Giulio Maffii, nel suo “Le mucche non leggono Montale” ha ampiamente espresso una verità su tutto quanto sta diventando la poesia e il mondo che la circonda.
Un’era dove l’esibizione del sé diventa fatto odierno, i social network , il web, i blog ecc… rendono possibile l’espandere di una non cultura dozzinale al di là dell’arte poetica reale, così come un danno è anche la grande facilità a pubblicare senza censure o impedimenti da chi dovrebbe regolarizzare un flusso che di culturale non ha niente.
Un saggio descrittivo quello di Giulio Maffii, dov’egli definisce “poeti inutili” quegli scribacchini che si affidano a una lingua “poetichese” obsoleta, sospirata, antiquata, dove il verso non ha né messaggio, né qualità tecnica espositiva necessaria a rendere la versificazione “atto” poetico indispensabile per dirsi tale.
L’autore segnala anche il fondamentale problema di questa sotto/cultura: l’insufficienza di basi conoscitive nei riguardi della poesia stessa, la totale assenza di informazioni letterarie di chi si appresta a tale forma d’arte. Non vi sono lettori, manca la preparazione all’elaborazione di chi si vuole apprestare in campo poetico, inoltre va proliferandosi un esibizionismo/egocentrismo che si tende a manifestare attraverso concorsi, reading, salotti letterari od altro.
Così scrive Maffii: Si assiste quindi ad una desertificazione, un umanissimo deserto che nasce paradossalmente da un’eccessiva inseminazione.
Un libro interessante che tutti dovrebbero leggere; ricco di parafrasi, di notizie, di pensieri ideologici di artisti d’un tempo , riflessioni attente e minuziose di un quadro decadente che è il sottobosco (come l’autore lo ben definisce) di una produzione poetica inutile e nociva al futuro letterario.
Un volume questo di Maffii, dove egli non dimentica nulla, i riferimenti sugli stili, sull’importanza della poesia, sulle difficoltà e sul servizio e l’utilità di questa. Risposte che si apriranno in esempi dettagliati, analisi di pensiero , rischi ,moniti e tanta competenza dove “ascoltare” arricchisce il lettore.
Azzeccata la metafora che Giulio Maffi ha scelto come titolo “Le mucche non leggono Montale” una metafora/realtà un titolo che la dice lunga: la poesia non è indispensabile e vitale, perché scriverla tutti? In fondo le mucche che non leggono Montale (o altri), campano benissimo…
Written by Marzia Carocci