trascurabili fatte durante la conferenza stampa, un concetto espresso da Escobar ci ha colpito: ci sono personaggi per i quali esiste un "prima" e un "dopo". Sicuramente dopo aver incontrato Pina Bausch non si può avere lo stesso concetto di teatro che si aveva prima.
visto al Piccolo Teatro Strehler il 13 febbraio 2011