Newswork, associazione per il marketing dei quotidiani nazionali del Regno Unito, ha condotto uno studio: “NewsOnTheTweet”, ricerca tesa a verificare se e come la piattaforma di microblogging da 140 caratteri stia beneficiando le testate giornalistiche della Gran Bretagna.
La ricerca si è composta di 3 fasi: una di auditing, di analisi del database degli utenti di Twitter per identificare i comportamenti messi in atto, una qualitativa, di interviste ad hoc, ed una quantitativa, basata su 1200 utilizzatori rappresentativi della popolazione nazionale.
Fatte le opportune tarature sulle differenze tra la realtà d’oltremanica e quella del nostro Paese i risultati sono comunque d’interesse.
Complessivamente, quasi tre quinti, il 59%, dei 15 milioni di utenti di Twitter nel Regno Unito seguono almeno un quotidiano a diffusione nazionale o un giornalista e hanno il doppio delle probabilità di tweettare, di essere utenti attivi, rispetto a quelli che non lo fanno. Va da sè che non rispondergli, non dialogare con questi soggetti, al di là di ogni altra possibile considerazione, espone a rischi maggiori che quando si ha una platea di followers passivi.
Le persone seguono le persone. La relazione umana, anche se mediata, il “metterci la faccia”, è fondamentale; è bene non dimenticarselo mai. Infatti, mentre il 35% degli iscritti a Twitter segue l’account ufficiale di un quotidiano, si sale al 49% per quanto riguarda il seguire uno, o più, giornalisti.
Il corrispondente di calcio del «Daily Telegraph», Henry Winter, ha 652 mila followers, contro le 427 mila persone che seguono l’account principale del Telegraph. Allo stesso modo, l’editorialista del «The Times», Caitlin Moran, ha 490.000 followers su Twitter, quasi tre volte le 172.000 persone che seguono l’account del quotidiano britannico.
Le persone seguono i propri interessi,e non i vostri, i nostri [dei giornali]. Constatazione banale sulla quale però molto spesso si scivola, mi pare. Infatti, ad esempio, Alcuni “sub-brand” dei giornali nazionali hanno più followers di quanti ne abbia il loro marchio principale, come MirrorFootball con 275mila seguaci con i 110mila del «Daily Mirror».
Il brand più seguito di un quotidiano nazionale [compresi i principali e sub-brand] è quello del Guardian Technology con 2.14 milioni di followers, contro il principale del The Guardian con 1.97 milioni, e l’account dedicato alla moda del «The Times», @TimesFashion, con 1.62 milioni di followers.
Secondo quanto riporta il «Telegraph», l’amministratore delegato di Newsworks, Rufus Olins, ha detto che Twitter ha avuto un “rapporto speciale” con i giornali. “Siamo immersi nelle notizie”, ha detto. “Vogliamo essere i primi a conoscere ma anche essere guidati da comprensione e interpretazione degli esperti. La combinazione di newssbrand e Twitter aiuta a tenerci informati e a formarci delle opinioni. Gli approfondimenti di questo studio mostrano che Twitter e newsbrands sono decisamente più forti insieme”.
Se ben utilizzato, aggiungo io. La specificazione non è mai ovvia. Buon lavoro.
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